Teatro Manzoni
Milano
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Ahmad Jamal
dal 16/2/2002 al 17/2/2002
02 7636901

Segnalato da

Viviana Allocchio




 
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16/2/2002

Ahmad Jamal

Teatro Manzoni, Milano

Alle ore 11.00 "Aperitivo in Concerto" ospita una leggendaria figura di artista, uno fra i piu' influenti maestri nella Storia dell'improvvisazione, il grandissimo pianista Ahmad Jamal. Ahmad Jamal e' fra i più importanti e creativi innovatori del pianismo africano-americano contemporaneo. Artista giustamente mitizzato, fin dai suoi precocissimi esordi ha dimostrato di possedere un'impressionante maturita' di interprete e compositore. Le sue improvvisazioni, infatti, sono veri e propri complessi edifici strutturali di inequivocabile originalita'.


comunicato stampa


pianoforte
Ahmad Jamal

contrabbasso
James Cammack

batteria
James Johnson

I Remember Duke, Hoagy, Strayhorn and Jamal

Alle ore 11.00 "Aperitivo in Concerto" ospita una leggendaria figura di artista, uno fra i più influenti maestri nella Storia dell'improvvisazione, il grandissimo pianista Ahmad Jamal.

Ahmad Jamal è fra i più importanti e creativi innovatori del pianismo africano-americano contemporaneo. Artista giustamente mitizzato, fin dai suoi precocissimi esordi ha dimostrato di possedere un'impressionante maturità di interprete e compositore. Le sue improvvisazioni, infatti, sono veri e propri complessi edifici strutturali di inequivocabile originalità. Non v'è dubbio che l'opera di Jamal rappresenti uno fra i grandi picchi raggiunti dall'improvvisazione africana-americana: conclusione ragionevolissima alla quale il pubblico è da tempo arrivato, anticipando nettamente il più neghittoso parere della critica, ben presto però accodatasi nell'acclamare quest'artista di genio. E basti ricordare il parere di un artista ben poco portato per i complimenti, Miles Davis, che a proposito di Jamal ebbe a dire: I live until he makes another record. He doesn't throw his technique around? Lo stesso Davis dichiarò anni dopo nella sua autobiografia: When people say Jamal influenced me a lot, they're right.

Improvvisatore esente da banalità e non alieno al gran gesto tematico, pure Jamal può dirsi un originalissimo autore di stampo minimalista, la cui arte si affida soprattutto all'inespresso, alle nuances, ai silenzi, alla poetica degli scarti, con un senso supremo e trascinante dello swing che lo apparenta, nella fremente sobrietà, ad un artista come Count Basie, anch'egli abilissimo elaboratore di pause e spazi.

Di raffinatissima complessità armonica e di eccezionale souplesse ritmica, l'arte di Jamal rappresenta uno dei frutti più squisiti e articolati dell'improvvisazione contemporanea. Come ha, per l'appunto, scritto un ben noto critico e studioso come Stanley Crouch: Nessun musicista più di Ahmad Jamal ha articolato un effetto più profondo nel creare un approccio orchestrale all'arte dei piccoli gruppi strumentali negli ultimi 35 anni? Egli ha saputo mostrare come fosse possibile arricchire e amplificare elementi musicali che i più davano per scontati, come fosse possibile organizzare il suono di un complesso attorno alla percussività della batteria e come fosse possibile interscambiare il "riff" con l'"ostinato" o con l'uso dei "vamp"? Egli è un virtuoso che ha saputo profondere una eccezionale creatività anche nei suoi sofisticati e affascinanti

arrangiamenti? La presenza di questo genio della musica, da anni lontano da Milano, costituisce un vero e proprio evento.

