Considering a plot. Il giardino dell'artista - ampia installazione ambientale di disegni al tratto, meticoloso work in progress, risultato di anni di lavoro - e' cresciuto lentamente. La lentezza ne e' componente essenziale: e' intesa come consustanziale alla pratica cognitiva, come ripetizione del tempo biologico, come possibilita' di ricalcare un fenomeno di crescita naturale ma anche di mettere in rapporto i processi formativi che avvengono in natura e quelli del pensiero. A cura di Gabi Scardi.
a cura di Gabi Scardi
Lunedì 3 novembre Viafarini inaugura nella sede di Viafarini DOCVA, alla Fabbrica del
Vapore, una mostra personale dell'artista francese Stephanie Nava.
Il giardino: un microcosmo i cui confini sono precisamente definiti dal contesto urbano
circostante; ma composito ed eterogeneo all’interno. Un laboratorio di convivenza tra specie
diverse, con la sua crescita incontrollabile verso l’alto e verso il basso, verso l’eccelso e
verso il profondo; con piante che s’innalzano sprezzanti verso il cielo e altre che intrecciano i
propri modesti destini nella vitalità ombrosa ma rigogliosa del sottobosco, mentre sotto terra
un lavorìo costante produce fenomeni di modesta o di ampia portata e le radici si contorcono
in invisibili avventure.
Il giardino è anche l’oggetto per eccellenza degli sforzi di un giardiniere-progettista, teso ad
accudirlo ma anche a padroneggiarlo, a controllarne lo sviluppo pianificato, a favorirne
un’armonia, un equilibrio predisposto.
Un mondo in cui si esplicano le energie spontanee del mondo vegetale, con la sua tendenza
alla contaminazione, con i suoi abitanti, i suoi ospiti e i suoi intrusi, dagli insetti alle erbacce
infestanti. Situazioni di accoglienza e di complementarietà, di parassitismo e di dipendenza.
Regole e scontri, specie invasive che s’impongono sul territorio e specie che vengono
protette o si ritirano sconfitte, quelle che spiccano e quelle che crescono discrete. Nel
giardino insieme a virgulti rigogliosi possono crescere incongrui, inquietanti, i frutti del
malessere.
Come tutti i giardini, il giardino di Stephanie Nava – ampia installazione ambientale di disegni
al tratto, meticoloso work in progress, risultato di anni di lavoro, - è cresciuto lentamente. La
lentezza ne è anzi componente essenziale: è intesa come consustanziale alla pratica
cognitiva, come ripetizione del tempo biologico, come possibilità di ricalcare un fenomeno di
crescita naturale ma anche di mettere in rapporto i processi formativi che avvengono in
natura e quelli del pensiero.
Il suo processo di realizzazione di questo giardino è dunque passato attraverso anni di
elaborazione teorica e di lavoro manuale; nel suo formarsi ha lasciato emergere tematiche
cruciali: i fenomeni spontanei e la tendenza al controllo, gli strumenti e le leggi utilizzati per
regolare il giardino ed imporvi un equilibrio -sempre comunque precario- gli strani frutti che vi
crescono inaspettati, la propensione alla colonizzazione di alcune specie, la tendenza
comunque a integrare le nuove che vi approdano, le strategie di resistenza e I dispositivi di
difesa, la stratificazione, la biodiversità, le minacce interne ed esterne.
Un giardino, dunque, con una sua domestica normalità, con la sua profusione generosa, con i
suoi fenomeni di nascita, crescita e morte, con gli innesti, le foglie secche rimosse e i
germogli a sostituirle; ma anche un luogo della sperimentazione, un campo di tenzone per
eccellenza, un teatro di trasformazioni radicali, di fenomeni che si ripetono ma risultano ogni
volta nuovi, ogni volta inediti; fitto di intrecci misteriosi, di contiguità inedite, di situazioni non
convenzionali.
Il giardino di Stephanie Nava, un po’ reale, un po’ visione, come organismo e come
paradigma della nostra complessa contemporaneità.
inaugurazione: lunedì 3 novembre 2008, ore 18
Viafarini DOCVA, Fabbrica del Vapore
via Procaccini 4, Milano
da martedì a sabato dalle 15 alle 19 e su appuntamento
visite guidate ogni sabato alle 16
calendario delle attività didattiche per le scuole su http://www.docva.org/italiano/education.html