Mondi simultanei. L'artista dipinge luoghi complessi e densi di significato: librerie e biblioteche, metropoli, boschi. Ambienti dalle caratteristiche contrastanti condotti all'unita' da uno stile del tutto personale.
a cura di Lorenzo Canova
Massimo Giannoni dipinge luoghi carichi di significato: biblioteche, borse d’affari, metropoli, boschi. Alla recente Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Roma, un suo grande dipinto esposto quasi per gioco accanto ai grandi maestri del ‘900 storico ha catalizzato l’interesse dei compratori. Un episodio che conferma il fascino della sua pittura, protagonista, sino al 4 dicembre, di una mostra ospitata dalla Galleria Fabrizio Russo di Roma.
Massimo Giannoni dipinge per serie luoghi complessi e densi di significato: librerie e biblioteche, borse d’affari, metropoli, boschi. Ambienti dalle caratteristiche contrastanti condotti a miracolosa unità da uno stile e una tecnica del tutto personali. Giannoni, infatti, segue una sua inconfondibile linea, autonoma dai condizionamenti di mode e tendenze, un percorso solitario iniziato in età matura, dopo aver speso la prima parte della vita viaggiando.
I mondi simultanei che compongono il seducente sistema di immagini creato dall’artista sono protagonisti di una mostra ospitata da Fabrizio Russo sino al 4 dicembre. Dipinte con la tradizionale tecnica dell’olio su tela, le trentasei opere in esposizione inducono a riflettere sulla capacità di analisi del reale che il linguaggio della pittura dimostra ancora di possedere. Strumento di interpretazione per niente obsoleto anche quando si tratta di esprimere la contemporaneità, grazie, scrive Lorenzo Canova, curatore della mostra,”a quelli che molti considerano i suoi limiti, come il carico di storia che lo precede o la sua lentezza esecutiva”. Giannoni, d’altronde, non ha mai nutrito dubbi sulle possibilità del mezzo che maneggia con consumata perizia e passione vera: “Mi piace la pittura, uso la manualità, facendo un’arte che sia riconoscibile a tutti”.
Un’arte, però, che dietro l’attitudine a sedurre nasconde le insidie di una natura ambigua, non sempre facile da decifrare. Che dire ad esempio di quel suo modo peculiare di usare il colore? Steso a spessori aggettanti, in pratica masse di materia colorata modellate come forme, il colore dell’antica tecnica della pittura ad olio finisce per essere l’elemento che scardina la bidimensionalità del dipinto e lo tramuta in opera di carattere plastico, fisicamente protesa verso lo spettatore. Un’opera più reale del reale se osservata da lontano, informale ed astratta quando la visione si fa ravvicinata. Giannoni dipinge con l’artigianale sapienza di un pittore rinascimentale? Sì, arrivando a preparare la tela con uno strato di colla di coniglio pigmentata per dare assorbenza al pigmento senza comprometterne trasparenza e luminosità, però la fonte dichiarata delle sue pitture è sempre il mezzo moderno della fotografia. Molte parole sono state dedicate anche all’ambiguità dei soggetti che predilige: da una parte boschi e librerie, territori silenziosi di isolamento e meditazione, dall’altra le voci, le luci, la sovrabbondante energia di borse d’affari e metropoli, i luoghi della vita contemporanea. La mostra proposta da Fabrizio Russo li mette a confronto consentendo di verificare come la natura del soggetto suggerisca al pittore impostazioni prospettiche di carattere contrastante.
Sottolinea a questo proposito Lorenzo Canova che le rappresentazioni di boschi e biblioteche sono concepite come “soggettive” in cui l’osservatore è invitato a passeggiare tra gli alberi o gli scaffali, mentre “per i quadri che rappresentano le operazioni di borsa e le scene metropolitane, il pittore utilizza vedute aeree o una prospettiva a volo d’uccello, come se queste realtà fossero intuibili soltanto attraverso una visione distante che non entra direttamente in rapporto con il brulicare di voci, corpi e relazioni di quegli spazi”. In effetti, il punto di osservazione prescelto si rivela sempre quello ideale per affrontare l’affascinante complessità che è il comune denominatore degli ambienti indagati da Giannoni. Calarsi nella profondità di luoghi topici, complicati intrecci di simboli e vita sembra essere l’assillo che muove la sua pittura. Era quindi inevitabile, alla fine, il confronto con Roma, per antonomasia città della stratificazione, metropoli inafferrabile che, sorvolata dall’alto nella più recente produzione dell’artista, diviene quasi comprensibile.
Cocktail di inaugurazione sabato 8 novembre dalle ore 18,00
Galleria Fabrizio Russo
via Alibert, 20 - Roma
Orario di visita: lunedì 16.30-19.30 dal martedì al sabato 10.00-13.00 16.30-19.30 Chiuso domenica e festivi
Ingresso libero