La sua nuova produzione pittorica indaga sul passaggio della controra visto non solo come caldo momento in cui nessuno produce, ma anche come spazio altro da noi, dove si capita per volonta' o per indolenza. Fino al 12 ottobre la mostra si svolge presso il Museo di S'Agostino in piazza Sarzano 35r.
“Controra” è un concetto “meridionale”.
La possibilità che esista un momento nel normale scandirsi
del tempo nel quale avviene un’interruzione
dell’attività ( di qualunque tipo di attività, come
una sorta di sospensione nel flusso delle azioni umane che
si interrompono come quando per mancanza di ossigeno
interrompete la vostra corsa) , non può appartenere a
quelle culture che non sanno ben coniugare verbi come
aspettare, fermarsi, osservare e riposare o simili.
Nei luoghi caldi dove il sole non dà tregua, i popoli
hanno da sempre sentito la necessità di interrompere il
normale ritmo di vita per ripararsi dall’infierire del
sole nelle ore più calde della giornata. Ma secondo me le
cose non stanno propriamente in questo modo e certamente per
giustificare l’origine del luogo comune che divide popoli
in produttivi e non produttivi , non può essere portato
questo argomento “climatico”.
Guardando la nuova produzione del mio amico Sergio Leta ho
ripensato all’inefficacia di questo banale argomento
riconfermandomi nell’idea che : 1) la controra è un
momento della giornata decisamente produttivo, bisogna solo
chiarirsi il senso di questa produttività 2) non esiste
differenza nella reazione che i popoli del mondo escogitano
per difendersi dalla natura, quanto piuttosto esiste una
differenza riguardo a quanto essi abbiano saputo trarre
come vantaggio dal loro rapporto con la natura, in qualche
caso “matrigna”.
Ho avuto occasione di vedere per la prima volta i quadri che
Sergio ci propone in un’ora che è di “controra”( per
quanti volessero una definizione precisa di ciò di cui
stiamo parlando diremo che la controra è quel momento del
primo pomeriggio che va dalle 2 fino alle 4 e nel quale
,specie d’estate, non vedrete mai anima viva circolare per
le strade di una qualsivoglia città del
Mediterraneo)…bene! Quello che ho visto in quel
pomeriggio afoso e caldo è tutto il contrario di quanto il
significato della controra suggerirebbe.
Ho visto sulla tela riportati bambini dallo sguardo di
adulti che osservano con volontà “catalogatrice”
insetti e rettili dalle forme raramente tranquillizzanti, e
un ranocchio saggio o una lucertola stupita che ci guarda
con fare sospettoso come se le stessimo invadendo un campo
fino a quel momento solo suo… ho visto l’occhio
dell’uomo intromettersi benignamente in un mondo dove si
squadernano i ruoli consueti, si entra in un’altra
dimensione in cui non vale ciò che vale.
Questo credo
quia absurdum , che Sergio mi ha e ci ha preparato non è
altro che l’ ennesima cerimonia che l’arte ci
apparecchia agli occhi! Una cerimonia per la quale
l’autore si è rivolto al mondo dei sogni ( questo
significa veramente controra) un varco aperto su di un mondo
in cui non è in questione se esista o meno attività,
perché indubbiamente esiste, quanto piuttosto se essa
possa condursi con le modalità consuete : se un corpo
adagiato su di un letto pare dormire, nella controra, dopo
l’amore, forse il suo sonno è solo il mezzo con cui si
sta esprimendo la conoscenza di questo altro mondo che ci si
apre solo nella controra e solo nei momenti in cui secondo
la logica normale “siamo fermi”; se un gigante ci appare
steso ed immobile, paralizzato con lo sguardo fisso forse
è solo perché il varco si è aperto ai suoi occhi
rivelando un altro panorama!
Rimane il problema di definire se sia meglio l’ora o non
piuttosto la controra. Ma forse è un falso problema, se si
pone attenzione ad un fatto : ogni porta che vi immette in
un luogo contemporaneamente vi fa anche uscire da un altro;
allora non si dà controra senza ora, allora non si dà
sogno senza realtà.
Quest’operazione vi riuscirà più semplice osservando
le tele di Sergio in cui gli oggetti dell’ora e della
controra si mescolano presenziando insieme sulla tela,
conferma di questo rapporto dialettico che esiste tra i due
tempi.
Vorrei chiedervi di farvi e di fare all’artista questa
domanda, forse un po’ la guida orientativa dentro questa
ultima produzione di Sergio: dove si trova meglio,
nell’ora o nella controra?
E voi?
Testo di presentazione di Enzo Acierno
Inaugurazione Giovedi 9 Ottobre 18-24 al Museo Di Sant'Agostino
Con la Partecipazione di CRISTINA MOLINELLI JAZZ TRIO
La mostra sarà visibile sino a domenica 12 ottobre presso il Museo di Sant'Agostino in Piazza Sarzano 35R Genova
proseguirà fino a sabato 8 novembre presso
Violabox Art Gallery
via Trebisonda, 56 c Genova
martedi' - sabato 15,30-19,30