Dorothea Prul
Antjie Braurer
Kathleen Fink
Beate Klockmann
Rudolf Kocea
Christiane Matthias
Vera Siemund
Mirella Cisotto Nalon
Luisa Bazzanella Dal Piaz
Elena Giora
Alessandra Possamai Vita
Pensieri Preziosi - IV Edizione. Prosegue la rassegna padovana che analizza e vuol far conoscere il gioiello artistico. Una mostra con opere di Dorothea Pruhl e di sei artisti che si sono formati presso la Scuola Superiore di Halle. I loro lavori spesso trovano fonte di ispirazione nella natura circostante.
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Per la prima volta in Italia viene presentata il prossimo 18 dicembre, presso l’Oratorio di san Rocco, l’opera di Dorothea Prühl e di altri sei artisti che si sono formati presso la Scuola Superiore di Halle, dove la Prühl è stata prima insegnante e poi, dal 1991 direttrice della sezione di oreficeria dopo la grande Renate Heintze.
L’esposizione è la quarta edizione di “Pensieri preziosi” e cade dopo l’importante rassegna “Gioielli d’autore – Padova e la Scuola dell’oro”. Continua e si consolida, così, una tradizione ed un percorso tutto padovano di analizzare e far conoscere il gioiello artistico.
Furono proprio Renate Heinze e Dorothea Prühl a dare, dagli anni settanta in poi (nel 1969 la creazione di gioielli era stata riconosciuta come disciplina autonoma) uno straordinario impulso a questo settore puntando sul pezzo unico e sul valore artistico del manufatto. Esse riuscirono, pur trovando inizialmente un ambiente poco ricettivo e conservatore (negli anni cinquanta e sessanta, infatti la Scuola si era orientata verso la produzione industriale, dando vita a lavori ripetitivi, freddi e impersonali) a portare una ventata di entusiasmo e di novità e, con un’inconsueta energia e risoluta determinazione, giunsero a dare una svolta significativa al modo di concepire il gioiello e di realizzarlo. Il gioiello diventa così oggetto artistico, esito di un progetto, sviluppo di un’idea che spesso trova nella natura circostante la principale fonte di ispirazione.
Tale fonte resta narrativa; vi è la tendenza ad accentuarne la qualità plastica e ad interpretarla salvaguardando la figura anche se, talora, una avvertita esigenza di passare all’astrazione, ne viene a restituire il concetto senza riproporne la forma oggettiva. Al gioiello resta il suo carattere funzionale mentre il progetto di un pezzo unico o di piccola serie non rinuncia a soddisfare un’esigenza sociale di autovalutazione e autorappresentazione, di esprimere emozioni e suscitarne altre, di rappresentare il fascino del piccolo formato, di diventare ponte fra chi ha creato e chi lo fa proprio.
Enorme importanza riveste lo studio e la scelta del materiale che diventa strumento basilare e imprescindibile per sviluppare il progetto artistico a cui resta intimamente legato condizionandone, fin dall’inizio, processo, sviluppo ed esito finale. Le superfici dei metalli vengono trattate in maniera inedita e non si teme l’irregolarità e l’imperfezione, la materia viene spesso lasciata grezza per rafforzare il suo intrinseco potere espressivo, le dimensioni diventano importanti. Vengono scelti materiali inusuali all’oreficeria tradizionale quali alluminio, rame, zinco, ferro, acciaio, titanio, corno, osso, legno, corda, spago, stoffa, porcellana, plastica… in sintonia con quanto sta accadendo nelle altre importanti scuole orafe europee, che, diversamente da Halle, sono però proiettate, fin dagli albori, verso il concettualismo e l’astrazione. La fonte prima di ispirazione resta qui invece la realtà naturale, organica, fenomenica, di cui si intende tradurre sia l’aspetto narrativo, sia quello simbolico.
L’importanza della Scuola di Halle, così poco conosciuta in Italia, e il percorso di questo Istituto d’Arte, così affine, nei motivi informatori e nella metodologia didattica, a quello dell’Istituto padovano fondato nel 1866 dal marchese Pietro Estense Selvatico, ci hanno convinto dell’importanza di presentare in questa quarta edizione di Pensieri preziosi proprio Dorothea Prül e altri sei artisti di singolare eccellenza, che si sono formati al Castello seguendone le linee e rivelando, pur nei numerosi aspetti comuni, differenze di esiti, spiccata personalità, autonoma capacità espressiva, straordinaria bravura. Questi sono Antjie Braürer, Kathleen Fink, Beate Klockmann, Rudolf Kocéa, Christiane Matthias, Vera Siemund.
Analizzando il percorso creativo di ciascuno è possibile constatare come l’insegnamento magistrale della Prühl e le linee date dalla Scuola siano fortemente vive e presenti nella loro opera, che tuttavia mostra quanto questi abbiano saputo interpretare, in maniera singolare e del tutto personale, le indicazioni ricevute. Essi restano fedeli all’amore per il racconto e saldamente attratti da quanto ci circonda, dalla natura come dalla quotidianità, che vengono narrate secondo schemi esplicitamente figurativi, anche in momenti in cui la linea generale appare tendenzialmente opposta, o che talora, soprattutto nei tempi più recenti, volge alla semplificazione dei tratti, puntando all’essenzialità fino a raggiungere l’astrazione. Mondi interiori che si connettono con una propria visione della realtà in un indagare pronto a sorprendere e a farsi sorprendere, a giocare con la memoria, a concentrare sensazioni, ricordi, emozioni, nel microcosmo gioiello. Gioiello che resta, per tutti gli artisti di Halle, specchio concreto di un’esperienza percettiva fisica, diretta, interpretata e tradotta, luogo di ricerca, sintesi di esigenze razionali ed affettive, oggetto unico e “prezioso” non per il valore materiale ma soprattutto per quanto esprime e racconta.
