Mondi possibili. Una serie di opere che hanno come tema privilegiato il rapporto dell'uomo col cosmo. In mostra la grande scultura 'Le vie del cielo', una sorta di invito al viaggio cosmico, 'Corpo celeste' e nella cantina, una macchina per osservare l'universo. Il percorso e' completato da 30 di grandi lavori su carta sullo stesso argomento suddivisi in due cicli, il primo realizzato alla fine degli anni '80, il secondo praticamente inedito.
“Mondi possibili” è il titolo della nuova grande mostra di Eliseo Mattiacci, allestita in Val d’Orcia, tra le colline e i vigneti dell’azienda Icario, un complesso produttivo ideato dallo Studio Valle di Roma, e composto da una serie di cubi incastonati l’uno nell’altro, e inseriti nel più tipico dei paesaggi toscani. La mostra inaugurerà il 1 novembre 2008, negli spai della Cantina Icario alle 11.30, fino al 30 aprile 2009. Tra dentro e fuori, tra terra e cielo, Mattiacci ha pensato a un percorso che si dipana idealmente verso l’alto, alla ricerca, appunto, di “mondi possibili” (evidente anche il riferimento al pensiero di Leibniz sull’esistenza di infiniti “mondi possibili”…), attraverso una serie di opere che hanno come tema privilegiato il rapporto dell’uomo col cosmo.
All’aperto, poggiata su uno spuntone che guarda la valle, è la grande scultura (oltre sette metri di lunghezza!) Le vie del cielo, del 1995/6, una sorta di invito al viaggio cosmico, con i suoi binari d’acciaio proiettati verso il cielo; all’interno, nella grande sala riservata alle esposizioni, e dal pavimento di vetro, è invece “Corpo celeste” (ideato per l’occasione), un agglomerato apparentemente caotico di trucioli metallici che formano una semisfera, quasi che il caos del singolo elemento si combinasse in un universo di relazioni; nella cantina vera e propria, tra le botti di rovere e il loro profumo, una macchina per osservare l’universo.
Il percorso è completato da una trentina di grandi lavori su carta sullo stesso argomento, in due cicli, il primo realizzato alla fine degli anni Ottanta, il secondo praticamente inedito in questa ampiezza.
Ovviamente, l’osservazione del cosmo attraverso queste sculture, che sono vere e proprie “macchine per immaginare”, assume i connotati di un’osservazione metaforica, dove il cosmo osservato è quello interiore: si guarda il cielo per comprendere se stessi, operazione che i sacerdoti e i magi di Ur e di Ninive compivano quotidianamente, durante l’infanzia dell’umanità.
E’ a quell’originarietà che mira anche Eliseo Mattiacci.
La mostra è stata progettata e curata da Marco Meneguzzo, che ha redatto un importante saggio critico nel catalogo della rassegna, edito da Silvana Editoriale.
Eliseo Mattiacci è uno dei protagonisti dell’Arte Povera italiana; il movimento ribattezzato da Germano Celant alla fine degli anni Sessanta che propose l’insorgere di oggetti ed elementi primari come fonti e fasci di energie. È del 1967 il clamoroso esordio di Mattiacci nella galleria “La tartaruga”, storica ed importantissima galleria d’arte romana, che ha evidenziato le più importanti tendenze dell’arte italiana di quel periodo. Alcune importanti mostre in cui Eliseo Mattiacci ha esposto le sue opere: XLIII Biennale di Venezia, 1988, Galleria Civica di Modena, 1988, Museo di Capodimonte, 1991, Galleria Dell'Oca, Roma, 1991, Fondazione Prada di Milano, 1993, Museo d'Arte Moderna di Bolzano, 1996, Centro per le Arti Visive di Pesaro, 1996, Mercati Traiani a Roma, 2001, Galleria Dell’Oca, Roma, 2007, XIII Biennale di Scultura, Carrara, 2008. Nel 2008 Eliseo Mattiacci riceve il Premio «Antonio Feltrinelli» riservato a cittadini italiani per la Scultura dall’Accademia dei Lincei.
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Inaugurazione sabato 1 novembre alle 11.00
Cantina Icario
Via delle Pietrose, 2 Montepulciano (SI)