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Jeronimo Casas
dal 3/3/2002 al 4/4/2002
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Jeronimo Casas




 
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3/3/2002

Jeronimo Casas

Tedavi 98, Firenze

Una ricerca, un cammino che permette di affrontare la creazione letteraria e scenica in tutta la sua magnitudine e valorizzare le arti. Un'alternativa per potenziali scrittori (teatrali e non), attori, registi, autori teatrali, artisti scenici, che troveranno, nel transito di variabili creative, proposte per lo sviluppo dell'immaginario personale e della molteplicità creativa. Quindi, partendo dalla drammaturgia, formare un genere e uno stile che identifichi e rappresenti l'artista.


comunicato stampa

Cos'è la drammaturgia? Qual è la situazione attuale della creazione drammaturgica?
Qual è l'intenzione di questo laboratorio?
di Jerónimo Casas

Non è facile definire un termine così ampio come quello della "drammaturgia", ma posso rischiare citando alcune definizioni installate nel mondo dell'arte. Alcuni trovano nella parola "drammaturgia" il risultato di un'azione che effettua un autore teatrale, cioè, un testo teatrale o una "drammaturgia". Questa definizione è semplicemente un sinonimo di "scrivere teatro". Per tanto, drammaturgo è quello che scrive un testo teatrale, sinonimo di autore di testi teatrali. Amleto, è una drammaturgia del drammaturgo W. Shakespeare. Edipo re, è una drammaturgia del drammaturgo Sofocle.
Allora... Non è meglio chiamarli scrittori teatrali? Invece di chiamarli drammaturghi? Perché, se fosse soltanto così.... Cosa succederebbe con gli altri componenti o ruoli della teatralità? Gli attori, i registi, gli scenografi, i costumisti, i produttori... non sono creatori? Cioè, i drammaturghi? Nello spettacolo, in particolare nel teatro, che è un arte di gruppo, sono tutti Autori e Creatori, quindi drammaturghi, in quanto formano parte della creazione e partecipano ad una drammaturgia che definisce il discorso che si rappresenta. "Drammaturgo", sinonimo di "autore" o "creatore". Drammaturgia del regista, dello spazio e delle sue condizioni, degli attori, della produzione, insomma, di tutti i teatranti.
La drammaturgia è il risultato "dell'autorità" del creatore per una potenziale spettacolarità. Oggi, grazie all'evoluzione o al "mutamento" della storia dell'arte, ai fenomeni socio-politici-culturali-economici, ci troviamo con una creazione teatrale composta da una forte eterogeneità di risorse per la costruzione artistica. Il teatro, dalla sua nascita, è sempre stato un'arte viva ed istantanea, che riflette il quotidiano e l'immaginario, raggruppando manifestazioni artistiche, come la danza, il canto, la musica, la poesia, ecc... alimentandosi di forme e generi, stili, tendenze, modelli e formule particolari.
Come indirizzarlo alla creazione letteraria?
Il teatro e la drammaturgia, corsie parallele e complementari dell'essere, per la sua possibilità "etero-artistica", educativa e ricreativa, ci permette di abbordare diversi generi e stili letterari ed artistici, trasformandoli in risorse e stimoli per la creazione di un potenziale testo scenico e non.
La scrittura creativa applicata alla drammaturgia, non è soltanto la creazione di testi teatrali, è una ricerca, un cammino che permette di affrontare la creazione letteraria e scenica in tutta la sua magnitudine e valorizzare le arti. E' un'alternativa per potenziali scrittori (teatrali e non), attori, registi, autori teatrali, artisti scenici, che troveranno, nel percorso delle variabili creative, proposte per lo sviluppo dell'immaginario personale e della molteplicità creativa. Quindi, partendo dalla drammaturgia, formare un genere e uno stile che identifichi e rappresenti l'artista.

Il profilo del creatore scenico.
di Jerónimo Casas.

Alle porte del secolo XXI, o meglio, transitando le sue prime stanze, babeliche e caotiche dovremmo domandarci: qual'è il profilo del creatore teatrale? Come dovrebbe posizionarsi l' attore, o il teatrante? Come affrontare la creazione, la teatralità, il discorso e la produzione?
Insomma...
Qual' è il modo adeguato per esprimerci teatralmente nella nostra contemporaneità?
Siamo in tempi vertiginosi, di velocità, di caos, di sensi mescolati, dell' univoco e del plurale, del teatro e del metateatro, dell' artistico e del multiartistico.

Società, pensiero e cultura, eterogenea-schizofrenia, che formano parte di un collage del quotidiano che ci propone nuovi punti di vista e possibilità di abbordare il "teatrale".

Nel percorso della storia, il teatro, come tutte le arti, ha subito cambiamenti, modificazioni, influssi, dovuti alle diverse condizioni culturali, tecnologiche, economiche, filosofiche, politiche, sociali, ecc. E' parte dell'arte, e un componente essenziale, appropriarsi di queste modificazioni, è una qualità importante, quella di adattarsi alla continua riformulazione di estetiche. Tutto ciò converte il teatro in "un'arte viva", potente, che indaga e provoca, intrattiene e commuove, soltanto per citare alcuni obiettivi della sua specificità.

