Roberto Marcello Baldessari
Giacomo Balla
Ettore Beraldini Renato Birolli
Umberto Boccioni
Cagnaccio di San Pietro
Massimo Campigli
Felice Casorati
Mario Ceroli
Sandro Chia
Enzo Cucchi
Francesco Danieli
Vincenzo De Stefani
Antonio Donghi
Lucio Fontana
Renato Guttuso
Osvaldo Licini
Cesare Maggi
Augusto Manzini
Arturo Martini
Giovanni Battista Meloni
Francesco Menzio
Umberto Moggioli
Giorgio Morandi
Michael Nobel
Renato Paresce
Orazio Pigato
Gino Rossi
Rubens Santoro
Alfredo Savini
Alberto Savinio
Mario Schifano
Pio Semeghini
Gino Severini
Emilio Tadini
Orfeo Tamburi
Tancredi
Aurelio Tiratelli
Guido Trentini
Giulio Enrico Trois
Emilio Vedova
Gino Castiglioni
Il Novecento nelle collezioni della Fondazione Cariverona e della Fondazione Domus. Una rassegna a cura di Gino Castiglioni che permette di ammirare opere di artisti tra i maggiori del '900 che raramente trovano spazio idoneo alla riflessione e al confronto. Tra gli autori in mostra: Roberto Marcello Baldessari, Giacomo Balla, Ettore Beraldini, Renato Birolli, Umberto Boccioni, Cagnaccio di San Pietro, Massimo Campigli, Felice Casorati, Mario Ceroli, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Francesco Danieli, Vincenzo De Stefani, Antonio Donghi, e molti altri.
a cura di Gino Castiglioni
Una mostra come un racconto. La trama, come in un arazzo o in un tappeto persiano, è intessuta nel dipinto di Cagnaccio di San Pietro, al cui titolo fa riferimento tutta la mostra: Allo specchio. Una rassegna che permette di ammirare artisti tra i maggiori del Novecento che, raramente trovano spazio idoneo alla riflessione e al confronto, come invece accade tra le mure vanvitelliane della Mole di Ancona. La mostra prende le mosse da quella inquietudine di un Tempo sospeso che si percepisce come nota dominante nel quadro di Cagnaccio e che si ritrova espresso come in un’eco nelle figure solitarie di Cesare Maggi, Il montanaro o di Guido Trentini, La pianta rossa, oppure nei paesaggi di Paresce, di Morandi e di Rossi, nella mestizia dell’ora del Vespro di Vincenzo De Stefani, nell’impossibile dialogo delle figure metafisiche di Savinio, di Campigli e di Chia. Dalle pieghe del panneggio bianco, dove si annida la firma dell’artista e la data del 1927 e dalla modella Presa alle spalle da Cagnaccio discende un percorso dello sguardo su alcune delle sculture più rappresentative della collezione della Fondazione Cariverona e della Fondazione Domus per l’arte moderna e contemporanea come La donna che nuota sott’acqua di Arturo Martini, presenti nella mostra solo grazie a questo prezioso dettaglio che l’obiettivo fotografico ha saputo sapientemente ritagliare.
Il manicure alla moda, la punta dell’orecchino ci avvicinano al centro narrativo del quadro di Cagnaccio, a quello specchio trattenuto al muro da graffe acuminate. Dalla massa ancora scomposta dei capelli, dalle punte crudeli si avverte il senso del Dipanare della storia e allora il visitatore può attraversare in piena consapevolezza il Concetto spaziale di Fontana, Varsavia di Vedova e i grovigli di segni eleganti di Giovanni Meloni. Il pacato disporsi dei piccoli contenitori sul piano della toletta invita all’ascolto del Silenzio degli oggetti nelle nature morte di Casorati, di Morandi, di Tadini e di Severini. Allo sguardo non resta che inoltrarsi dentro lo specchio che racchiude il gesto rivelatore della modella: l’astuccio del rossetto sulle labbra. Rossi legami sono al centro di S’avvicina il temporale di Francesco Danieli, in Alberi e siepe a Villa Borghese di Balla, esplodono nell’Incendio alle Cinque Terre di Birolli, veleggiano nell’aquilone di Licini, dilagano nella fucilazione di Guttuso e nella Scheggia di Basaldella.
