Presentazione del libro con Teresa Macri' e Roberto Pinto, che affronta il legame tra arte e pop culture attraverso l'analisi degli artisti e registi piu' significativi e spettacolari degli ultimi anni. L'indagine e' una collisione di arte, musica, cinema, filosofia, art-market, comunicazione, tecnologia, social broadcast, esperienze underground intese come merce simulacrale.
Quanta pittura aleggia dentro i frames di In the Mood for Love,
il cult-movie di Wong Kar-Wai? Quanto cinema è stato veicolato dalle
opere di Douglas Gordon, quanta visionarietà dentro i film di Harmony
Korine e Terrence Malick, quanta pop-music risignifica la ricerca
identitaria di Phil Collins e Martin Creed? Quanto scarto politico
sottendono i re-nactement di Jeremy Deller e Rod Dickinson?
Questo libro affronta il legame che intercorre tra arte e pop culture
attraverso l'analisi degli artisti e registi più significativi e
spettacolari dell'ultimi anni.
L'immagine postmoderna è diasporica, così come i flussi continui di
individui che si spostano e ibridano l'umanità. L'immagine segue
l'erraticità dell'esistente ed è anche la "mappa semiotica"
significante tra il sé e il mondo. Essa è riplasmata nei reality show,
abusata nei pulp movie, spettacolarizzata nelle mostre, rinegoziata
nella rete. Il libro attraversa una serie di problematiche
transpolitiche, innescate dalla molteplicità degli artwork, a partire
dal paradigmatico film Marie Antoinette di Sofia Coppola alla
sensazionale opera The Physical Impossibility of Death in the Mind
of Someone Living di Damien Hirst, dalla polemica installazione La
Nona Ora di Maurizio Cattelan alla satirica sit-com South Park,
dal situazionismo di The World Won't Listen di Phil Collins al
grunge di Kurt Cobain.
L'indagine è una collisione di arte, musica, cinema, filosofia,
art-market, comunicazione, tecnologia, favole, video sharing, social
broadcast esperienze underground e entertainment intese come merce
simulacrale. Collante di questa narrazione è lo show che investe un
sentire partecipato e spettacolare e che rende l'opera provocatoria e
impura. La sua fusione con cinema, clip, reality, video, musica,
favola, sport, animazione, disegno, video sharing, social broadcast,
ecc. costituisce una sorta di pop analisi transmediale che
approfondisce le ricerche di autori come Damien Hirst, Sofia Coppola,
Phil Collins, Maurizio Cattelan, Harmony Korine, Douglas Gordon e Chris
Cunningham.
Teresa Macrì è critica d'arte e si occupa di visual
studies. Insegna Fenomenologia delle arti contemporanee all'Accademia
di Belle Arti dell'Aquila. Collabora con Il Manifesto e con magazine
internazionali.
Tra le sue pubblicazioni: Il corpo postorganico (1996, nuova ed. 2006),
Cinemacchine del desiderio (1998) e con Meltemi, Postculture
(2002).
giovedì 11 dicembre 2008 ore 18.30
DOCVA, Fabbrica del Vapore
via Procaccini 4, Milano