Palazzo Leone Da Perego
Legnano (MI)
via Gilardelli, 10
0331 706011
WEB
Jean Robert detto Ipousteguy
dal 24/10/2008 al 31/1/2009
mar-ven 16.30-19; sab 16-19.30; dom e festivi 10-13/15-19.30; chiuso lunedi
0331 471335

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Jean Robert



 
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24/10/2008

Jean Robert detto Ipousteguy

Palazzo Leone Da Perego, Legnano (MI)

Un'importante occasione per conoscere l'opera di uno dei piu' grandi scultori del Novecento, che lavoro' molto in Italia riscontrando il favore di critici come Luigi Carluccio, Franco Solmi e Mario De Micheli. La mostra, che si concentra sulle due principali tematiche dell'artista, l'eros e la morte, raccoglie un ampio numero di sculture, alcune delle quali fra i suoi capolavori piu' famosi, fino alle ultime nature morte degli anni Novanta.


comunicato stampa

Dal 25 ottobre 2008 al 1 febbraio 2009, nel Palazzo Leone da Perego a Legnano, si terrà la mostra dedicata a Jean Robert detto IPOUSTÉGUY, che si preannuncia come la più importante retrospettiva dedicata al grande scultore francese dalla sua scomparsa, e la prima mostra pubblica in Italia, forte di 45 sculture, 20 disegni e del ciclo pittorico dedicato alla morte del Papa/padre.

L’esposizione dal titolo Eros + Thanatos è organizzata dalla città di Legnano con il patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, del Consolato Generale di Francia a Milano, ed è curata da Flavio Arensi (direttore di Palazzo Leone da Perego) e Pascal Odille, il più autorevole studioso di Ipoustéguy, in collaborazione con Alberto Buffetti.
L’iniziativa fa parte della nuova edizione di SALe (Spazi d’Arte a Legnano), il progetto di riqualificazione degli spazi espositivi cittadini attraverso eventi di qualità. A novembre, si affiancheranno a Iposteguy, le mostre di Carol Rama e di Francesco Albano, entrambe allestite al Castello di San Giorgio.

L’appuntamento di Legnano costituisce un’importante occasione per conoscere l’opera di uno dei più grandi scultori del Novecento, che lavorò molto in Italia riscontrando il favore di critici come Luigi Carluccio, Franco Solmi e Mario De Micheli.
Benché non sia mai stata fatta prima d’oggi una mostra pubblica, Ipoustéguy fu presentato nel nostro paese con una sala personale alla XXXII Biennale di Venezia del 1964 e, successivamente, con una serie di monografiche - a cavallo degli anni Settanta - nelle principali gallerie che trattavano l’arte figurativa: Galatea di Torino, Forni di Bologna, Il Gabbiano di Roma.

Ipoustéguy, senza dubbio un grande innovatore del linguaggio scultoreo tanto da essere presente nei principali musei del mondo, in Italia influenzò autori del calibro di Perez, Bodini, Vangi, grazie alla sua capacità di unire la grande tradizione francese ai più moderni stimoli culturali: Inoltre, avendo per anni lavorato a Carrara, egli impose il suo linguaggio dirompente a molti autori che in Toscana cercavano nel marmo una strada espressiva convincente.
Autore di grandi opere monumentali, fu artefice della più grande istallazione scultorea del XX secolo (Homme costruit sa ville, Berlino), alta quasi sette metri, lunga 20 e larga 4,5.

La mostra, che si concentra sulle due principali tematiche del maestro, l’eros e la morte, raccoglie un ampio numero di sculture, alcune delle quali fra i suoi capolavori più famosi, come Casque fendu, 1956, La Terre, 1962, Homme passant la porte, 1966, Naissance, 1968, Erose en sommeil, 1975, Scène comique de la vie moderne, 1976, fino alle ultime nature morte degli anni Novanta. Le opere analizzano un ampio periodo temporale, dal 1948 fino 1997, nel dialogo costante fra scultura-disegno e pittura; non si deve infatti dimenticare che la carriera dell’artista iniziò proprio all’insegna del disegno. Ai lavori scultorei degli anni Sessanta presentati alla Biennale di Venezia fa eco l’importante serie pittorica dedicata alla morte del padre, mai prima d’ora mai esposta in Italia.

