I cartoni della collezione restaurati dall'Opificio delle Pietre Dure di Firenze. L'esposizione ha il duplice intento di documentare il lavoro di restauro condotto su alcuni disegni, per lo piu' preparatori per pale d'altare o affreschi, e di ricordare la figura del primo segretario dell'Accademia di Brera, Carlo Bianconi.
A pochi mesi di distanza dall’inizio delle celebrazioni del bicentenario della Pinacoteca di Brera, la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e Etnontropologici della Lombardia Occidentale dedica una mostra ai cartoni della collezione di Carlo Bianconi. L’esposizione, che segue quella dedicata ai restauri eseguiti dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma, ha infatti un duplice intento: da un lato documentare il lavoro di restauro condotto questa volta dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze – Scuola Statale di Alta Formazione per il restauro come l’ISCR di Roma - su alcuni grandi disegni, per lo più preparatori per pale d’altare o affreschi eseguiti da artisti emiliani, e dall’altro ricordare la figura del primo segretario dell’Accademia di Belle Arti di Brera, Carlo Bianconi, allontanato dal suo incarico dal governo francese per sospette simpatie filoaustriache nel 1801.
Il desiderio di presentare la ricca collezione del Gabinetto di Disegni e Stampe della Pinacoteca di Brera era nell’aria già da tempo, da quando il riordino del materiale, condotto da Daniele Pescarmona, aveva fatto programmare la realizzazione di esposizioni a rotazione, divise per temi e scuole: programma rimasto nel cassetto, per mancanza di fondi statali, e per la difficoltà di trovare finanziatori tra i privati, poiché una mostra di disegni non assicura il successo mediatico di cui ogni sponsor vorrebbe godere.
La mostra di disegni del Seicento Emiliano del 1986 allestita in Pinacoteca e quella dei Disegni emiliani del XVII e XVIII secolo, presentata a Bologna presso la chiesa di San Giorgio in Poggiale nel 1995, sono ormai un lontano ricordo; tuttavia, le ricerche e i restauri sono proseguiti, permettendo fra l’altro di distinguere con chiarezza le originarie provenienze e di fare il punto su vecchie attribuzioni ormai discutibili fra quasi seicento disegni che costituiscono il nucleo del Gabinetto Disegni e Stampe della Pinacoteca di Brera, Carlo Bianconi (Bologna 1732 – Milano 1802) pittore, scultore, incisore, progettista, fratello del medico e archeologo Giovanni Lodovico, amico di Winckelmann che ospitò nel 1755, ebbe l’opportunità di conoscere Francesco Algarotti, la cui influenza è evidente nel suo pensiero estetico.
Fu autore di una guida di Bologna, sulla scia di quella celebre del Malvasia – che si era concentrato esclusivamente sulla pittura -, ampliandola a tutto il panorama figurativo della città. Nella sua casa di Bologna iniziò una raccolta di stampe e disegni, acquisendo sempre più fama di esperto. Nominato nel 1768 accademico d’onore dell’Accademia di San Luca e due anni dopo membro dell’Accademia Clementina, soggiornò a Roma presso il fratello fra il 1777 e il 1778. Nell’ambiente romano ebbe occasione di conoscere il fratello di Carlo Giuseppe Firmian, ministro plenipotenziario del governo austriaco in Lombardia; molto probabilmente proprio qui iniziarono i contatti fra l’abate bolognese ed emissari del governo austriaco, che gli proposero la carica di segretario dell’Accademia di Brera, appena istituita.
Bianconi giunse a Milano il 10 luglio 1778 e subito iniziò a organizzare la complessa struttura didattica appena nata, per la quale erano stati chiamati ad insegnare personalità del calibro di Piermarini, Pollak, Albertolli, Knoller, Traballesi. Nonostante l’impegnativo compito di segretario dell’Accademia lo assorbisse quasi completamente, trovò il tempo di redarre La Nuova Guida della città di Milano, primo compendio del patrimonio artistico della metropoli lombarda: all’edizione del 1783 seguì quella del 1786, ricca di giudizi personali e di indagini preziose, come per esempio quelle sul Cenacolo di Leonardo.
La sua collezione, già iniziata a Bologna, fu implementata a Milano con una raccolta di disegni originali di architetti, incisioni e libri d’arte: oltre 20.000 pezzi, venduti negli ultimi anni di vita per finanziare la pubblicazione della sua traduzione di Vitruvio, rimasta inedita. Una parte della sua collezione (soprattutto disegni di architettura del tardo manierismo e del Seicento) fu acquistata dal Comune di Milano nel 1872. Carlo Bianconi mise a disposizione degli allievi dell’Accademia di Brera una ricca dotazione didattica, famosa al tempo per il nucleo di opere già di proprietà dell’anatomista Ercole Lelli (disegni della struttura ossea, scheletri, cere anatomiche…), e che comprendeva notevoli esempi di grafica degli artisti emiliani del Seicento. Il paziente lavoro di revisione inventariale dei disegni di proprietà della Pinacoteca di Brera, avviato da Daniele Pescarmona, e le ricerche archivistiche di Francesca Valli hanno permesso di distinguere con sicurezza fra i 585 fogli che, acquisiti nel 1901 dall’Accademia di Belle Arti, fanno parte delle collezioni del Gabinetto di Disegni della Pinacoteca, le opere di proprietà di Carlo Bianconi: fra questi i grandi cartoni de La Fortezza e la Temperanza di Ludovico Carracci, l’Assunta di Guido Reni, la Madonna con il Bambino di Cristoforo Savolini, i due Angeli di Donato Creti, e la famosa Battaglia dei pugni di Pietro Liberi, tutti qui esposti dopo il lungo e paziente restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Pinacoteca di Brera
via Brera, 28 - Milano