In questa esposizione l'artista riprende il tema che per primo gli ha dato l'impulso di dipingere: l'osservazione del cielo. Il cielo della mitologia, delle religioni, della poesia, e il cielo come luogo idealizzato.
a cura di Sergio Altafini
Capita. Capita che non si faccia più caso alla Natura che è dentro di noi. Confusi dal ciclo della quotidianità, difficilmente avvertiamo attrazione per ciò che ci circonda. Ci si dimentica di quante emozioni possano suscitare gli elementi che troviamo lì da sempre ed a cui non attribuiamo alcun valore semantico. Tranne che nei casi di sfruttamento utilitaristico. Così se comunemente parliamo di cielo ci riferiamo al tempo meteorologico di domani: ci sarà il sole o pioverà?
Il cielo della mitologia, delle religioni, della poesia, è un luogo idealizzato, la cui fissità trascende ciò che è fisico, concreto o palpabile. Ma chi ancora si siede a terra e si prende il tempo di guardare in alto? Quanto c’è di infantile nel giocare con le nuvole o richiamarsi al soprannaturale osservando i raggi solari che trapassano il cielo nuvoloso? E ancora, chi abbandona, semplicemente, in cieli apparentemente silenziosi i propri pensieri che vagano senza meta tra mille sensazioni, senza censure? Liberi pensieri in liberi spazi, finalmente fuori da complicazioni debordanti di richiami alla razionalità.
Potremmo citare tantissime opere letterarie o artistiche di tutti i tempi nelle quali il cielo è protagonista o comprimario, ma non è tempo di dotte citazioni. Anche perché Roberto Stolfi è artista senza fronzoli. Cogliamo invece, i suggerimenti dei suoi lavori: lasciamoci andare sospesi nell’incorporea celeste dimensione.
In questa esposizione Stolfi riprende il tema che per primo gli ha dato l’impulso di dipingere, rinnovando la meraviglia della mutevolezza infinita dell’eterno.
Il paradosso linguistico usato nelle tele, che pur trattano lo stesso soggetto (il cielo, le nuvole chiare e scure, la luna più o meno coperta) impastando colori acrilici pressappoco delle medesime tinte (neri, blu nelle varie gradazioni, bianchi), ripropone situazioni tumultuose nella simbologia propria della notte. La variazione d’umore, l’innamoramento, la fragilità delle promesse e dei propositi sono i segnali che Stolfi ci propone con la passione, l’irruenza e il mestiere dell’antica pittura. La potenza dei sentimenti ci trascina, a cercarci nello spazio di cieli infiniti.
Inaugurazione, Venerdi 5 novembre, ore 18.30
Galleria Marchesi
Via Vignatagliata, 41 - Ferrara
Orari esposizione: 11-13/18-22 tutti i giorni (giovedì chiuso)
Ingresso libero