Sculture di Graziano Carotti. Da una ricchezza di esperienze nasce l’apparente semplicita' delle sue opere, che si rivela pero' la sintesi di una complessita' di idee, estetiche e psicologiche. Attraverso il confronto con i vari aspetti della scultura classica, Carotti, nelle sue figure quasi esclusivamente femminili, riesce a trasporre l’idea di una dimensione spirituale...
Sculture di Graziano Carotti
Nato a Cremona nel 1946, si diploma all’accademia di Venezia nel 1971 e completa gli studi con frequenze universitarie a carattere umanistico.
Presente più volte alla Biennale di Cremona, sta ottenendo un sempre più vasto consenso fra i collezionisti e un deciso apprezzamento fra i critici d’arte.
La sua è una esperienza anomala nel nostro panorama: figura appartata di pittore e scultore, molto richiesto da un collezionismo colto e raffinato, ha avuto però modo di esprimere il suo potenziale artistico anche in altri settori, come l’attività teatrale, per cui ha organizzato corsi, e quella di burattinaio, in tutti i suoi aspetti, dalla realizzazione dei burattini, alla ideazione e regia degli spettacoli, alla recitazione.
E’ inoltre un apprezzato restauratore di dipinti antichi.
Da questa ricchezza di esperienze nasce l’apparente semplicità delle sue opere, che si rivela però la sintesi di una complessità di idee, estetiche e psicologiche. Attraverso il confronto con i vari aspetti della scultura classica, Carotti, nelle sue figure quasi esclusivamente femminili, riesce a trasporre l’idea di una dimensione spirituale, in cui le piccole esperienze del quotidiano si sublimano in un dimensione assoluta, senza tempo.
Inoltre l’originalità della tecnica utilizzata (parte sempre dai piedi e mano a mano sale fino a completare il volto) conferisce alle sue opere in terracotta un aspetto di creazione originaria, che le proietta in una realtà di mistero mai completamente svelato
Il curatore della mostra Domenico Montalto a tale proposito dice:
“Non v’è dubbio sul fatto che Carotti introduca nell’ambito dell’arte contemporanea una sua peculiare e singolarissima nota di bellezza, cioè incontro fra la natura e la sovrana soggettività dell’io e del sogno; anche se si tratta di una particolare bellezza abitata da un vero e proprio muto, celato ma eloquente dissidio. Infatti, la bellezza dispensataci in questo recente e toccante corpus plastico di Carotti non va relata solo alla carnalità e sottile sensualità del prediletto soggetto muliebre (che l’artista cremonese sa peraltro esaltare in un modellato mirabilmente conciso nonché sorvegliatissimo), bensì all’aura interrogativa e filosofica che ne circonda le figure, le quali finiscono con l’assumere una forza visiva così icastica da divenire veri e propri archetipi, o piuttosto attualissimi brani di poesia.â€
Sergio & Thao Mandelli
Galleria Mazzini 6, Seregno (MI)
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