Personale. In mostra una selezione di opere pittoriche. Dai lavori in mostra emerge l'uso particolarmente frequente del nero, con tutti i suoi aspetti metaforici e simbolici.
Dipingere oggi sembra esser diventata attività desueta, ai margini di una contemporaneità nella quale i riferimenti linguistici, storici e iconografici si sono vorticosamente moltiplicati. Mi sento molto coraggiosa nell’addentrarmi in una riflessione che tenta di cogliere le costanti esistenziali che accompagnano l’uomo fin dagli albori della sua e della mia storia cercando poi di suggerirmi e di suggerire sintesi iconologiche relative al nostro tempo e alle mie esperienze di vita.
Come disse Picasso: “La pittura è una professione da cieco: uno non dipinge ciò che vede, ma ciò che sente, ciò che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto”. Attimi che si fondono con la poesia, in un atteggiamento religioso (nel senso simbolico del termine “religo” cioè riunisco) e nel quale l’humana virtus può ritrovare una collocazione plausibile per rapporto alle schizofrenie, alle manie, alle mode e agli assurdi del contemporaneo che la stessa storia dell’arte con i suoi malintesi ha generato.
Mi rendo conto che l’uso frequente del nero nei miei dipinti contiene aspetti metaforici e simbolici anche per rapporto al tempo presente, in cui il progresso tecnologico e le perversioni del mercato, inneggiano ad una politica di consumismo pornografico o “romantico” dei sentimenti. Se non si riassume l’iconologia e la simbologia riferita al color nero in uno stereotipo riferito alla negatività e alla morte, il nero che propongo spesso scaldato con catrame liquido, ha molteplici risvolti in una riflessione sul senso del contemporaneo. È forse tipico di molti periodi di decadenza culturale e, oggi, anche di degrado ambientale, che urge ravvicinarsi con autenticità e umiltà all’essenza e all’origine delle cose per poter rintracciare connessioni analogiche tra fisica, metafisica, metafora e simbolo . In questo senso cerco di vivere ed operare con una ragion d’essere che coniughi il presente con la poesia di un futuribile, in una sorta di sospensione alchemica tangibile nei miei lavori al nero.
Dina Moretti
Dina Moretti è nata a Lugano nel 1958.
Dopo gli studi all'Istituto Magistrale, si è diplomata all'Accademia delle Belle Arti di Brera (Milano-Italia) nel 1985.
AB Arte Bastia
via Rosolino Pilo, 14 - Milano
Orario: lun-ven 15.00-19.00
Ingresso libero