Galleria l'Attico - Fabio Sargentini
Roma
via del Paradiso, 41
06 6869846 FAX 06 6869846
WEB
Falsi astratti
dal 21/11/2008 al 30/1/2009
lun - sab 17-20

Segnalato da

Galleria L'Attico - Fabio Sargentini




 
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21/11/2008

Falsi astratti

Galleria l'Attico - Fabio Sargentini, Roma

Vasco Bendini nella sua lunga carriera ha sperimentato linguaggi diversi, ma e' la stagione dell'Informale la sua piu' felice. Antonio Sanfilippo espone il dipinto "Estensione 3" dal segno vibratile e creaturale, mentre la materia abbonda nelle opere di Giancarlo Limoni improntate a una visione floreale. Marco Tirelli mostra una sfera bianca in campo nero, metafisica e tridimensionale; i piu' giovani Matteo Montani e Paolo Picozza, tutti e due portati per il paesaggio, si collocano agli antipodi: "Montani e' cielo, Picozza e' terra" F. Sargentini.


comunicato stampa

Mia figlia Fabiana m’incontra per le scale e mi apostrofa: “Parli da solo?”. “Sto parlando con mio padre” le rispondo. È vero che parlavo con lui a voce alta, come faccio ogni tanto da quando non c’è più. Gli dicevo: “Hai visto, espongo il tuo Bendini, sei contento?”

Nella prossima mostra a L’Attico, dal titolo Falsi Astratti, in effetti compaiono due quadri del 1958 di Vasco Bendini, artista legato a mio padre Bruno da un rapporto umano e artistico durato trent’ anni. Vasco, irrequieto, nella sua lunga carriera ha sperimentato linguaggi diversi, ma è la stagione dell’Informale, a cui appartengono i due quadri suddetti, la sua più felice. Il 1958, poi, è il suo anno di grazia. Vasco tesse con la pittura giorno dopo giorno, mese dopo mese, un sofferto diario personale: tele come pagine. Sul retro dei quadri compaiono eloquenti i titoli: Larva, Reliquia. La sintesi miracolosa di Fautrier e Wols raggiunge in quell’ anno il suo apice. L’Otage del maestro francese da carne si fa cenere. Mentre il tourbillon di vento che la sospende in aria prima che si disperda per sempre sul Gange è frutto dell’ alta lezione spirituale del maestro tedesco.

Un altro artista introverso di quel periodo, Antonio Sanfilippo, espone accanto a Bendini. Anche se lo conoscevo solo di vista, l’ho sempre stimato. Lo vedevo camminare per le vie del centro storico rasente i muri, a testa bassa, rimuginante i suoi pensieri. Che individuo torturato, pensavo. E questo quadro in mostra, Estensione 3, che ha una sua lirica leggerezza, lo leggo anche come la trasposizione di un viluppo interiore. A volte ci vedo un alveare, altre un nugolo di storni che annerisce il cielo. In Sanfilippo il segno di Capogrossi perde la sua connotazione di astratto geroglifico per diventare vibratile, creaturale, come un insetto appunto, un’ape, una nota musicale.

Giancarlo Limoni ha anche lui radici informali, la materia abbonda nelle sue opere improntate a una visione floreale, da stagno appartato, luogo immemore colmo di ninfee. Nel dittico esposto, Luce gialla n°1 e Luce gialla n°2, la sua composizione preferita, fatta di opulenti petali galleggianti in primo piano, lascia spazio nel centro del quadro a una zona franca, liscia, come un anelito di prospettiva nell’orgia di materia.

Marco Tirelli espone una sfera bianca in campo nero che a me, e forse non solo a me, evoca un pianeta. La luna? La parte in ombra inferiore del disco, come un’eclisse in atto, farebbe pensare di sì, che è lei. Qui Marco cala l’asso del trompel’oeil sopraffino, sfumato, che induce in chi guarda l’illusione della terza dimensione. Questo pianeta, luna o non luna, sfonda la tela e ci viene incontro come un meteorite. La metafisica suprematista di Tirelli ha sempre un risvolto inquietante.

Ed ecco l’ultimo binomio di questa collettiva Falsi Astratti, i più giovani del lotto, Matteo Montani e Paolo Picozza. Tutti e due portati per il paesaggio, tuttavia si collocano agli antipodi. Fondamentalmente Montani è cielo, Picozza è terra. Nel primo prevale la tersità del blu, nel secondo l’opacità del bitume. Matteo qui ci propone due dipinti: uno è palesemente una nuvola, che fa a gara con la palla di Tirelli per il suo effetto tridimensionale; l’altro è un boschetto celestiale. Dal canto suo Paolo scava nella crosta terrestre della sua pittura un gorgo, una voragine circolare che conferisce a tutto il quadro una tensione tellurica. La vagina aperta della terra pronta ad essere fecondata da un dio?
Verrà il tempo in cui mio nipote Flaviano sorprenderà per le scale la madre che parla da sola a voce alta. Lei gli dirà: “Sto parlando con tuo nonno dei pittori che più ha amato”.
Fabio Sargentini

Opere in mostra: Vasco Bendini: Larva, 1958, olio su tela, cm 140x100, Reliquia, 1958, olio su tela, cm 140x100; Giancarlo Limoni: Luce gialla1, 2008, olio su tela, cm 140x120; Luce gialla2, 2008, olio su tela, cm 140x120; Matteo Montani: GIORNO, 2008, olio su carta abrasiva su tela, cm 151x95,5; Nascere, 2008, olio su carta abrasiva su tela, cm 151x95,5; Paolo Picozza: L’origine del golpe, 2008, smalto e bitume su tela, cm 200x200; Antonio Sanfilippo: Estensione3, 1962, tempera su tela, cm 130x195; Marco Tirelli: Senza titolo, 2008, tecnica mista su tela, cm 200x150

Immagine: Vasco Bendini, 1966 (dal catalogo della personale dell’artista alla Galleria L’Attico)

Inaugurazione: sabato 22 novembre 2008 ore 19.

Galleria L'Attico - Fabio Sargentini
via Del Paradiso 41 - 00186 Roma
Lunedì - Sabato ore 17-20

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