AHMAD JAMAL
Nato il 2 luglio 1930 a Pittsburgh, Pennsylvania, Ahmad Jamal (vero nome: Frederick Russell Jones) si rivela un enfant prodige, iniziando a suonare il pianoforte all'età di tre anni. Quattro anni dopo iniziava lo studio della musica, che completava sotto la guida della nota cantante e insegnante africana-americana Mary Caldwell Dawson e del pianista James Miller. Esordisce professionalmente all'età di quattordici anni, e a diciassette inizia a esibirsi in varie parti degli Stati Uniti, sia da solo che con la George Hudson's Orchestra, riscuotendo grande successo. Nel 1950 fonda un proprio trio, denominato The Three Strings, che fu notato dal celebre produttore discografico John Hammond, portando a una serie di incisioni con l'etichetta Okeh. Nascono così, nel 1951, pregevolissime pagine e interpretazioni come Ahmad's Blues, Billy Boy e, soprattutto, Poinciana, che sarebbe presto diventata la celeberrima "sigla" di Jamal. Nel 1955 il pianista inizia a incidere per la Argo (poi Chess) Records: nascono così realizzazioni quali New Rhumba, Excerpts From The Blues, Medley e It Ain't Necessarily So, che verranno poi riprese da Gil Evans e Miles Davis in album quali Miles Ahead e Porgy and Bess. Più volte Davis ebbe occasione, infatti, di esprimere la sua ammirazione per il lavoro di Jamal, da cui sosteneva essere stato fortemente influenzato; in effetti, nel corso degli anni Cinquanta il trombettista avrebbe interpretato e inciso con il suo quintetto molteplici materiali in precedenza affrontati dallo stesso Jamal, come Squeeze Me, It Could Happen To You, But Not For Me, Surrey With The Fringe On Top, Ahmad's Blues, On Green Dolphin Street e Billy Boy. Nel 1956, il pianista che, fino ad allora aveva lavorato con un trio composto da pianoforte, chitarra e contrabbasso (Eddie Calhoun e, dal 1955, il grandissimo Israel Crosby), sostituisce il chitarrista (Ray Crawford) con un batterista (Walter Perkins, poi sostituito, dal 1958, con Vernell Fournier): il gruppo ottiene un prolungato ingaggio al Pershing Hotel di Chicago. In tale occasione (1958) incide un album dal vivo per la Argo, intitolato Ahmad Jamal at the Pershing (originariamente: But Not For Me): da esso viene tratto un singolo, Poinciana, che rapidamente diventa un successo nazionale, inserito per ben 108 settimane nella graduatoria dei dischi più venduti in America. Il successo economico derivatone permette al pianista di aprire un proprio locale a Chicago, The Alhambra, dove naturalmente si esibisce a lungo, e di continuare senza soverchie preoccupazioni una carriera luminosa, che lo caratterizza come artista di grande creatività, elaboratore di un solismo peculiare e capace di distinguersi dall'arte di qualsiasi altro pianista coevo. Nel 1994 Jamal (le cui interpretazioni sono state usate anche in film di grande rilevanza, come Mash! Di Robert Altman e The Bridges of Madison County di Clint Eastwood) è stato premiato dal National Endowment for the Arts con l'American Jazz Masters Award, tributo a un musicista che da decenni si è affermato, grazie a uno stile originalissimo e inventivo, come uno dei grandi maestri del pianismo improvvisato contemporaneo.

JAMES CAMMACK
Originario di Chicago, James Cammack, contrabbassista di eccellente levatura, è un veterano della scena musicale statunitense. Affianca da oltre diciotto anni Ahmad Jamal, e vanta al suo attivo collaborazioni con i più significativi esponenti della musica improvvisata, come i sassofonisti Oliver Lake, Carter Jefferson, George Coleman, Stanley Turrentine, Joe Ford e Billy Harper, il polistrumentista Howard Johnson, il trombonista Earl McIntyre, il trombettista Malachi Thompson, i batteristi Hamid Drake, Jamil Nasser, Idris Muhammad e Keter Betts, la cantante russa Natalia Nazarova, i celebrati bluesman Taj Mahal e Son Seals.

JAMES JOHNSON
Nato a New Orleans, ma trasferitosi per motivi di studio a Pittsburgh, James Johnson è strumentista di spiccate doti. Insegnante presso l'East Oakland Youth Development Center e ancora giovanissimo, collabora da oltre tre anni con Ahmad Jamal.

per ulteriori informazioni:
Viviana Allocchio
Iniziative Speciali
Teatro Manzoni
Palazzo Canova, VII° piano
Centro Direzionale
20090 MILANO 2 (Segrate)
tel.: 0221025118
fax: 0221025110

TEATRO MANZONI
via Manzoni, 42 - Milano
tel.: 02 7636901
DOMENICA MATTINA, ORE 11.00
Biglietto ingresso: Euro 10,50
Ridotto giovani: Euro 7,75

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