La tematica del silenzio all'interno del processo artistico, e in modo particolare dei cinque artisti che in questa occasione si vogliono presentare, viene intesa non come mutismo o assenza di parole ma come eliminazione di elementi superflui e ridondanti, per lasciare parlare le immagini e i colori.
Angela Memola è lieta di presentare le opere degli artisti Boschi, Cinelli, Grassi, Ronci, Zamboni.
La mostra segue la proposta e il progetto espositivo presentato ad Art Verona 2008.
La tematica del silenzio all’interno del processo artistico, e in modo particolare dei cinque artisti che in questa occasione si vogliono presentare, viene inteso non come mutismo o assenza di parole ma come eliminazione di elementi superflui e ridondanti, per lasciare parlare le immagini e i colori. Questa assenza di rumori pervade le opere di ognuno degli artisti presentati e rappresenta il filo e la chiave di lettura di questo progetto.
La decisione di presentare cinque personalità artistiche apparentemente lontane tra loro è determinata appunto da questo comune elemento, che però in ogni artista si sviluppa in modo diverso. La pittura di Dino Boschi (Bologna, 1923) è pervasa da un senso di sospensione e si caratterizza per quella “…solitudine, riservatezza, e da qui anche quella sorta di paziente attesa” che “diventa forma e contenuto dei suoi quadri e che sembra permearne l’essenza fin dal principio” . (B. Buscaroli, Vita per vita. Pittura per pittura, dal catalogo della mostra “Dino Boschi” presso la galleria GrafiqueArtGallery, Bologna, 10 maggio-27 giugno 2008).
Antonella Cinelli (Teramo, 1973) dipinge una donna in solitudine, pensierosa, ma consapevole. “Fuma, guarda diretta” e riflette, soprattutto su se stessa, sulla sua condizione e le sue libertà. Marco Grassi (Milano, 1966) è interessato a dipingere volti di donne dallo sguardo fisso ma penetrante, nel silenzio di un’intimità che lui stesso dice venirsi a creare attraverso un gioco di sguardi e gesti tra chi guarda e il dipinto stesso.
Stefano Ronci (Rimini, 1972) rappresenta momenti caotici e rumorosi, tipici del nostro tempo. ma, pur essendoci folle, ognuno si trova solo con se stesso. Non c’è né incontro né scontro, e lo sguardo di ognuno è rivolto alla propria interiorità. L’artista per esasperare questa situazione di intimo silenzio sceglie le angolazioni più impensate e i tagli più aggressivi.
Alberto Zamboni ( Bologna , 1973 ) “I non-luoghi di Zamboni sono tali non perché possano essere situati dovunque, o perché si ripetano simili in ogni parte del mondo. Al contrario, sono senza tempo e senza fissa dimora perché non esistono per tutti indistintamente, perché non si ripetono mai da uno spettatore all’altro, perché ognuno può e deve dargli una propria collocazione all’interno della memoria, del desiderio e dell’immaginazione.” dice Chiara Argenteri.
Grafique Art Gallery
via Ferrarese, 57 - Bologna
Ingresso libero