Parola di Weller. Personale di pittura. Anche in questa esposizione il segno-grafia - simile alla scrittura - tipico dell'artista da piu' di trent'anni, oscilla tra due poli opposti: micro e macroscopico. A cura di Sandro Barbagallo. Testi di Paolo Portoghesi e Claudio Strinati.
a cura di Sandro Barbagallo
Come evento per l’apertura di stagione, Giuseppe Bertolami, Francesco Bonanno e Raffaele Cecora propongono nella Galleria Ricerca d’Arte l’opera più recente della pittrice romana Simona Weller.
Tra i più stimati artisti della sua generazione (anni ’40), la Weller ha esordito nei primi anni Settanta con grandi opere di pittura-scrittura che, rivisitate oggi per questa rassegna, confermano tutta la forza della loro originalità, come ha dimostrato il successo dell’ultima personale tenutasi presso la Galleria Rotta di Genova nella primavera 2008.
La pittura della Weller:
Anche in questa mostra romana, il segno-grafia tipico della Weller da più di trent’anni, oscilla tra due poli opposti: micro e macroscopico. Le “parole dipinte” diventano di volta in volta un ductus microscopico su alcune tele e macroscopico su altre. Le opere più recenti sperimentano il fondo grezzo della tela di juta, in cui i frammenti ingranditi delle parole amate dall’artista (mare, erba, grano, alba) si trasformano in moduli allineati come nella scrittura. Tali moduli hanno una dinamicità interna che li fa apparire come spinti da una forza nervosa, simile a quella che produce il vento con le onde del mare.
Negli anni Settanta l’artista aveva proposto quadri a fondo nero, sorta di tele che mimavano lavagne in cui la grafia fantasticava un dialogo muto tra l’infanzia e pittori e poeti a lei congeniali. Recentemente la Weller ha riproposto anche le lavagne, che mostrano una maggiore consapevolezza e maturità. Si deve sempre a quel periodo il passaggio della Weller dalla struttura della pagina di quaderno a quella di opere in cui la parola si trasforma in trama dipinta, ispirata a quelli che lei definiva “paesaggi mentali”, anche questi ultimi, oggi rivisitati in un ciclo di opere di grande intensità.
Agli anni Ottanta invece, appartiene la scoperta della parola come modulo. Ne nascono opere per certi versi più astratte, ovvero non riconducibili a nessun tipo di suggestione naturalistica, anche a causa della potente struttura, quasi geometrica, che le caratterizza all’interno. Degli anni Novanta è una ricerca irripetibile e unica nel suo genere, in cui gli stessi moduli degli anni precedenti escono dal supporto e si fanno rilievo. Da queste opere nasce in modo molto naturale tutta la serie delle sculture e degli oggetti in ceramica. Agli anni Duemila infine appartiene il ciclo “Lettere di una pittrice italiana a Van Gogh” che indaga in modo concettuale il rapporto tra grafia e immagine.
Chi è Simona Weller:
Nata a Roma nel 1940. Dopo gli studi classici si diploma all’Accademia di Belle Arti con Ferrazzi e Mafai. Dal 1960 al 1963 viaggia e lavora in Thailandia ed Egitto. Nel 1964 vive alcuni mesi a Madrid. In questo periodo la sua pittura risente di un surrealismo di natura, dovuto alla frequentazione dei musei e a un lungo ritiro nella campagna umbra. Nel 1970, tornata a Roma, diventa compagna di Cesare Vivaldi con cui frequenta le personalità più interessanti del mondo letterario ed artistico. Comincia ad insegnare come assistente di Giulio Turcato e nel 1973 esordisce alla Quadriennale di Roma con grandi tele di pittura-scrittura. In questi anni è segnalata al Premio Bolaffi da Giuliano Briganti, da Marcello Venturoli e da Cesare Vivaldi tra i giovani artisti più interessanti del momento. Nel 1976 pubblica il primo saggio sulle artiste italiane del XX secolo: Il Complesso di Michelangelo. Da questo momento la sua ricerca pittorica sarà sempre affiancata da quella saggistica e letteraria.
Nel 1978 è invitata alla Biennale di Venezia e al F.I.A.C. di Parigi. Nel 1980 tiene la sua prima antologica alla Pinacoteca di Macerata e un corso speciale all’Accademia di Belle Arti di Roma. Nello stesso anno inizia la collaborazione al mensile Noi Donne, dove avrà una sua rubrica fino al 1996. Dal 1980 lavora regolarmente la ceramica presso la fabbrica L’Antica di Deruta, partecipando al progetto culturale Deruta 2000 e alla mostra scambio Algeri-Deruta. Dalla fine degli anni ’90 affianca la pittura con l’impegno letterario pubblicando alcuni romanzi storici sulla vita di pittrici celebri. Alcuni cicli delle sue opere pittoriche hanno come tema “la lettera”. Il più recente è Lettere di una pittrice italiana a Van Gogh che le è valso nel 2003 l’invito per una mostra itinerante in Olanda. Negli ultimi vent’anni ha eseguito lavori in ceramica a Deruta, dove ha elaborato nuove forme e nuovi decori. Nel 2005 due musei liguri hanno celebrato quarant’anni di attività della Weller con la mostra antologica Verba Picta. L'8 marzo del 2006, su indicazione del premio nobel Rita Levi Montalcini, il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, le ha conferito l'onorificenza di commendatore per meriti culturali.
Descrizione della mostra:
La mostra si avvale di venti opere recenti a olio su tela e ad acrilico su tela di juta, affiancate da dieci opere degli anni Settanta a tecnica mista. L’esposizione sarà integrata da una campionatura di sculture in ceramica e oggetti d’uso modellati in forme non tradizionali.
Testo: Paolo Portoghesi e Claudio Strinati
Inaugurazione: venerdì 10 ottobre 2008 ore 16.30
Galleria Ricerca d'Arte
via Giulia, 188b - Roma
Orari: dal lunedì pomeriggio al sabato (11.00-13.00 / 16.30-20.00)
Ingresso libero