“L’omaggio della città di Legnano a Ipoustéguy – sottolinea il Sindaco Lorenzo Vitali - è il primo nel mondo dopo la scomparsa dell’artista avvenuta nel 2006, nonché la prima personale pubblica italiana. Questo intende dimostrare, ancora una volta, la nostra attenzione nel valorizzare quegli artisti che hanno segnato il tempo presente, senza tuttavia per forza ricorrere ai nomi più abusati del panorama internazionale come nel caso della mostra appena conclusa dedicata a Leonardo Cremonini, o in passato con Congdon, Ferroni, Kollwitz, Rustin, Varlin. Da anni, la città di Legnano si sta dimostrando un punto di riferimento per tutti quegli appassionati che vogliono andare oltre la moda del momento, proponendosi come alternativa forte ad altri spazi, magari più conosciuti, ma molto legati alle logiche dell’arte più commerciale”.

L’occasione ha permesso di ritrovare e pubblicare alcuni stralci autobiografici del maestro francese, riportati in catalogo (edito da Allemandi/Alberto Buffetti Arte), nonché di recuperare i testi di Luigi Carluccio e Franco Solmi, i primi due studiosi italiani ad occuparsi del maestro francese sul finire degli anni Sessanta.

Cenni biografici
Jean Robert (detto Ipoustéguy, dal cognome materno) è nato a Dun-sur-Meuse (Francia) il 6 gennaio del 1920. Trasferitosi nella capitale con la famiglia, nel 1938 si iscrive ai corsi serali istituiti dalla città di Parigi. È il professore Robert Lesbounit a fargli scoprire i maestri della letteratura francese, il Louvre, dove incontra le grandi sculture classiche ma anche Rodin, mentre il gallerista Rosemberg lo introduce al lavoro di Picasso. Nel 1939, durante l’armistizio, è mobilitato a Dijion e soggiorna al campo giovanile di Chartrousette, nel convento de La Grande Chertreuse di Isère, realizzando la sua prima grande scultura in terra cruda e pietra (Pietà), benché in quel periodo sia più interessato al disegno. Rientra a Parigi nel 1941, riprendendo i corsi serali di Lesbounit, ma per fuggire al S.T.O. (il servizio di lavoro obbligatorio imposto dai nazisti), parte clandestinamente per il Sud-Ovest del paese e si fa assumere come manovale in una base militare a Bourdeaux (questo periodo è sintetizzato nell’opera Discours sur Mistra, 1966).
Nel 1946 beneficia di un rinvio militare e Lesbounit ne approfitta per iscriverlo al Concours Général, dove vince il primo premio nella sezione del disegno. Nel 1947 incomincia a dedicarsi alla scultura e nel frattempo, per mantenersi, insegna disegno alla scuola d’Issy-les-Moulineaux.

Nel 1948 l’artista si stabilisce nell’atelier di ceramica Le Noble, a Choisy-le-Roi, dove vive e lavora fino alla morte. Qui nascono le prime sculture sul principio della fusione di materiali differenti, in particolare il gesso e il cemento. Nel 1951 partecipa alla prima mostra collettiva, insieme agli allievi del prof. Lesbounit, cui seguono il “salon” dei Jeune sculpture e dei Réalistés nouvelles. Il celebre mercante Kahnweiler si interessa al suo lavoro e per tutto il 1952 Ipoustéguy gli presenta disegni e gouaches di sapore quasi astratto. Di questo periodo è lo studio dell’opera dello scultore inglese Henry Moore.
Nel 1953 firma la sua prima scultura importante, Croiseur Aurore. Nel 1958 con Casque fendu, afferma d’aver “distrutto l’uomo di Brancusi”, come gesto simbolico di rottura con l’astrazione. Un anno più tardi viene riconosciuto ufficialmente scultore e il suo nome è inserito in due enciclopedie della scultura contemporanea.

