Daniele Ugolini Contemporary
Firenze
via Montebello 22/r
055 2654183 FAX 055 2654183
WEB
Arlen Austin
dal 5/12/2008 al 13/2/2009
Mar - Sab 16 / 20 (chiuso Lunedi e festivi)

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Daniele Ugolini Contemporary



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Arlen Austin



 
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5/12/2008

Arlen Austin

Daniele Ugolini Contemporary, Firenze

Furnishings for an Unavowable Community. Prima personale italiana dell'artista. Foreste dai riflessi allucinati abitate da personaggi, figure e ombre dall'aspetto ambiguo, vengono completate da brevi enunciati scritti a pie' di pagina nella composizione.


comunicato stampa

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Con il titolo Furnishings for an Unavowable Community, la galleria Daniele Ugolini inaugura la prima personale italiana del giovane NewYorkese Arlen Austin.

Opere dal colore fluido e dall'atmosfera surrealista, raccontano la profonda poetica che si cela all'interno dei lavori dell'artista. Foreste dai riflessi allucinati abitate da personaggi, figure e ombre dall'aspetto ambiguo, vengono completate da brevi enunciati scritti a piè di pagina nella composizione, con una grafia che ricorda universi spettrali scevrati dalla volontà di terrificare. Come Poster di vecchi film, queste locandine dell'animo di Austin, ripercorrono lievemente i movimenti dell'arte newpop, focalizzando l'attenzione sugli aspetti più profondi della propria interiorità. In ''Linked frames for those dispossessed by proximity to the dying'', i disegni vengono riuniti in una composizione mobile in cornici legate tra loro da cardini che danno la possibilità di aprire e chiudere l'installazione, come se questa, rifacendosi al titolo della mostra, fosse un arredo urbano inusuale per una comunità disconosciuta. Per sentire Arlen basta solamente entrare in questo allestimento che trasforma la galleria in un mondo altro, dove i criteri di regolamentazione dello status quo, saltano, diventando inutili alla realizzazione e alla comprensione del proprio cosmo, come nei monitor che sputano fuori i video intitolati “Bird Feed Face” e “Long Forced March”.

Nel primo titolo elencato, il montato racconta di dissolvenze fra frames di paesaggi fluviali e scene all'interno delle quali sul proprio volto inquadrato in primissimo piano, Arlen applica una sostanza composta da cibo per uccelli. Il piccolo volatile attratto da questo pasto, con movimenti sincopati, si avvicina al viso dell'artista iniziando a mangiare direttamente da questo, mentre una voce fuori campo, presumibilmente quella di Austin, fa da cornice a questo rapporto fra lui e l'animale. Quasi un estasi pervade il volto dell'attore in questa prostrazione dell'uomo nei confronti dell'animale, determinata da una volontà dell'essere umano di poter intelare una rapporto di forte complicità nei confronti della bestia, come se ci fosse un'attrazione alchemica fra i due. Nel secondo video presentato in galleria e intitolato “Long Forced March”, girato in collaborazione con Jason Boughton, l'accento viene posto attraverso questa lunga marcia forzata, sulla violenza e sul senso di precarietà dell'attualità sociale, prendendo spunto da pellicole come “Ici et Ailleurs”di Jean Luc Godard e da “Get rid of Yourself “, film del collettivo Bernadette Corporation.

Arlen Austin(Maine, USA 1981) dopo l'esclusivo riconoscimento del MFA alla Columbia University di New York e l'attuale grant al LMCC (Lower Manhattan Cultural Council), è stato selezionato per l'Artist Residency 2009 al Kunstverein di Monaco di Baviera.

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Entitled Furnishings for an Unavowable Community, the first solo show in Italy of young New York artist, Arlen Austin, opens at Daniele Ugolini Contemporary.

Fluid color and surrealistic atmosphere tell of the profound poetry that conceals itself inside this artist's works. Forests with hallucinogenic reflections, inhabited by characters, figures and shadows of ambiguous appearance, are completed with brief statements written as footnotes in the composition, in a handwriting that recalls ghostly universes set free by the will to terrify. Like posters of old films, these one-sheets from Austin's mind, slightly trace back to the newpop movements, focusing attention on the more profound aspects of one's own inner self. In Linked Frames for Those Dispossessed by Proximity to the Dying, the designs are united in a mobile composition, in frames that are tied to each other with hinges, giving the possibility of opening and closing the installation, as if this, referring to the title of the show, was an unusual urban furnishing for a denied community. To feel Arlen, one needs only to enter into this exhibition that transforms the gallery into another world, where the principles of regulation of the status quo are blown up; they become useless in the realization and comprehension of one's own universe, as in the monitors that spit out the videos entitled ''Bird Feed Face'' and ''Long Forced March.'' In the prior, the assembly of frames dissolves between river landscapes and indoor scenes in which Austin applies on his own face, in close-up, a substance composed of birdfeed.

A small bird, attracted by this meal, approaches the artist's face with synchronized movements and starts to eat directly from it, while a voice off-camera, presumably that of Austin, acts like a frame to this relationship between him and the animal. Almost an ecstasy pervades the actor's face in this obeisance of man toward the animal, determined by the will of the human being to form a relationship of strong complicity with the animal, as if there was an alchemistic relationship between the two. In the second video presented in the gallery, ''Long Forced March'', filmed in collaboration with Jason Boughton, the accent is placed by way of this forced march on violence and on the sense of precariousness of societal current events, taking inspiration from the film ''Ici et Ailleurs'' by Jean Luc Godard and from ''Get Rid of Yourself'', a film by the Bernadette Corporation.

Arlen Austin (Maine, USA 1981), following receipt of the prestigious MFA from Columbia University in New York, is currently the Lower Manhattan Cultural Council's Grant Winner. Most recently, Austin was selected for the Artist's Residency 2009 at the Kunstverein in Munich, Germany.

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