Doppio Segno. Attraverso una trentina di opere la mostra vuole essere un omaggio, a due anni dalla scomparsa, alla personalita' dell'artista, tra le pochissime figure femminili dell'astrazione italiana che parteciparono all'intenso dibattito culturale e artistico nell'Italia del dopoguerra.
A cura di Sandra Nava
Attraverso una trentina di opere, perlopiù inedite, la mostra vuole essere un omaggio, a due anni dalla scomparsa, alla personalità raffinata e colta di Tilde Poli, una tra le più autorevoli esponenti dell’astrazione italiana, tra le pochissime figure femminili che parteciparono, con un ruolo di primo piano, all’intenso dibattito culturale e artistico che animò l’Italia del dopoguerra.
Curata da Sandra Nava, la mostra “Tilde Poli. Doppio Segno” riunisce dal 18 dicembre 2008 al 19 gennaio 2009, nel Ridotto del Teatro Donizetti di Bergamo, in contemporanea alla rassegna Bergamo Musica Festival, circa 30 opere quasi tutte inedite, tra oli e tecniche miste su tela e su tavola, e presenta per la prima volta al pubblico i bozzetti scenografici, recentemente ritrovati negli archivi del Teatro Donizetti, che Tilde Poli realizzò dal 1959 al 1961 per le rappresentazioni del Teatro delle Novità di Bindo Missiroli e per la stagione lirica del Teatro Donizetti.
Come suggerisce il titolo, “Doppio segno”, la mostra si sviluppa individuando un doppio binario nell’eredità artistica di Tilde Poli: la produzione artistica che vide la sua progressiva affermazione sulla scena internazionale con l’intenso legame che la unì al Teatro, ma anche la profonda dialettica tra figurazione e astrazione che animò tutto il suo itinerario di ricerca.
Da un lato, dunque, il cuore della mostra è costituito dalla proposta al pubblico, in anteprima assoluta, in uno scenografico allestimento curato dall’arch. Cesare Rota Nodari, degli inediti materiali scenografici e costumistici eseguiti da Tilde Poli nelle stagioni 1959-60-61 nell’ambito della storica esperienza del Teatro delle Novità di Bindo Missiroli e per la stagione lirica del Teatro Donizetti, per cinque opere inedite, tra cui l’esecuzione in prima assoluta del Pigmalione di Gaetano Donizetti nel 1960.
Bozzetti e figurini, accompagnati dalle fotografie di scena, che nella loro raffinata originalità, rivelano una versatilità culturale dinamica e informata, non estranea alla ricerca astratto-geometrica di metafisica atmosfera dei primi anni ’60.
La mostra prosegue ripercorrendo, attraverso una selezione di opere rappresentative, tutta la parabola artistica di Tilde Poli, compresi gli ambiti poco o mai esplorati, evidenziando come ricerca nella figurazione e tematiche astratto-concettuali furono per tutta la sua vita percorsi paralleli di un’unica, incessante, ricerca tra spazio-materia-dimensionalità, in cui l’autorevolezza del gesto che segna, indica, traccia, è al tempo stesso modalità architettonica e compositiva, strumento per rilevare la forma o risonanza affettiva.
Ecco, quindi, dialogare in mostra: brani ritrattistici degli anni ’40, animati da grande rigore compositivo e da contesti spaziali mai neutrali; gli assunti informali degli anni ’50, connotati da echi di poetica surrealità; alcuni ritmi astratti dei primi anni ’60, sospesi tra razionalità ed espansione emozionale. A seguire, alcuni esempi della ricca produzione degli anni ’80 che, insieme a una inconfondibile “cifra artistica”, consolidarono la fama internazionale dell’artista. Si tratta di quelle famose composizioni astratte dove una manualità sapiente affida a un gioco di spessori e rilievi e a un segno veloce ed elegante che sembra incidere l’aria, il compito di materializzare le metaforiche dimensionalità di una ricerca sospesa tra elementi naturali e misteriose visionarietà.
Fino ad arrivare alla produzione dell’ultimo decennio in cui la particolare intensità geometrica-compositiva, spesso interpuntata da oggetti e scalfitture, mette in scena anche una storia di fragilità più dolorosamente vissuta.
Nell’ambito della mostra, mercoledì 14 gennaio, si terrà l’incontro “Tilde Poli e il Teatro Donizetti”, che metterà a fuoco, alla luce del recente ritrovamento dei bozzetti scenografici, la collaborazione dell’artista con il Teatro della città.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo edito da Lubrina, corredato da un ricco apparato storico e documentario curato da Andreina Moretti e dai contributi critici di Sandra Nava e Alberto Veca.
Tilde Poli (Bergamo, 1924 - 2006), allieva di Guido Ballo, dopo la maturità al Liceo Artistico di Brera la sua attività espositiva sarà precocissima. Già presente alla IV edizione del Premio Bergamo nel 1942, seguita da pubblico e critica, soggiorna a Roma dal ‘47 al ‘50 e dal ‘52 al ‘57 sarà a Milano. Partecipe in prima persona dei grandi fermenti dell’informale milanese, inizia un percorso ricco e prestigioso nei migliori spazi espositivi italiani, tra cui la Galleria Vismara, la Galleria Lorenzelli, la Martano di Torino, la Brandale di Savona. Il rientro a Bergamo coincide con la collaborazione con il Teatro delle Novità di Bindo Missiroli al Teatro Donizetti. Del ’90-’91 è la mostra a Parigi, alla Petite Galerie, che ne sancisce il debutto internazionale.
A seguire, nel 2001 la Provincia di Bergamo le conferisce il Premio Ulisse per l’attività artistica e nel 2005 la Gamec- Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo le dedica una personale.
Tilde Poli muore a Bergamo il 26 dicembre 2006.
Inaugurazione giovedi 18 dicembre alle 18
Teatro Donizetti
Piazza Cavour, 15 - Bergamo
feriali 17-19. Chiuso dal 5 al 12 gennaio per attivita' teatrali.
Ingresso libero