Galleria d'Arte Contemporanea 911
Matteo Tenardi
Luca Coltelli
Sonja Quarone
Lidia Bachis
Dellacla'
Daniela Cavallo
Ilaria Margutti
Carolina Lio
Gisella Celsi
Una collettiva di sette giovani artisti che lavorano utilizzando la pittura figurativa, soprattutto concentrata sulla figura umana come sorta di autoritratto collettivo di una generazione. A cura di Gisella Celsi.
a cura di Gisella Celsi
Testo di Carolina Lio
Inaugura Sabato 06 Dicembre 2008 alle 17,30 una collettiva di sette giovani artisti che lavorano utilizzando la pittura
figurativa, soprattutto concentrata sulla figura umana come sorta di autoritratto collettivo di una generazione di artisti, ma più
in generale di uomini. Per questo la mostra si intitola “La casa degli specchi”, rimandando all'idea di un ambiente che in qualche
modo ci descrive e ci riflette una nostra stessa immagine a ogni opera.
Possono essere visioni più o meno realistiche, partendo per esempio dalla perfezione stilistica di Matteo Tenardi che
lavora riproducendo perfettamente i tratti somatici dei suoi soggetti e unendovi una particolarità tutta sua, quella di fare in
modo che escano letteralmente dal quadro, sporgendosi fuori dalla tela in un equilibrio sospeso tra la realtà e il mondo
dell'arte. O, al contrario, si può trattare di una visione distorta, patemica, trasformata dall'intimo, e ci si riferisce qui alla
pittura di Luca Coltelli nei suoi lavori su tavola, tutti dotati di una esagerazione in senso sarcastico, cattivo, tagliente, come
protuberanze eccessive di personalità. Sono “cattive” in questa accezione anche le donne-bambole di Sonja Quarone,
costruite come collage in cui spesso ricorre il lattice, una sorta di seconda pelle dall'effetto plancentare, protettivo, che
trasforma l'interpretazione dell'acidità dei suoi personaggi in una forma di auto-difesa.
E' questa in linea generale
l'interpretazione dell'apparente violenza e dei modi mascolini, bruschi, delle espressioni crude e delle posture chiuse delle
donne di Lidia Bachis, sempre accompagnate da armi da fuoco, decorate da tatuaggi, vestite in modo provocatorio e sul punto
di essere pronte a una metaforica battaglia con chi cerca di strappare dei momenti della loro intimità. Ad usare le armi è poi
anche Dellaclà, con incisioni su gommapiuma dove imprime la propria immagine riflessa sulle superfici specchianti di armi
perlopiù da taglio. Il vero concetto dietro questo atto che sembra di sfida e violenza è il voler combattere il dolore e le
situazioni avverse delle nostre vite, dandoci quindi un messaggio finale positivo, simboleggiato dal sorriso sardonico del
proprio autoritratto. Mentre è un lavoro più lirico quello di Daniela Cavallo, anche lei concentrata su un senso del
superamento e della trascendenza, della “ascensione” - come richiama nei titoli delle sue ultime opere – come fenomeno dell'io
che a contatto con la natura riscopre una propria spiritualità e un retrogusto di misticismo.
Un processo quindi mentale, ma
che viene concretizzato da Ilaria Margutti attraverso la laboriosa attività del cucire. Ricreando con il filo la figura di
personaggi intenti letteralmente a ricucirsi, ci parla della difficoltà – ma possibile, realizzabile e attualizzata – del recupero di
se stessi, del rattoppo delle proprie ferite.
Attraverso la mostra si ripercorre quindi un ampio ventaglio di modi di essere, psicologie e situazioni, sicurezze o
ideosincrasie, stili di vita e stili di difesa, paure e modi di affrontarle, rispecchiando una sfaccettatura umana che è propria
delle persone nel loro complesso e nella loro individualità.
Inaugurazione 6 dicembre 2008
Galleria d'Arte Contemporanea 911
via Del Torretto, 48 - La Spezia
Orari di apertura: dal Lunedì al Sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30
Ingresso libero