La mostra e il catalogo sono curati da Mirella Cisotto Nalon. Il catalogo, bilingue, è edito da Biblos con testi di Mirella Cisotto Nalon, Luisa Bazzanella Dal Piaz, Elena Giora, Alessandra Possamai Vita. Traduzione in lingua inglese di Gabriel Walton.
Ufficio Stampa e promozione
Studio Lavia - Pd
tel. 049.8364188 || info@studiolavia.it
Scaricare immagini e altre informazioni da: http://www.studiolavia.it
INFO
Comune di Padova Settore Attività Culturali
e-mail: serviziomostre@comune.padova.it
sito web: http://padovacultura.padovanet.it
Orario mostra: 9.30-12.30, 15.30-19.00
Chiusura: lunedì
Ingresso: gratuito
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For the first time in Italy, at the Oratorio di San Rocco, from December 18, visitors will be able to admire the work of Dorothea Prühl and of six other artists who trained at the Halle School, where Prühl was first a teacher and then, from 1991, headed the Jewellery Section, after the great Renate Heinze.
This is the fourth edition of ''Pensieri preziosi'' (''Precious Thoughts''), following on from the large exhibition ''Gioielli d'autore - Padova and its Goldworking School''. Thus, a typically Paduan tradition and a special itinerary continue and are consolidated, aiming at analysing and enhancing our knowledge of artistic jewellery.
It was precisely the foresight and artistic sensitivity of Renate Heinze and Dorothea Prühl which, from 1970 onwards (in 1969 jewellery-making was recognised as a separate discipline) gave an extraordinary stimulus to this particular sector, emphasising single, unique pieces and their artistic value. Although Heinze and Prühl initially found themselves in an unreceptive, conservative environment (in the 1950s and 1960s, the School had focused on industrial production, giving rise to repetitive, cold, impersonal works), the two women brought a breath of fresh enthusiasm and novelty to their work and, with unusual energy and resolute determination, significantly changed the way of conceiving jewellery and of making it. Thus, a jewel became an artistic object, the result of a plan, the development of an idea, which often found its main source of inspiration in the natural world surrounding it.
This source remained a narrative: there was a tendency to accentuate its plastic quality and to interpret it while maintaining the figurative side, although a need to pass to abstraction was sometimes felt which, in any case, retained the essence of a jewel without representing its objective form. Jewellery conserved its functional character, while the project for a single piece or a small series of pieces did not reject a social need for self-assessment and self-representation, the wish to express feelings and to stimulate others, to represent the attraction of small-scale work, to bridge the gap between creator and wearer.
Enormous importance was given to the study and choice of materials, which became essential, irreplaceable instruments for the proper development of an artistic project, and which remained intimately associated with that project, influencing its beginning, course, development and final outcome. Metal surfaces were treated in new ways; irregularities and imperfections were preferred; materials were often left unworked or only slightly worked, in order to reinforce their intrinsic expressive power; size became important. Materials previously regarded in traditional goldworking as unusual, such as aluminium, copper, zinc, iron, steel, titanium, horn, bone, wood, string, fabrics, porcelain and plastic, were all adopted, following similar trends in other important European goldworking schools which, unlike Halle, had been aiming towards conceptualism and abstraction since their inception. At Halle, instead, the primary source of inspiration remained natural reality, organic, phenomenal. The intention was to express both its aspects, narrative and symbolic.
The importance of the Halle School - so little known in Italy, yet so similar in its history, in its line of reasoning and its teaching methods, to the Paduan School, founded in 1866 by the marquis Pietro Estense Selvatico - convinced us of the importance of presenting in the fourth edition of ''Pensieri preziosi'' Dorothea Prühl and six other artists of singular excellence, who all trained at the ''Castle School'' and who, in their many aspects in common, differences in results, clearly defined personalities, and individual expressive capacities, followed in her footsteps. They are: Antjie Braürer, Kathleen Fink, Beate Klockmann, Rudolf Kocéa, Christiane Matthias and Vera Siemund.
Examining the separate creative itineraries of these artists, we can see how Prühl's masterly teaching and the guidelines laid down by the School are emphatically alive and present in their works. Yet they all demonstrate how they interpreted the teaching they had received in individual, highly personal ways. They remain faithful to their love of narrative and attracted to everything which surrounds them, from nature to daily life, described according to explicitly figurative models, even at moments when the general line appears to move tendentially in the opposite direction, or sometimes, mainly more recently, when it tends towards simplification of traits, aiming at essentiality to the point of reaching abstraction. Interior worlds are connected to a personal vision of reality, in an investigative search ready to surprise and be surprised, to play with memory, to concentrate feelings, memories and emotions in that microcosm which is a jewel. For all the Halle artists, a jewel remains the true mirror of a perceptive appearance, physical, direct, interpreted and translated, a focus for research, a meeting of rational and affective needs, a unique and ''precious'' object - not for its material value, but above all for what it expresses and recounts.
The exhibition was prepared and its catalogue edited by Mirella Cisotto Nalon. The catalogue, in two languages, Italian and English, with commentaries by Mirella Cisotto Nalon, Luisa Bazzanella Dal Piaz, Elena Giora and Alessandra Possamai Vita, is published by Biblos. The English translation is by Gabriel Walton.
Oratorio di San Rocco
via Santa Lucia - Padova
Orario: 9.30-12.30, 15.30-19.00, chiuso lunedi
Ingresso libero