Sin dagli anni '70, l'artista ha manifestato nelle sue opere un'attenzione nei confronti della natura e degli oggetti desunti dal quotidiano, una natura pero' sempre rivisitata in chiave artificiale. Installazioni come il Tronco sonoro mettono il visitatore di fronte a stimoli visivi, sonori, tattili e olfattivi, costringendolo ad interagire con la realta' che trova davanti a se'.
a cura di Maurizio Vanni
La Galleria MOdenArte riapre dopo la pausa estiva con una grande mostra di Piero Gilardi, artista piemontese pioniere, sin dagli anni Sessanta, dell’arte tecnologica, multimediale ed interattiva in Italia. Intitolata “Il suono della natura”, l’esposizione, curata da Maurizio Vanni, si inaugura sabato 11 ottobre alle ore 18,00 e presenta una quarantina di opere, tra cui numerosi esempi dei suoi famosi Tappeti-natura.
Sin dagli anni Sessanta, nelle sue opere, Piero Gilardi ha manifestato un’attenzione del tutto particolare nei confronti della natura e degli oggetti desunti dal quotidiano, una natura però sempre rivisitata in chiave artificiale: un fare arte, il suo, non come semplice esercizio di stile, ma come responsabilità socio-culturale, per presagire ciò che sta per succedere.
I numerosi Tappeti-natura esposti dalla Galleria MOdenArte presentano una sorta di ricostruzione fedele e meta-reale di frammenti di natura attraverso materiali sintetici come il poliuretano espanso. Il granoturco e le angurie, le pesche e i papaveri, i girasoli, le zucche, ma anche le spiagge, i prati, i giardini, i greti di fiumi, i paesaggi estivi e quelli invernali sono restituiti a una fruizione-contemplazione coerente con l’immaginario tecnologico del mondo contemporaneo. Si crea così un contatto fisico con la realtà attraverso le cose che la compongono e grazie all’utilizzo completo degli organi sensoriali.
Come scrive il curatore della mostra Maurizio Vanni, nel libro che supporta la mostra" (edito da Carlo Cambi), “i Tappeti di Gilardi si prestano a un approccio polisensoriale”. Gli elementi della natura sono ricreati in vitro, invitano a essere “vissuti”, toccati, calpestati e odorati, mettendo in gioco la percezione del visitatore ben oltre il proprio sistema sensoriale: ognuno è libero di vivere il Tappeto come vuole. E quella che ne nasce è un’arte che non imita la natura, ma la ri-crea, la ri-elabora in maniera personale.
I Tappeti raffigurano così “momenti” di natura attraverso materiali artificiosi, avanzando una riflessione da parte dell’osservatore sul predominio del dato virtuale su quello reale.
Sperimentazione, pensiero e interazione sono i temi ricorrenti nella ricerca dell’artista piemontese, che sviluppa alcune sue creazioni indirizzandole verso una “polisensorialità dissonante”. Mentre la cultura corrente ci propone una sorta di coerenza univoca tra i diversi messaggi sensoriali (e il linguaggio della pubblicità ne è un chiaro esempio), l’opera di Gilardi gioca sulla dissonanza interna di tali messaggi, mirando a liberare le associazioni inconsce della nostra interiorità.
Gli oggetti in gommapiuma o poliuretano espanso mobilitano i sensi della vista e del tatto, ma in modo discrepante. Sassi, tronchi e altri oggetti presenti nei Tappeti appaiono “visivamente” duri e pesanti, ma si rivelano morbidi e leggeri una volta “toccati”.
Istallazioni come il Tronco sonoro mettono il visitatore di fronte a stimoli visivi, sonori, tattili e olfattivi incongruenti, costringendolo ad interagire in modo più creativo e complesso con la realtà che trova davanti a sé.
L’intento di coinvolgere sempre di più il pubblico, ha portato Gilardi a studiare l’influenza che può nascere dall’incontro tra arte e tecnologia, con uno sguardo rivolto alle potenzialità crescenti dell’informatica e ai nuovi media, per sviluppare un rapporto sempre più aperto e reciproco tra artista e fruitore. La mostra rimarrà aperta fino al 29 novembre 2008.
Piero Gilardi: la vita
Piero Gilardi nasce a Torino nel 1942. Nel 1963, realizza la sua prima mostra personale Macchine per il futuro. Due anni più tardi realizza le prime opere in poliuretano espanso ed espone a Parigi, Bruxelles, Colonia, Amburgo, Amsterdam e New York. A partire dal 1968 interrompe la produzione di opere per partecipare all’elaborazione tecnica delle nuove tendenze artistiche della fine degli anni Sessanta: Arte Povera, Land Art, Antiform Art. Collabora alla realizzazione delle due prime rassegne internazionali delle nuove tendenze allo Stedelijk Museum di Amsterdam e alla Kunsthalle di Berna. Nel 1969, comincia una lunga esperienza transculturale diretta all’analisi teorica e alla pratica della congiunzione “Arte Vita”. Come militante politico e animatore della cultura giovanile conduce svariate esperienze di creatività collettiva nelle periferie urbane e “mondiali”: Nicaragua, Riserve Indiane negli USA e Africa.
Nel 1981 riprende l’attività nel mondo artistico, esponendo in gallerie delle installazioni accompagnate da workshops creativi con il pubblico. A partire dal 1985 inizia una ricerca artistica con le nuove tecnologie attraverso l’elaborazione del Progetto IXIANA che, presentato al Parc de la Villette di Parigi, prefigura un parco tecnologico nel quale il grande pubblico poteva sperimentare in senso artistico le tecnologie digitali. Nel corso degli ultimi anni ha sviluppato una serie di installazioni interattive multimediali con una intensa attività internazionale. Insieme a Claude Faure e Piotr Kowalski, ha costituito l’associazione internazionale “Ars Technica”. In qualità di responsabile della sezione italiana di Ars Technica promuove a Torino le mostre internazionali Arslab. Metodi ed Emozioni (1992), Arslab. I Sensi del Virtuale (1995), Arslab. I labirinti del corpo in gioco (1999) e numerosi convegni di studio sull’arte dei nuovi media.
Ha pubblicato due libri di riflessione teorica sulle sue varie ricerche: Dall’arte alla vita, dalla vita all’arte (La Salamandra, Milano 1981) e Not for Sale (Mazzotta, Milano 2000 e Les Presses du réel, Dijon 2003). Scrive articoli per varie riviste d’arte come «Juliet» e «Flash Art».
Attualmente sta promuovendo il progetto di un grande “Parco d’Arte Vivente” nel quale si compendiano tutte le sue esperienze relative al mutamento della natura dell’arte in senso relazionale.
Inaugurazione: sabato 11 Ottobre alle ore 18
Galleria MOdenArte
via Toscanini 26 Modena
Orario: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17.30, il sabato dalle 11 alle 18.30, la domenica e i festivi chiusa
Ingresso gratuito