Considero, che nella cultura di oggi ed in modo particolare del "fare teatro", sia necessario rivedere continuamente la sua storia, la sua funzione, la sua essenza, i suoi cambiamenti ed i fenomeni che hanno lasciato tendenze ed estetiche. Ricorrendo a metodi e ad analisi opposti, contraddittori, distanti tra loro, sarà possibile trovare un'espressione che si accordi ai nostri tempi. Affrontare nelle sue parzialita uno di questi metodi, non risolve il problema dell' espressione. Rischiamo di cadere nell' accademico, nell' antropologico, o meglio, in risultati teatrali che si avvicinano al prevedibile, al conosciuto, all' ovvio per lo spettatore.

Conoscere la storia, le varie forme dell' arte e assorbire dalla realtà i fenomeni che ci circondano e con i quali conviviamo. Ricercare continuamente e instancabilmente per acquisire nuove risorse utili per la costruzione scenica.

Ripercorrere e riflettere significa, quindi, capire le virtù ed i difetti dell'arte. Indagare e modificare stili instaurati nelle loro tipologie. Cercare continuamente la propria teatralità, individuale ad ogni artista, all'attore, elemento determinante del "teatrale", il motore creatore della scena, persona che pensa, sente e ragiona, esprimendo la sua posizione in questo mondo.
Non esistono metodologie uniche, forse un giorno ci saranno, ma quel giorno, il teatro e l'arte moriranno per aver perduto la loro vitalità, aver perso la loro inquietudine.
L'attore vivo, è quello che propone con la sua creazione. E' quello che presenta continuamente nuovi orizzonti al regista e al pubblico, che è un "tiranno addormentato". Abituato, e male, ad un teatro che poche volte trasmette emozioni o provoca nella sua forma e contenuto. Però, non dimentichiamo lo spettatore, che addormentato nelle poltrone governa come nell' epoca del Circo Romano, aspettando di vedere nell' attore, non un' immolazione sacra, ma un rischio e un compromesso da parte dell'artista, desidera vedere ancora nel suo letargo, un fatto vivo, come quello del TEATRO.

Per tanto, quelli che educano, lavorano, fanno, pensano e scelgono il teatro come un'arte e non come un divertimento effimero o come una terapia superficiale, e lo difendono perchè trovano in esso una possibilità di espressione e di comunicazione, devono formare il pubblico. Adeguandosi alla velocità dello spettatore nella sua percezione e ricezione, affrontando le sue paure e confrontando le sue opinioni; incentivando l' artista nella sua profonda e unica funzione, quella del CREATORE.

E' così, che considero che in questi tempi il teatro, come sempre ha fatto, possa sopravvivere. Come un risultado di OPERA VIVA, in cui l' azione accade solamente nel momento della rappresentazione, o meglio nella presentazione di un CREATORE VIVO.

Sinopsi Vitae
Jerónimo Casas, attore, regista, drammaturgo, insegnante teatrale.
Nasce nella Città di La Plata nel 1974. Argentina. Nel 1995 si diploma nella Escuela de Teatro La Plata con il Titolo di Attore. Nel 1998 riceve il Titolo di Drammaturgo, assegnato dalla Escuela Municipal de Arte Dramático. Buenos Aires. Argentina. Segue diversi seminari con registi teatrali, Ricardo Bartís, Norman Briski, Simon Mc Burney, Theatre of Complicitè. Daniel Veronese del Periférico de Objetos, Javier Torre. Partecipa nel 1996, al Seminario di Nuove Tendenze nella Creazione e Produzione Teatrale, coordinato dal drammaturgo José Sanchis Sinisterra. Sala Beckett. Spagna. Nel 1997 è co-fondatore della Compagnia del Teatro Cínico. Regista di spettacoli come: "R.I.P" e "Città Eterna", entrambi nel 1997. "Dos Mujeres", coproduzione con la Perversa Teatro di Barcellona. Spagna. 1998. Vince il Premio alla Nuova Drammaturgia 1998, assegnato dal Festival di Teatro Indipendente. Buenos Aires. Argentina. Città Eterna è pubblicato dalla Comuna Ediciones. Comune di La Plata. Argentina.1999. È l´attore protagonista di "Uno, La Poética del Tango", coproduzione con il Teatro del Tè, Pisa, Italia. 1999. "Stradamore". Regia di Claudio Neri. Festival Antroporti 2000. È l´autore di testi teatrali come: "Entrelarañas", "La Desconocida", "El juguete del Destino", "Tebanas", ecc. Attività come insegnante teatrale in diversi centri e spazi culturali in Argentina, Spagna e Italia.
A Firenze
Inizio Lunedi 04 Marzo 2002 - dalle 17.00 alle 20.00
Via Dino Campana, 6 - zona Coverciano - Firenze
Informazioni e iscrizioni:
055 - 6120205

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