Teatro Sala Umberto
Roma
via della Mercede, 50
06 6794753
WEB
Giuseppe Chiari in Fluxus
dal 24/11/2008 al 14/1/2009
Tutti i giorni ore 10 - 19, lunedi' chiuso
WEB
Segnalato da

Entropy Art in progress




 
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24/11/2008

Giuseppe Chiari in Fluxus

Teatro Sala Umberto, Roma

Opere, libri, musica. "Il percorso artistico di Chiari si sviluppa tra l'arte totale e l'arte didattica, il continuo e il discontinuo, tra la figura del Padre, che impone la continuita', e quella della Madre che genera la diversita', in un sistema di chiusura ed apertura linguistico in cui la pluralita' delle logiche non costituisce un ostacolo alla comunicazione."


comunicato stampa

presentazione di Enrico Pedrini e Paolo Coteni
con la partecipazione straordinaria di Fabio Donato – foto/Chiari

Il teatro Sala Umberto, apre nel suo “spazio arte” un nuovo ciclo sull’arte contem-poranea in collaborazione con Entropyart|in|roma proponendo Giuseppe Chiari, il maggiore esponente italiano di Fluxus.

“Giuseppe Chiari in Fluxus” a Roma vuole testimoniare, all’interno del teatro Sala Umberto, il percorso coerente di questo artista italiano attraverso alcune opere storiche, libri e musica, in continuità con quanto già presentato dagli stessi curatori alla GNAM -Galleria nazionale d’arte moderna in Roma nel 2005.

Chiari è un modello che tanto ha influenzato le giovani generazioni del Post-Concettuale italiano, dalla musica a “L’Arte è arte”; mediante il coinvolgimento infatti l’artista rende complice il fruitore a liberarsi di tutte le norme e rituali inibitori che ancora lo incatenano. L’arte per Chiari non si limita, come nel Concettuale, alla definizione della stessa, al contrario diventa la definizione dell’inverso dell’arte nelle sue differenze. Pertanto “l’arte non è la definizione dell’arte, essa è la definizione dell’inverso dell’arte”.

Chiari è all’estrema precarietà di numerosi accadimenti acustici, dal carattere sempre più rarefatto fino al limite dell’udibile e alla visualizzazione di testi artistici alla soglia dell’impercettibile e dell’intelligibile. L’importanza di Giuseppe Chiari nel contesto italiano consiste sopratutto nella sua costante pratica etica, nel suo essere costantemente “altro” rispetto al sistema dell’arte ed al mondo degli artisti suoi contemporanei.

Nella seconda metà del secolo XX si è verificato il grande cambiamento epistemologico della Teoria Quantistica. Il mondo del determinismo e della reversibilità della Fisica Classica di Newton lascia il campo alla nuova visione dell’indeterminatezza. Il mondo non è più visto come una macchina composta da una moltitudine di oggetti, ma deve essere raffigurato come un tutto indivisibile e dinamico. Le sue parti sono essenzialmente interconnesse e possono essere intese come strutture di un processo cosmico. La materia non è composta da oggetti solidi, ma da “interconnessioni di cose”, le quali a loro volta sono interconnessioni di altre cose. Ci troviamo in un “universo incerto che evolve mediante degli scenari possibili ma mai necessari”.

L’improvvisazione dell’artista è razionale, avvicina nello spazio la “parola parlata” alla “parola scritta”, la “voce didascalica” alla “retorica del discorso culturale”, “il gesto della mano” sul microfono all’atto di suonare un qualsiasi strumento capace di produrre “musica vivente”. Questa attitudine fa di Giuseppe Chiari il più importante artista Fluxus italiano in campo internazionale.

Il percorso artistico di Chiari si sviluppa tra l’arte totale e l’arte didattica, il continuo e il discontinuo, tra la figura del Padre, che impone la continuità, e quella della Madre che genera la diversità, in un sistema di chiusura ed apertura linguistico in cui la pluralità delle logiche non costituisce un ostacolo alla comunicazione, ma attraverso il “frastuono”, dove è possibile vivere l’infinita precarietà della vita.
Per Chiari l’arte della seconda parte del secolo scorso non è tanto rivolta solo all’essenziale, ma piuttosto ad una ripetizione infinita di una configurazione, di un pattern percepito come esemplare destinato ad occupare tutto lo spazio disponibile, cioè a trasformare il caos in un nuovo universo di vita.

Per Chiari l’arte diviene libertà di assumere il mondo come materiale permanente e totale in tutti i suoi aspetti al fine di realizzare un gesto o un’opera. Attraverso lo scardinamento dello specifico, Chiari favorisce lo sconfinamento e l’apertura “che crea un flusso, un movimento attraverso il quale l’arte acquista il movimento della vita”. Il mescolarsi dei linguaggi artistici diviene il presupposto per questo autore di “un’estetica dell’azione”, attraverso la quale si riducono le distanze fra le diverse realtà e si favoriscono e promuovono nuovi rapporti intersoggettivi.

Giuseppe Chiari ha preso parte a quattro Biennali di Venezia e a quattordici Festivals Fluxus in Europa.
La Kunsthalle del Federicianum Museo di Kassel ha dedicato a questo artista una grande retrospettiva nel 2001 e la Galleria d’Arte Moderna di Roma ha realizzato una esposizione delle sue opere nel 2005.
Vicenza, CASA DEL PALLADIO, Giuseppe Chiari - I colori della musica 2008.
Pubblicazione del libro “Giuseppe Chiari Autoritratto” Editore Nardini 2008.
Di prossima pubblicazione “Giuseppe Chiari Contrario” a cura di Paolo Coteni ed Enrico Pedrini, Edizioni INAC/Ulisse&Calipso.

Ideazione-Organizzazione:
Galleria Entropyart|in|progress Via San Pasquale 53 - Napoli
Tel: 081 0607742 Mob. +39 3358092771
http://www.entropyart.it napolitano@entropyart.it

Relazioni Esterne e ufficio stampa:
Eva Clausen 06 6876344 - Mail e.clausen@virgilio.it

Teatro Sala Umberto Via della Mercede, 50 - Roma
http://www.salaumberto.it

Ingresso libero

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