Art Way Gallery
Treviso
Strada Fonderia, 79b
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WEB
Serena Barbisan
dal 10/10/2008 al 10/11/2008

Segnalato da

Serena Barbisan



approfondimenti

Serena Barbisan
Carlo Sala



 
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10/10/2008

Serena Barbisan

Art Way Gallery, Treviso

Need to move on. Opere pittoriche. La sua e' una ricerca che non mira ad un discorso incentrato sul reale oggettivo, ma ad una trasposizione attraverso il colore delle sensazioni piu' profonde.


comunicato stampa

di Carlo Sala

Rileggendo un’intervista realizzata nel 2006, Serena Barbisan, per descrivere il suo modus operandi pittorico affermava, Il mio lavoro si basa essenzialmente su un “invasivo trattamento” del colore allo scopo di farne emergere le svariate potenzialità.

La sua è una ricerca che non mira ad un discorso incentrato sul reale oggettivo, ma ad una trasposizione attraverso il colore delle sensazioni più profonde. Non vi sono riferimenti tangibili, ma stati emotivi impressi sulla tela. Un tradurre la propria emozionalità mediante la tecnica pittorica, che porta lo spettatore a sentire gli echi del vissuto dell’autrice. Una pittura gestuale, e di conseguenza legata ai moti interiori. Ma per questo non del tutto incidentale, perché derivante da una profonda stratificazione di attimi di vita quotidiana.
Un colore vibrante che domina la scena, dal forte impatto tonale. Un’energia sottesa, quasi a voler affermare un grande e intimo bisogno di libertà, per superare i confini imposti dal reale.

Tra i cicli recenti, di particolare pregio la serie Growing e Questions about the fashion. La prima è composta da dipinti giocati sulla tonalità blu, che identificano un particolare periodo per l’autrice. Un momento di crescita interiore, impresso nella tela tramite i cromatismi astratti che caratterizzano la sua opera. Poi la serie Questions about the fashion, rappresenta una riflessione sul mondo della moda, sui suoi vizi, eccessi, innovazioni è virtù. Tutto è partito da un servizio televisivo in cui la Barbisan aveva sentito annunciare che alcuni dei colori di tendenza per quella stagione sarebbero stati l’oro, il verde e il nero, utilizzati poi nelle nuove opere.

Tralasciando l’aspetto pittorico, questa personale ad Art Way Gallery è certamente un punto di svolta per la ricerca artistica dell’autrice. Vi sono esposti dei nuovi lavori, fortemente introspettivi. In essi non sono poste delle risposte decise e nette, ma tante riflessioni e interrogativi circa gli stati della vita.

In particolare nell’opera In time si affollano quesiti circa i rapporti di amicizia, e su come possono cambiare nel tempo. Il lavoro ha perso quasi totalmente la matrice pittorica, ed a differenza dei precedenti, la componente manuale soccombe a discapito del concetto. Tante piccole immagini fotografiche ci narrano una storia, fatta di suggestioni, ma anche di momenti razionali. Permane solo una piccola superficie pittorica, che nonostante queste trasformazioni in atto (e con la consapevolezza delle rapidità con cui avvengono), scrive we hope so.
Nell’atro lavoro inedito, need to move on, è più chiaro e diretto il concetto di cambiamento, espresso a livello metaforico dal ballo. Vi sono una serie di sei immagini, ognuna con una propria autonomia espressiva, che allo stesso tempo riescono a compenetrarsi in un’unica sequenza narrativa. Infatti, il colore è contrapposto al bianco e nero, il vuoto al pieno, la lentezza alla frenesia. Ecco scatti peculiari che ci pongono varie strade, nella capacità o meno di accettare i mutamenti.

Messe insieme sembrano uno sguardo dall’alto su un istante colto da varie esistenze che hanno interpretato in modo differente il dilemma posto. Alcune hanno avuto il coraggio di seguire il corso della propria strada, mentre altre hanno deciso di attendere ancora, forse troppo.
Probabilmente con questi due lavori Serena Barbisan ha rischiato molto, lasciando il consueto linguaggio per cui è conosciuta, ma, come si può fermare il movimento?…
Carlo Sala

Art Way Gallery
Fonderia, 79b - Treviso

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