Ritratti. Per la prima volta in Italia si potranno ammirare circa trenta opere, in una sorta di antologica che percorre trent'anni di ricerca dell'artista, dagli anni Settanta ai giorni nostri. Il titolo della mostra e' 'ritratti'; le opere sono tutte di grandi dimensioni; le tecniche sono tutte le tecniche incisorie: dalla litografia all'acquatinta, dalla mezzatinta alla serigrafia e alcune tecniche inventate dallo stesso artista; saranno inoltre esposti un prezioso arazzo in seta e un tappeto in seta tessuto a mano su lino.
RITRATTI
Dopo il successo della mostra su Alex Katz e Edward Ruscha, l'American
Academy in Rome ha il piacere di annunciare l'apertura della mostra dedicata
a Chuck Close, un altro grandissimo esponente dell'arte figurativa
americana.
Per la prima volta in Italia si potranno ammirare circa trenta opere, in una
sorta di antologica che percorre trent'anni di ricerca dell'artista, dagli
anni Settanta ai giorni nostri.
A parte la partecipazione di Close alla Biennale di Venezia nel 1995 e ad
una mostra collettiva alla Galleria Civica di Torino, nel 1973, la sua opera
così celebrata e celebre in patria (basti pensare alla retrospettiva che il
Museum of Modern Art di New York gli ha dedicato nel 1998), è quasi
sconosciuta in Italia.
Il titolo della mostra è "ritratti"; le opere sono tutte di grandi
dimensioni; le tecniche sono tutte le tecniche incisorie: dalla litografia
all'acquatinta, dalla mezzatinta alla serigrafia e alcune tecniche inventate
dallo stesso artista; saranno inoltre esposti un prezioso arazzo in seta e
un tappeto in seta tessuto a mano su lino.
Per l'occasione sarà pubblicato un leporello, che conterrà un'introduzione
di Lester K. Little, direttore e un saggio di Linda Blumberg, Heiskell Arts
Director dell'American Academy in Rome.
La vita e il percorso artistico di Close si dividono in due periodi,
interrotti e separati da un tragico evento. Nel 1988 Close aveva 49 anni,
viene colpito da una malattia che lo lascia parzialmente paralizzato. Dopo
una durissima fisioterapia, con grande caparbietà lo stesso artista si
inventa un arnese che gli permette, legandosi il pennello all'avanbraccio,
di dipingere.
Le sue teste, rappresentazioni iperealiste, sono sempre il risultato di un
procedimento tecnico molto meticoloso. Close scatta molte fotografie dello
stesso soggetto. Scompone ogni foto riportandola sulla tela per mezzo di
reticoli. Ingrandisce le dimensioni per ottenere una nitidezza del
particolare, quasi maniacale. E' un procedimento lungo e faticoso, che
porta l'artista ad impiegare vari mesi, talvolta un anno per completare un
dipinto.
Dagli anni Sessanta al 1988 la griglia sulla tela è stretta, invisibile, e
il risultato è di una precisione infinitesimale e i dipinti sono
rigorosamente in bianco e nero. Dopo la malattia la griglia si allarga, la
tela si trasforma in un mosaico, in cui ogni singola tessera è un quadro
astratto, che insieme danno un risultato figurativo. La tavolozza si amplia
e si arricchisce, e i dipinti ricreano le sensazioni di un'immagine
digitale.
Note biografiche:
Chuck Close nasce nel 1940 a Monroe, nello stato di Washington. Fin
dall'infanzia Close inizia a dipingere, da quando suo padre gli regala
tavolozza e pennelli e la madre lo accompagna all'Art Museum di Seattle.
Studia pittura al College, frequenta a Seattle l'University of Washington e
dopo la laurea consegue un master in Arti figurative presso la Yale
University. Con una borsa di studio trascorre un anno (1964) a Vienna e
viaggia per l'Europa visitando i più importanti musei dove studia i grandi
della storia dell'arte.
La carriera artistica prosegue parallela a quella professionale, che lo vede
insegnare in varie università . Fin dagli esordi nel campo della pittura,
alla fine degli anni Sessanta, egli dipinge ritratti. Rifiutando qualsiasi
committenza egli dipinge grandi facce di se stesso, della moglie, dei figli
e dei suoi amici, quasi tutti artisti: da Richard Serra a Roy Lichtenstein,
da Alex Katz a John Chamberlain, da Francesco Clemente e Kiki Smith, da
Robert Rauschenberg a Philip Glass.
Esponente di quell'elite intellettuale newyorkese tanto ammirata e invidiata
in tutto il mondo, Close è considerato una vera superstar della pittura. Nel
1998 viene celebrato con una retrospettiva al Museum of Modern Art di New
York.
Solo per citare poche, ma significative mostre personali: nel 1967
all'University of Massachusetts Art Gallery di Amherst, nel 1971 al Los
Angeles County Museum of Art, nel 1975 la prima retrospettiva in vari musei
tra cui il San Francisco Museum of Modern Art, nel 1977 la prima mostra alla
Pace Gallery, nel 1980 al Walker Art Center di Minneapolis, nel 1994 allo
Staatliche Kunsthalle di Baden Baden e poi Monaco in Germania e nello stesso
anno alla Fondation Cartier di Parigi.
Da moltissimi anni lavora con Pace-Wildenstein Gallery, uno dei suoi
ritratti viene venduto fino a due miliardi di lire. Le sue opere fanno parte
delle collezioni dei più prestigiosi musei e la rivista ARTNEWS lo ha
definito una delle 50 persone più influenti al mondo.
INAUGURAZIONE MOSTRA: giovedì 21 febbraio 2002, ore 18.30
La mostra sarà un'occasione immancabile per incontrare Chuck Close che sarÃ
presente al vernissage.
da martedì a venerdì dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00;
sabato e domenica dalle 11.00 alle 18.00; (lunedì chiuso).
Telefono per informazioni: 06-58461
Ufficio Stampa:
Maria Bonmassar: tel. 06-4825370 / 06-5846425
American Academy in Rome
Via Angelo Masina 5 - 00153 Roma