L'esposizione milanese mette in luce il linguaggio essenziale e penetrante delle opere di Cattagni, condensate nella metamorfosi che la visione artistica ha voluto imprimere alla natura, alle piante, ai tronchi d'albero che si stagliano solitari in paesaggi irreali. A cura di Valentina Zolla.
a cura di Valentina Zolla
“E' come se un giorno Giuseppe Cattagni, nel varcare l'ingresso del suo studio, avesse aperto la porta su un mondo diverso, inimmaginabile e nascosto, ancorchè a lungo silenziosamente custodito come parte imprescindibile della propria identità”. Così il critico d'arte Ettore Ceriani interpreta il percorso creativo dell’artista, rappresentato da paesaggi e visioni naturalistiche costruite con solide campiture di colore.
Questa esposizione milanese mette in luce il linguaggio essenziale e penetrante delle opere di Cattagni, condensate nella “metamorfosi” che la visione artistica ha voluto imprimere alla natura, alle piante, ai tronchi d’albero che si stagliano solitari in paesaggi irreali.
Il percorso appare dapprima la rappresentazione simbolica della solitudine, dell’aspro e doloroso cammino che intraprende ogni uomo, la figurazione desolante della precarietà che non ammette illusioni e speranze.
Dopo una attenta riflessione si evince però come il soggetto dell’albero possa essere riferito anche alla simbologia antica, come elemento della vita, del riscatto, del cambiamento. Le opere risultano dunque essere sospese in una continua tensione interpretativa, nel duplice significato della valenza simbologica, in eterno dilemma tra morte e rigenerazione.
In ogni tela si avverte la suggestione di questa verità intrinseca, dove la gestualità coloristica del pittore viene controllata in un processo introspettivo che ne delinea l’esito in tessere cromatiche multiformi, accostate a comporre la visione naturalistica.
La consapevolezza di questa esperienza ha condotto Cattagni all’osservazione del paesaggio da molteplici punti di vista, talvolta cogliendo la simbologia mistica del tronco d’albero, talvolta lasciandosi rapire da spazi multiformi di paesaggi lacustri e collinari, dalla infinita bellezza della natura.
Il coerente percorso intellettuale – artistico strutturato negli anni, ha dunque spinto l’artista gallaratese verso l’esito di un espressionismo materico esistenziale, talvolta superato per sconfinare nel surreale, proponendo interpretazioni e rappresentazioni altamente evocative.
“E quando lo sguardo si allunga verso orizzonti lontani, i tronchi d’albero, nonostante lo sviluppo tormentato, non sono più spogli, ma risaltano di una bellezza plastica e solenne: i paesaggi vengono costruiti con impasti vigorosi e solida struttura, come se volessero diventare perenni, rinnovandosi assieme alla natura”.
Vernissage: martedì 21 ottobre ore 18.30. Cocktail
interverrà il critico d’arte Ettore Ceriani
Milano - Spazio Lattuada
Via Lattuada 2 (ang. Viale Montenero)
Orario: da lunedì a sabato 10-19
Ingresso libero