MT2425. Un'installazione pittorica nella quale un pavimento completamente ricoperto di tele lavorate matericamente, trasformato in una sorta di paesaggio lunare, argenteo e magmatico, dialoga con un grande cielo sospeso, capace di offrire l'illusione di uno scoperchiamento dell'edificio.
a cura di Simone Facchinetti e Giuliano Zanchi
L’Oratorio di San Lupo a Bergamo si ripropone come spazio di ospitalità per allestimenti di arte contemporanea. Come nel 2007, il Museo Bernareggi, in occasione di “Danze Macabre”, invita un artista contemporaneo a cimentarsi con le sue inconsuete suggestioni.
Dal 22 Novembre 2008 è la volta del pittore milanese Giovanni Frangi che accetta di lavorare sulle evocazioni di un testo evangelico. Si tratta di una sorta di discorso escatologico contenuto nel Vangelo di Matteo (di qui il titolo della mostra), parallelo a quello che si trova nel Vangelo di Marco, nel quale vengono toccati i temi che intrecciano il corso della storia e il senso del tempo, le inquietudini del disincanto terreno e la promessa di un compimento possibile.
Su questioni così sfuggenti Giovanni Frangi non compie naturalmente un’ operazione semplicemente illustrativa. Non ha nemmeno la pretesa di addentrarsi in esse con atteggiamento interpretativo.
L’allestimento che propone in uno spazio evocativo come San Lupo – costruito nel 1734 e presso cui era aggregata la Giovanile confraternita della morte e che fino all’inizio dell’Ottocento svolse la funzione di cimitero e ossario della vicina chiesa di Sant’Alessandro della Croce - si limita a generare risonanze possibili attingendo agli elementi formali della sua quotidiana ricerca che gravita attorno alle suggestioni della natura.
Il risultato è una installazione pittorica di grande impatto nella quale un pavimento completamente ricoperto di tele lavorate matericamente, trasformato in una sorta di paesaggio lunare, argenteo e magmatico, dialoga con un grande cielo sospeso, capace di offrire l’illusione di uno scoperchiamento dell’edificio. La dialettica dei due elementi determina un effetto indubbiamente spettacolare. “Al centro” si colloca idealmente lo spettatore che percorrendo le balconate del primo e secondo piano si muove come sospeso tra Terra e Cielo.
Danze Macabre 2008
Un programma di mostre, rassegne e incontri, in cui arti visive e sceniche, popolari e colte, pop e highbrow, si raccolgono intorno al tema della morte: dal 30 ottobre 2008 al 15 marzo 2009 è di scena a Bergamo e nel territorio “Danze Macabre. La figura della Morte nelle arti”, rassegna promossa da Fondazione Adriano Bernareggi e Fondazione Benedetto Ravasio che promuove una riflessione nuova e multidisciplinare, tra teatro e arti visive, sul tema della morte.
Maggiori informazioni su
http://www.museobernareggi.it/html/danze_macabre_2008.html
Giovanni Frangi è nato a Milano il 12 Maggio 1959. Ha iniziato a dipingere molto presto, ha seguito un cursus di studi del tutto normale (diploma all’Accademia di Brera a Milano nel 1982); ha esposto per la prima volta a una collettiva alla Rotonda di via Besana a Milano nel 1983, dove è tornato l’anno dopo, con alcuni pastelli, per la mostra “artisti e scrittori”. Del 1983 è la sua prima personale, alla galleria La Bussola di Torino. Nel 1986 riesordisce con una personale alla Bergamini di Milano: il catalogo conteneva un testo di Achille Bonito Oliva. Nel 1987 entra in contatto con la Galleria Poggiali e Forconi di Firenze, dove terrà più di una mostra monografica, tutte accompagnate da un catalogo: il primo, del 1987, con uno scritto di Piero Bigongiari; il secondo, del 1992, con quattro poesie di Alda Merini e testi di Marco Di Capua e Vittorio Sgarbi; il terzo, del 1997, con un saggio di Aldo Busi, intitolato La fabbrica desnuda. Nel 1989 valica per la prima volta i confini dell’Italia, ed espone alla Galerie du Banneret a Berna, dove ritorna nel 1990 e nel 1992. Verranno poi Barcellona(1989), New Orleans(1993), Carmel(1994), Losanna(1995), Hong Kong(1997).
