Alchimie tautologiche. Viene proposto, attraverso la selezione di una trentina di opere, il lavoro pittorico di uno dei maggiori protagonisti del movimento di azione e performance artistiche dell'Europa orientale. Le buste di carta del pane, la carta da imballaggio, i vecchi giornali, sui quali e' applicata la pittura, si rivelano frammenti del nostro ambiente di vita.
Per la prima volta viene esposto in Italia, attraverso una selezione di una trentina di opere, il lavoro pittorico di Jusuf Hadzifejzovic, uno dei maggiori protagonisti del movimento di azione e performance d’arte dell’Europa orientale.
“Quando riconosci che il nonsense è una realtà cominci a vivere all’interno di questa realtà”.
Uno degli artisti più provocatori della sua generazione, personalità forte e indipendente analizza ogni particolare della vita con gli occhi di un antropologo. Tutto è fonte di ispirazione: usa oggetti di scarto, materiale riciclato, ciò che è stato usato, buttato via, dimenticato: mute testimonianze della condizione umana nelle sue infinite contraddizioni, oscurate dal buio dell’oblio che attraverso una sorta di gioco tautologico vengono restituite alla luce e rivelano la loro stessa esistenza.
Così le buste di carta del pane, la carta da imballaggio, i vecchi giornali, sui quali è applicata la pittura - spesso i colori sono quelli della terra: nero, bianco, grigio, ombra – si rivelano frammenti del nostro ambiente di vita. I segni della pittura ripercorrono le linee delle piegature delle buste, della carta da pacchi, le righe di testo dei giornali, cancellandone il contenuto, evidenziando il valore puramente semantico del suo linguaggio.
Inaugurazione 10 novembre ore 18,30
Erica Fiorentini
Via Margutta 17 - Roma
Lun-ven 10,30 - 13,30 ; 15,30 - 19,30. Sab 10,30 - 13,30
Ingresso libero