Karel Appel
Constant
Corneille
Asger Jorn
Christian Dotremont
Joseph Noiret
Pierre Alechinsky
Pol Bury
Ejler Bille
Jean Michel Atlan
Robert Jacobsen
Karl Otto Gotz
Mortensen
Carl Henning Pedersen
Kay Nielsen
Henry Heerup
Joergensen
Maurizio Vanni
Nel novembre del 1948 un gruppo di artisti provenienti da parti diverse dell'Europa del Nord si riuni' all'Hotel Notre-Dame di Parigi per dar vita al movimento Cobra, nome costituito dalle prime lettere di COpenaghen, Bruxelles ed Amsterdam. Oggi la Galleria festeggia il sessantesimo anniversario di quell'evento con una mostra che raccoglie opere dei diversi esponenti del gruppo. A cura di Maurizio Vanni.
a cura di Maurizio Vanni
Era il novembre del 1948 quando un gruppo di artisti provenienti da parti diverse dell’Europa del Nord si riunì all’Hotel Notre-Dame di Parigi per dar vita al movimento Cobra, nome costituito dalle prime lettere di COpenaghen, Bruxelles ed Amsterdam, le capitali dei paesi di origine dei fondatori del gruppo. Ed oggi la Galleria MOdenArte festeggia il sessantesimo anniversario di quell’evento con una grande mostra, nella sua sede di Modena, dedicata al movimento. Movimento che ebbe una vita breve ma intensissima e che lasciò un segno profondo nell’arte del Ventesimo Secolo. “Cobra. 60th Anniversary” è curata da Maurizio Vanni e sarà aperta dal 12 dicembre 2008 al 30 gennaio 2009.
Nel 1998, in occasione di una sua grande personale alla Villa Medici di Roma, l’artista olandese Karel Appel, uno dei protagonisti di maggior spicco del gruppo, ricordava così il periodo in cui Cobra ebbe inizio: “La guerra era finita da poco, eravamo di nuovo liberi e sentivamo l’esigenza di trovare nuove idee nell’arte. Non era facile. Per cercare qualcosa che non avesse legami col passato bisognava tornare bambini”. E proprio questo fu lo spirito che animò Cobra nei suoi 3 anni di vita. Anche se di formazione culturale e di provenienza geografica differente, tutti gli artisti del movimento aspiravano ad un’arte naturale e spontanea, rifiutando ogni convenzione rigida a favore di un’arte basata sulla libertà della propria creatività, emotiva e intellettiva. Come scrive il curatore Maurizio Vanni nel bel saggio in catalogo (Carlo Cambi) “secondo gli artisti del Gruppo Cobra ogni uomo avrebbe dovuto esprimersi liberamente senza nessuna regola imposta e senza limitazioni: gli artisti dovevano offrirsi alla materia dove la pura casualità – come le sgocciolature, le macchie e gli schizzi – non procuravano distrazione, ma offrivano ulteriori opportunità creative per nuove idee e inedite azioni pittoriche”.
Queste idee, codificate nel manifesto del gruppo da Appel, Constant, Corbeille, Jorn, Dotremoint e Noiret, furono poi abbracciate da numerosi artisti in Europa e anche in Italia: a Firenze grazie a Fiamma Vigo e alla sua rivista “Numero” e a Milano grazie ad Enrico Baj e a Sergio Dangelo. Tutti artisti ben rappresentati nella mostra modenese.
La prima mostra del gruppo si tenne nel 1949 in Olanda, allo Stedelijk Museum di Amsterdam. E le opere che da sessant’anni richiamano l’attenzione del pubblico e della critica ottennero all’epoca il dissenso più totale. “Pazzia elevata a dignità d’arte”, “Imbrattature, scarabocchi e sbrodolature” titolavano i maggiori giornali della città. Ma come spesso accade, questo frastuono non fece altro che rendere il gruppo più unito e promuoverlo nel mondo. Come disse sempre Appel ricordando gli anni di Cobra “Eravamo un gruppo che interveniva in un mondo che amava l’arte classica e che era contro la nostra arte. Tutti insieme ci sentivamo più forti”.
Gruppo Cobra: la storia
Fondato a Parigi nel novembre del 1948, il movimento Cobra era formato da un gruppo di artisti dell'Europa del Nord in reazione all'Astrazione geometrica e al Realismo socialista.
La sigla del gruppo era costituita dalle prime lettere di COpenaghen, BRuxelles e Amsterdam, le capitali dei paesi d'origine dei principali artisti che lo fecero nascere: gli olandesi Karel Appel, Constant e Cornelis Guillame Baverloo, detto Corneille, il danese Asger Jorn ed i poeti surrealisti belgi Christian Dotremont e Joseph Noiret. A questi in seguito si unirono i pittori Pierre Alechinsky, Pol Bury, Ejler Bille, Jean Michel Atlan, Robert Jacobsen, Karl Otto Götz, Mortensen, Carl Henning Pedersen, Kay Nielsen, Henry Heerup e Joergensen.
Benché di formazione diversissima tra loro, questi artisti erano mossi tutti da una medesima aspirazione a un'arte "naturale", spontanea, che li portasse a rifiutare ogni intellettualismo e dogmatismo teorico a favore della libera sperimentazione di modi espressivi diretti e intuitivi. La loro fu un'arte provocatoria che rivendicava il diritto al piacere edonistico del gesto creativo risolto in un neoespressionismo materico esasperato.
Se da un lato l'arte dal gruppo Cobra, affondava le proprie radici nella vivace arte popolare nordica dall'altro essa fu il risultato della fusione di alcuni elementi tratti dalle tendenza dell'arte modema: il ricorso al sogno, al testo letterario e all'"automatismo psichico" della poetica surrealista, l'incisività e arbitrarietà del colore espressionista.
Temi privilegiati furono la donna, il bambino, l'uccello, il sole e la luna, ma soprattutto un bestiairio mitologico a metà strada tra il fantastico e il naïf.
Il gruppo si sciolse dopo soli tre anni, già alla fine del 1950, ma lasciando un effetto profondamente attivo e persistente sull’arte della seconda metà del Ventesimo secolo.
Ufficio Stampa
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Immagine: Karel Appel
Inaugurazione: venerdì 12 Dicembre alle ore 18,30
Galleria MOdenArte
via Toscanini 26 - Modena
Orario: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17.30, il sabato dalle 11 alle 18.30, la domenica e i festivi chiusa
Ingresso gratuito