Nel 1962, contattato dalla Galerie Bernard di Parigi, organizza la sua prima mostra personale; la collaborazione continua fino al 1982. Lo stesso anno lascia l’insegnamento e parte per un viaggio in Grecia, da cui torna con nuovi progetti e un più attento studio della figura umana, che sarà poi rappresentato da uno dei suoi capolavori, Homme passant la porte. Nel 1964 è presente con una sala personale alla XXXII Biennale di Venezia. Inizia la collaborazione con lo studio Nicoli di Carrara, dove torna a lavorare periodicamente per una decina di anni. Dalla scoperta del marmo deriverà un nuovo potente periodo espressivo che comincia con Agonie de la mère, del 1967, e con la straordinaria istallazione Mort du père, ora al Museo Victoria di Melbourne (Australia).
Nel 1968 Luigi Carluccio presenta una personale alla Galleria Galatea di Torino, cui seguono nel 1971, con presentazione di Franco Solmi, le personali alla Galleria Forni di Bologna, al Gabbiano di Roma e al Centro d’arte di Palermo. Sono le uniche personali che l’artista farà in Italia, mentre diverse saranno le partecipazioni a progetti collettivi.

Nel 1971, all’età di dieci anni, muore la figlia Céline. Questo dramma famigliare è fermato nell’opera Scène comique de la vie moderne (1976). Nel 1975 allo scultore è richiesto di celebrare la memoria di John Neumann, primo ecclesiastico statunitense canonizzato, con una scultura in cui unirà marmo e bronzo. L’opera, rifiutata dalla committenza è stata donata dall’autore alla sua città natale. Stessa sorte capita nel 1977 alla scultura Val de Grâce, commissionata dalle autorità militari francesi e poi respinta, tuttavia istallata all’interno di una struttura ospedaliera sette anni dopo. Nel medesimo anno gli viene assegnato il Grand Prix National des Art et Lettres dal Ministro della Cultura e dell’Ambiente francese, Michel d’Ornano.
Del 1978 è la prima retrospettiva, organizzata da Michel Tronche a Parigi. Nel 1979 una grande mostra è organizzata dalla Kunsthalle di Berlino, diretta da Diter Ruckhaberle. Per l’occasione la città di Berlino gli commissiona un’opera per il Centro congressi, L’homme costruit sa ville, la scultura più grande del XX secolo.
Negli anni Ottanta il tema della figura femminile diventa uno dei suoi preferiti. Nel 1982 Discours sous Mistra è posizionato in un luogo pubblico, a Chambéry-le-Huat, nel liceo cittadino. Lo stesso anno, Parigi gli dedica una retrospettiva al Musée d’art moderne, e l’Ambasciata di Francia a Washington installa l’opera À lumière de chacun per celebrare il bicentenario dell’indipendenza degli Stati Uniti.

Nella seconda metà degli anni Ottanta, Ipoustéguy inizia a lavorare a una poetica delle piccole cose: i frutti, le nature morte compaiono in composizioni che tengono conto anche del linguaggio astratto. Nel 1988 è insignito della Medaglia dell’Académie d’architecture e, su invito del presidente Mitterand, realizza un monumento dedicato al poeta Rimbaud, collocato in piazza Teilhard-de-Chardin (XI Arrondissement) a Parigi. Nel 1989, invece, in omaggio del bicentenario della Rivoluzione francese, realizza una grande opera ( À la santè de la révolution) per il distretto di Bagnolet, alle porte della capitale.
Ancora la Kunstahalle di Berlino, nel 1992, organizza una retrospettiva. Nel 1998 è la volta di una grande mostra a Bar-le-Duc, e nel 1999 a Chelsea, in Inghilterra, organizzata dalla Società reale britannica degli scultori.
Nel 2001 esce il catalogo ragionato dell’opera dello scultore, che raccoglie 612 opere, dal 1938 al 2000. Gli ultimi anni, trascorsi nel ritiro di Doulcon (Meuse), sono dedicati soprattutto alla scrittura. Ipoustéguy muore nel febbraio 2006.
Legnano (MI), settembre 2008

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Palazzo Leone da Perego
via Gilardelli, 10 Legnano
Orario: da martedì a venerdì 16.30-19.00; sabato 16.00-19.30; domenica e festivi 10.00-13.00/15-19.30; chiuso lunedì
Ingresso libero

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