Valentina Moncada
Roma
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Tropismi
dal 8/10/2008 al 14/12/2008
lunedi' - venerdi' 12-18

Segnalato da

Valentina Moncada




 
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8/10/2008

Tropismi

Valentina Moncada, Roma

In fisiologia vegetale il tropismo e' una reazione di orientamento degli organi di una pianta ad una sollecitazione ambientale, come quelle provocate dalla luce e dalla gravita', o causata da agenti chimici o fisici. La collettiva raccoglie una serie di opere ispirate dal rapporto di ciascuno degli 8 artisti con la natura, e dai riflessi della natura sull'animo umano.


comunicato stampa

Tropismi - Termine tratto dal greco tropos, direzione
Definisce la reazione di orientamento degli organi di una pianta
È passato nell'uso letterario per indicare una forza oscura, incosciente che spinge ad agire in un certo modo

Mark Dion Petra Feriancova Ileana Florescu Carlo Gavazzeni Shirazeh Houshiary Donatella Landi Thomas Ruff Hans Christian Schink

La Galleria VALENTINA MONCADA inaugura il 9 ottobre 2008 la mostra collettiva Tropismi. La collettiva raccoglie una serie di opere ispirate dal rapporto di ciascun artista con la natura, e dai riflessi della natura sull’animo umano. Per un’analisi quasi scientifica del rapporto tra natura e società si propongono a confronto i lavori di Mark Dion (U.S.A.) e Donatella Landi (Italia); le opere di Petra Feriancova (Slovacchia), Ileana Florescu (Romania/Italia) e Shirazeh Houshiary (Iran) colgono nello stimolo del dato naturale il riflesso di poetici mondi astratti; i fotografi Carlo Gavazzeni (Italia), Hans Christian Schink e Thomas Ruff (Germania) osservano e interiorizzano il paesaggio con occhio colto.

In fisiologia vegetale il tropismo è una reazione di orientamento degli organi di una pianta ad una sollecitazione ambientale, come quelle provocate dalla luce e dalla gravità, o causata da agenti chimici o fisici; in letteratura Nathalie Sarraute, esponente del nuovo romanzo francese, ne fornisce la nuova, seducente definizione di “reazione psicologica elementare poco esprimibile”, determinata nell’essere umano da una forza oscura, incosciente: tropismes sono quei sussulti psichici pressoché incoscienti, ma che danno senso ai nostri atti e alle nostre parole, e che spesso provengono dagli influssi della natura.

Le opere degli artisti selezionati dialogano tra loro su questo tema, ed in modo del tutto spontaneo si stabiliscono tra esse certe affinità del tutto casuali. Collezionista, ricercatore o cacciatore, catalogatore di ciò che ha raccolto, l'uomo è sempre stato attratto dalla natura. Vincitore o vinto la rispetta e la viola, la studia e la altera. Ma in ogni caso desidera conoscerla. Così tutto il lavoro di Mark Dion è dedicato al fascino della natura che trasforma l'uomo in collezionista, in ricercatore e in avventuriero; è la comprensione del concetto complesso di natura e società che si nasconde dietro le diverse forme che ha acquisito. Dion espone in mostra un piccolo disegno che riproduce con l’intento didascalico tipico del cacciatore-archeologo-dandy, una serie di oggetti raccolti in un espositore a più ripiani. Anche le installazioni video – sonore e le fotografie di Donatella Landi appaiono frequentemente come una critica al rapporto distratto e crudele che spesso gli uomini hanno con la natura, pervenendo ad una sorta di presentazione scientifico-museografica, ma allo stesso tempo emozionale, del mondo naturale. La Landi presenta due istallazioni: in Master File ritrae su 206 formelle di porcellana, immagini di diverse specie animali come visualizzazione di una memoria collettiva delle forme viventi del nostro pianeta; mentre Balena si costituisce di una serie di 15 elementi montati a parete, “contenenti” le fotografie dello scheletro sezionato del grande mammifero marino.

Più introspettivo l’approccio con la natura di tre artiste che sembrano trasporre i tropismes svelati dalla Sarraute ciascuna nel proprio mezzo espressivo – il video, la fotografia e la pittura. Nel video di Petra Feriancova la telecamera si sofferma, in modo via via più ravvicinato, sulla sospensione in volo di stormi di uccelli, che disegnano contro il cielo astratte ed ipnotiche geometrie divine. L’azione è ridotta al minimo mentre la presa emozionale fortemente amplificata. Totalmente non figurativa, pure movendo dallo scenario naturale, l’immagine fotografica di elementi vegetali che Ileana Florescu presenterà nel trittico dal titolo M-alghe Marine I, II, III, “Lascito delle maree tipico delle coste bretoni dove pascolano i fotografi, specie romantici, durante l’estate.” Nell’opera non più acqua, tema ricorrente della fotografa, ma ciò che lascia il suo ritiro nelle maree bretoni. Immagini di alghe in tropismo, dalle pieghe sempre nuove, il cui titolo “M-alghe Marine” gioca con ironia sulla semantica della voce malga e ne dà una nuova definizione. L’opera di Shirazeh Houshiary è quasi una crittografia degli appena percettibili sussulti dell’animo. L’artista espone in mostra due opere su carta, che prendono il titolo da componimenti poetici del mistico Rumi, immagini astratte di un canto in cui la percezione sensoriale/psichica si converte in segno, il segno in litania.

Solo apparentemente più realistica appare la sensibilità dei tre artisti che fotografano il paesaggio. Nella profonda percezione della seduzione poetica del maestro Gustave Courbet, Carlo Gavazzeni espone in mostra un lavoro dell’ultima serie di grande suggestione realizzata nelle Puglie; l’artista fotografa non tanto ciò che vede, ma ciò che il suo spirito interpreta di quanto gli comunica lo sguardo. Il suo approccio al paesaggio è permeato di una visione onirica, conservando del reale solo la dimensione del sogno. Hans Christian Schink fotografa un frammento di natura rigogliosa, dissolta come un miraggio dall’intensa luce zenitale. L’artista vagheggia l’evasione verso un paradiso ormai perduto – qui ambientato nel Vietnam - accentuando artificialmente le tonalità del verde.

Fotografo di un paesaggio urbanizzato è Thomas Ruff, che presenta una grande fotografia della serie Nachte, caratterizzata da un’intensa luce verde che rivela ciò che rimarrebbe altrimenti nascosto nel buio. Affascinato dalla possibilità di rendere visibile ciò che in natura non lo è, Ruff si serve di un intensificatore di luce per la sua macchina fotografica, e inizia a fotografare i vicoli ciechi e le strade desolate di Dusseldorf, immobilizzandole come eventi sospesi, avvolti dall’oscurità della notte.
(Testo a cura di Francesca Foti)

Opening: 9 Ottobre 2008 ore 19

Valentina Moncada
via Margutta, 54 - Roma
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Ingresso libero

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