La sua opera e' composta da sculture, quadri, arazzi e video, dove i frammenti dalle origini piu' disparate si ricostituiscono in un chiaro e nuovo ordinamento narrativo.
Mauricio Garrido, (Santiago del Cile 1974), è un artista che utilizza in maniera trasversale diverse forme di espressione artistica, con una premessa fondamentale a livello di discorso, materialità e composizione. La sua opera è composta da sculture, quadri, arazzi e video, dove i frammenti dalle origini più disparate si ricostituiscono in un chiaro e nuovo ordinamento narrativo, allo stesso tempo barocco e surrealista, pieno di micro-citazioni della storia dell’arte, della letteratura e dell’iconografia religiosa. Nel suo lavoro, l’esercizio del collage si trasforma dal manuale ad una complessa operazione mentale in cui l’informazione, sovrapposta in una sorta di stratificazione o un insieme di unioni fratturate, si riscrive come un universo unico e multiforme formato da cicatrici.
In mostra anche arazzi che rappresentano gli arcani dei Tarocchi: Il Mago, il Papa, la Torre e la Papessa, che sono stati realizzati con soft-toys anonimi fatti a mano, su materassi comprati dai mendicanti di Santiago del Cile. Un connubio di reminiscenze del punk e folklore latinoamericano.
La mostra è costituita da sculture, realizzate con vestiti di seconda mano, ossa animali e bambole rotte, che rappresentano versioni domestiche e decorative di diverse religioni, e da una selezione di 6 cortometraggi dell’autore presentati in diversi festival (Cina, Spagna e Cile), assieme a un altro video creato appositamente per questa esposizione.
Nelle opere di Garrido, appositamente create per questa mostra, esistono universi inquietanti: favole e canzoni per bambini cantate in un linguaggio barocco e, contemporaneamente, sprofondate nell’oscurità di esuberanti giardini popolati da animali ed esseri impossibili, architetture sconnesse e malinconiche, angoscianti visioni infernali- come Hieronymus Bosch- come riferimento ineludibile di chi vede il mondo - e allo stesso tempo – lo splendore delle tenebre che maledice nell’aurea della luce che benedice.
Testi di Vicente Ruiz, Patricia Rivadeneira e Federica La Paglia.
Inaugurazione: giovedì 30 ottobre 2008 ore 19.00
Istituto Italo-Latino Americano
Vicolo de' Catinari 3 (Scuderie di Palazzo Santacroce) - Roma
Da lunedì a sabato (domenica chiuso) dalle ore 11.00 alle ore 19.00
Ingresso Libero