Nel 1992 partecipa a “Paesaggi italiani” a Palazzo Sarcinelli, a Conegliano, iniziando un rapporto con Marco Goldin che approderà, nel 1997, a una mostra antologica nella stessa sede, accompagnata da un volume pubblicato dalla casa editrice Electa. Pochi mesi dopo, alla casa dei Carraresi, a Treviso, ripercorre la sua produzione su carta in una mostra monografica. Nel 1996, invitato da Duccio Trombadori, espone due Tangenziali alla XII Quadriennale di Roma, dove vince il premio della Camera dei Deputati, che consiste nell’allestimento - l’anno successivo - di una mostra, a Montecitorio, alla sala del Cenacolo; è La fuga di Renzo, un ciclo di dieci tele, accompagnate da un catalogo con testi di Giovanni Agosti e Vittorio Sgarbi. Nel 1998 presenta alla Compagnia del Disegno di Milano due grandi dipinti, Il giorno e La notte, con un album di Giovanni Agosti. In questa galleria milanese era stata montata nel 1998 la mostra “Testori - Frangi - Milano”; sempre lì, nel 1992, aveva tenuto una monografica con un catalogo di Luca Doninelli. Dopo i Paesaggi senza foche esposti alla Galleria Forni di Bologna, nell’estate del 1998 organizza - a seguito della vittoria del premio Morlotti - la mostra Demasiado tarde a Imbersago, sulle rive dell’Adda. Nel 1999 tiene una mostra monografica a Hong Kong presso Catherine Kwai, e una a Utrecht al Contemporary Art Centre di Schalkwijk.
Nel mese di Ottobre dello stesso anno presenta per la prima volta al Palazzo delle Stelline di Milano il ciclo Il richiamo della foresta; ideata insieme a Giovanni Agosti, la mostra comprendeva tredici grandi dipinti, che collocati come quinte, rappresentavano un bosco. Nel 2000 espone alla galleria Lawrence Rubin a Milano, alla galleria dello Scudo a Verona, e alla Brookings Gallery di San Francisco. Nel 2001 espone a Los Angeles un ciclo di dodici quadri ispirati ai mesi dell’anno presso la Ruth Bachofner Gallery. Dopo i periodi nei quali sviscera la potenzialità del colore nei paesaggi segnati dal passaggio delle stagioni, del clima, della luce orienta il proprio interesse verso il tema dell’acqua, delle isole, dei porti. Quest’ultimo periodo, noto a critica e pubblico come il ciclo delle isole è presentato nell’ambito della Biennale di Venezia all’interno dell’anteprima del progetto La Nuova scena artistica italiana, in programma da luglio a Strasburgo presso il Parlamento Europeo. Invitato ad esporre al Museo di Villa Panza di Biumo a Varese, dal 14 febbraio al 21 marzo 2004, presenta il progetto NOBU AT ELBA: un’opera costituita da quattro grandissime tele dipinte e da una ventina di sculture in gommapiuma, su cui gira la luce ad intervalli regolari di 12 minuti, con l’intenzione di fornire un’emozione parallela a quella che si prova di notte vicino ad un corso d’acqua, in un ambiente disabitat
Incontro nell’ambito della mostra: Giovedì 18 dicembre, ore 18.00 - Museo Adriano Bernareggi
Interverranno: Giovanni Frangi e Giuliano Zanchi
Moderatore: Simone Facchinetti
Ufficio stampa: B@bele Comunicazione
Barbara Mazzoleni > tel. 320.8015469 >
info@babelecomunicazione.it >Skype: babele73
Inaugurazione: 21 novembre 2008, ore 18, al Museo Adriano Bernareggi
ex Oratorio di San Lupo
via San Tomaso 7, Bergamo
Orari mostra: martedì – domenica 9.30-12.30 15.30 – 18.30
igresso libero