La vera immagine è contenuta nello specchio, costituisce il centro narrativo scelto da Cagnaccio, dunque rappresentare riflessi è il segno di una raggiunta sapienza pittorica, quasi di un virtuosismo come nella pittura di Orazio Pigato con le sue Case sull’Adige a Santo Stefano, in Antonio Donghi fermo a ritrarre i giochi della luce sulle sponde del fiume che bagna Castelfranco Veneto e ancora in Aurelio Tiratelli e in Rubens Santoro. Ferma sulla soglia la modella di Cagnaccio guarda nello specchio come alla finestra. Augusto Manzini pone sul davanzale delle sue finestre il vaso di fiori, metafora della presenza femminile. La pittura, l’arte figurativa è racchiusa nello sguardo. Quando l’artista si pone alle spalle del soggetto interpreta uno sguardo di cui è impossibile controllare la traiettoria, rendendo così palese il desiderio mai appagato di comprendere il visibile.
La donna alla finestra è dunque metafora dell’artista che invano insegue la possibilità di catturare tutto il visibile nell’opera. Oltre la soglia, fra gli altri, lo sguardo febbricitante dei ritratti di Boccioni e quello vuoto del gesso di Accademia di Guido Trentini. Cagnaccio con la sua opera sembra suggerire la certezza illusoria dell’immagine allo specchio e lo fa restituendo quella realtà a frammenti e in via di decomposizione che prende forma ai margini. L’immagine si moltiplica nel Paesaggio anemico di Schifano, si frantuma nell’Hommage à Yves Klein di Arman, si disfa in mestizia in La canzone del Piave di Ettore Berardini. La signora allo specchio offre il suo sguardo al visitatore poco prima di entrare in scena nel gran teatro di Orfeo Tamburi ( che intendeva raccontare a mosaico per l’E 42 la storia del teatro) e di cui sono rimasti i bozzetti monumentali sui quali, come su un fondale, prendono vita storie di danza e d’amore. Nei pezzi di ogni collezione è racchiusa una storia, una vicenda che parla di passione per il bello, questa della Fondazione Cariverona documenta più di un aspetto della ricerca dell’arte italiana del Novecento, nella sua qualità più alta. È dallo spessore dell’opera che nascono come da una tela orditi e trame di percorsi narrativi e interpretazioni critiche. La collezione continuamente viene arricchita per l’alacre impegno di chi a questa è preposto, come dimostrano gli artisti in mostra: Afro (Basaldella), Arman,
Roberto Marcello Baldessari, Giacomo Balla, Ettore Beraldini, Renato Birolli, Umberto Boccioni, Cagnaccio di San Pietro, Massimo Campigli, Felice Casorati, Mario Ceroli, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Francesco Danieli, Vincenzo De Stefani, Antonio Donghi, Lucio Fontana, Renato Guttuso, Osvaldo Licini, Cesare Maggi, Augusto Manzini, Arturo Martini, Giovanni Battista Meloni, Francesco Menzio, Umberto Moggioli, Giorgio Morandi, Michael Nobel, Renato Paresce, Orazio Pigato, Gino Rossi, Rubens Santoro, Alfredo Savini, Alberto Savinio, Mario Schifano, Pio Semeghini, Gino Severini, Emilio Tadini, Orfeo Tamburi, Tancredi (Parmeggiani), Aurelio Tiratelli, Guido Trentini, Giulio Enrico Trois, Emilio Vedova.
Rassegna a cura di Gino Castiglioni; Comitato Scientifico: Gino Castiglioni, Silvia Cuppini, Alessandro Delpriori e Paola Marini; percorso espositivo: Silvia Cuppini; progetto d’allestimento: Roberto Bua, Joan Martos, Alice De Vecchi; catalogo curato dallo stesso Castiglioni: 24 ORE Motta Cultura; Promossa dal Comune di Ancona, dalla Fondazione Cariverona e dalla Fondazione Domus per l’arte moderna e contemporanea. Organizzata dalla Fondazione Cariverona, dal Fondo Mole Vanvitelliana e dall’Assessorato alla Cultura di Ancona.
info e prenotazioni: biglietteria 071 2225031
visite guidate e didattica 071 2225037
Assessorato alla Cultura 071 2225019.
Inaugurazione: 18 dicembre ore 17
Mole Vanvitelliana
Banchina da Chio, Ancona
orario: dal martedì al venerdì 15.30/19 - sabato e festivi 10/13-15.30/19
ingresso: biglietto intero € 5 - ridotto € 3 – scuole e gruppi € 2