La mostra e' l'occasione per ammirare per la prima volta l'Annunciazione dopo il restauro effettuato dall'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro. L'opera era stata commissionata all'artista siciliano nell'agosto 1474 da Giuliano Maniuni per la chiesa della SS. Annunziata di Palazzolo Acreide (nel Siracusano) e terminata entro il dicembre dello stesso anno. Della sua paternita' si era persa memoria fino alla seconda meta' dell'800; l'attribuzione ad Antonello fu confermata nel 1903.
La Galleria Regionale di Palazzo Bellomo di Siracusa ha organizzato una suggestiva esposizione tutta dedicata all’Annunciazione di Antonello da Messina, rientrata nella città di Aretusa dopo il restauro effettuato dall’equipe del professor Giuseppe Basile (conosciuto anche come il “medico” del Cenacolo di Leonardo).
Il pregevole dipinto sarà esposto dal 23 dicembre 2008 al 3 maggio 2009 nei locali del settecentesco Convento del Ritiro di via Mirabella 31 (con orario dal martedì alla domenica 9-19.00), nel magico scrigno ricco di storia e tesori artistici dell’isola di Ortigia. La mostra sarà l’occasione per ammirare per la prima volta l’Annunciazione dopo il restauro effettuato dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (ex Istituto Centrale per il Restauro), in collaborazione con l’Assessorato Beni Culturali, Ambientali e P.I. della Regione Siciliana e la Galleria Regionale di Palazzo Bellomo di Siracusa. Il dipinto, infatti, a seguito del restauro è stato solo esposto per pochi giorni a fine aprile a Roma nella Sala delle Navi del Complesso Monumentale di S. Michele a Ripa Grande, in occasione dell’esposizione intitolata Antonello, Annunciazione: il restauro. Omaggio a Cesare Brandi.
Il dipinto e i restauri: la storia
L’opera era stata commissionata all’artista siciliano nell’agosto 1474 da Giuliano Maniuni per la chiesa della SS. Annunziata di Palazzolo Acreide (nel Siracusano) e terminata entro il dicembre dello stesso anno.
Della sua paternità si era persa memoria fino alla seconda metà dell’ ‘800, quando degli studiosi locali cominciarono ad avanzare l’attribuzione ad Antonello, confermata nel 1903 dalla scoperta del documento di commissione.
Nonostante le sollecitazioni di studiosi quali Adolfo e Lionello Venturi soltanto nel 1907 lo Stato riuscì ad acquistare l’opera, destinandola al Museo archeologico di Siracusa e sottraendola così al gravissimo degrado da cui era stata coinvolta.
Tanto grave che il grande restauratore Luigi Cavenaghi dovette procedere alla rimozione della pellicola pittorica dal suo supporto in legno, ormai fratturato e fradicio per l’umidità, e applicarla su una tela: operazione comunque traumatica, anche se condotta nel migliore dei modi.
Infatti, a distanza di poco più di 20 anni, nel 1936, il dipinto fu inviato al Regio Gabinetto dei restauri degli Uffizi a Firenze, dove il restauratore Augusto Vermehren curò la riadesione della pellicola pittorica al supporto e approfondì la prudente pulitura del Cavenaghi rimuovendo anche le integrazioni pittoriche fatte da questi.
Di fronte alle insoddisfacenti soluzioni proposte dal restauratore per la reintegrazione delle lacune il Ministro dell’Educazione Nazionale ne dispose, nel 1942, il trasporto all’appena costituito Istituto centrale del restauro, dove venne data al problema una soluzione provvisoria, perché – come Brandi stesso afferma nel cataloghino della mostra, in ordine di tempo la prima al mondo di opere d’arte restaurate, e nella Teoria del restauro – non aveva ancora messo a punto la ben nota metodologia della reintegrazione delle lacune e le conseguenti tecniche del tratteggio e dello abbassamento ottico-tonale, come avverrà dopo la fine della guerra.
Un successivo intervento essenzialmente conservativo venne effettuato sull’opera nel 1986-87 dal restauratore Ernesto Geraci sotto la guida di Gioacchino Barbera.
Rimanendo ancora in sospeso il problema delle lacune, in occasione della mostra di Antonello alle Scuderie del Quirinale, Vera Greco, già Direttore della Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, dove dal 1940 l’opera viene conservata, propone all’Istituto di occuparsene.
Nell’ambito di una Giornata di studio nel maggio 2006 - per il 100° anniversario della nascita di Cesare Brandi - Giuseppe Basile, Costanza Mora, Beatrice Provinciali e Albertina Soavi, a nome dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, hanno illustrato un’ipotesi virtuale di reintegrazione delle lacune in tre fasi successive di avanzamento: dal semplice abbassamento ottico-tonale alla chiusura delle lacune più semplici alla soluzione delle lacune più problematiche (ma sempre nell’ambito della ricostruibilità), con lo scopo di restituire alla fruizione l’opera soprattutto nella sua complessa struttura spaziale e cromatico-luminosa.
Alla luce di questa ipotesi, approvata dagli specialisti presenti, si è proceduto, dopo avere sottoposto il dipinto a indagini scientifiche volte a controllare le condizioni della tela e del telaio (scanner laser, misure reologiche), a caratterizzare i materiali costitutivi e le loro condizioni (identificazione specie legnose e struttura tela, indagini RX, IR, XRF, colorimetria, rilievo laser 3D, caratterizzazione in differenti bande di frequenza), a prevedere idonee condizioni di conservazione (microclima, sorgenti luminose) nell’ambiente espositivo abituale.
Immagine: L'Annunciazione di Antonello prima e dopo il restauro
Info
Annalisa Stancanelli - Tel. 347 5837257 email: annalisastancanelli@virgilio.it
Galleria Regionale di Palazzo Bellomo - Tel. 0931 69511 - Fax 0931 69529
Inaugurazione 23 dicembre
presso l’ex Convento del Ritiro in via Mirabella ad Ortigia, Siracusa, sede provvisoria del Museo Bellomo.
Orario dal martedì alla domenica 9-19.00
Ingresso: intero € 4,00 - ridotto € 2,00