Palazzo Bonomi Gera
Ripatransone (AP)
Corso Vittorio Emanuele II, 32
0735 99329
WEB
Mario Schifano e Mario Vespasiani
dal 19/12/2008 al 17/1/2009
chiuso il lunedi; 10,30 -12,30 e 16,30 - 19,30
0735 753401

Segnalato da

Ufficio Stampa Artsinergy




 
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19/12/2008

Mario Schifano e Mario Vespasiani

Palazzo Bonomi Gera, Ripatransone (AP)

La quarta dimensione. In queste tele, esperienze spirituali quali vuoto, emanazione, profondita' e calma, si scontrano con sensazioni puramente visive della pittura come energia, brillantezza, immediatezza. Questa mostra non e' dunque un paragone tra due autori dal percorso artistico e dalla vita per certi versi agli antipodi, ma si pone come analisi della problematica del non-visibile.


comunicato stampa

Sabato 20 Dicembre alle ore 17 presso la Pinacoteca del Museo Civico, sotto il Patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Ascoli Piceno e del Comune di Ripatransone si terrà l'inaugurazione della mostra intitolata ''La quarta Dimensione nella pittura di Mario Schifano e Mario Vespasiani''.

Verranno esposte le opere di questi due artisti che in comune, hanno oltre al nome, la grande fedeltà nella ricerca pittorica e l'instancabile passione di sperimentare.

La mostra avviene non a caso nel 2008, a dieci anni esatti la morte del grande maestro Schifano e a dieci anni dalla prima mostra personale del giovane Vespasiani, con una selezioni di dipinti dai diversi soggetti, che dialogano attraverso le tinte e la spigliata gestualità pittorica con la condizione di silenzio e di immobilità.

In queste tele esperienze spirituali quali vuoto, emanazione, profondità e calma, si scontrano sensazioni puramente visive della pittura come energia, brillantezza, immediatezza. Questa mostra non è dunque un improponibile paragone tra due autori dal percorso artistico e dalla vita per certi versi agli antipodi, ma si pone come analisi della problematica del non-visibile, con una grande attenzione verso la luce intesa come conoscenza, in quel viaggio dell'immagine ai confini con la sua sparizione, coinvolgendo lo spettatore ad uno sguardo non più frontale e meramente visivo, ma di esperienza e sensoriale.

Scrive Gianluca Marziani nel testo Mario & Mario:

Dieci anni fa moriva Mario Schifano, uno dei grandi artisti italiani del dopoguerra, maestro di eccessi e contraddizioni, da sempre tutto e il contrario di tutto. Un’energia totale che toccava la pittura e il cinema, la mondanità e la trasgressione, il lusso e l’eccesso smodato, la rabbia militante e l’eclettismo di una Roma al suo apice negli anni Sessanta, quando la generazione di Piazza del Popolo (Schifano, Festa, Angeli, Fioroni, Mambor, Lombardo, Ceroli, Patella, Kounellis…) rendeva l’arte un’espressione sincera della cultura pop. Nato in Libia nel 1934, Schifano arrivò a Roma giovanissimo e iniziò con un lavoretto al Museo Etrusco di Valle Giulia. Le prime opere monocrome vennero presentate nel 1960 a La Salita di Roma. Nel 1961 espose presso La Tartaruga, un’altra delle gallerie romane che hanno fatto la storia culturale italiana.

L’anno successivo andò a New York, mentre nel 1964 fu la volta della Biennale che consegnò lo scettro critico alla Pop Art. Da quel momento prese forma una carriera altalenante come il suo carattere, fatta di vertici e cadute, alti molto alti e bassi altrettanto bassi. Fu accusato di produrre troppe opere, qualcuno non gli perdonò certe scelte commerciali con canali televisivi e mercanti spietati. I soliti moralisti lo associarono alla droga senza capire che gli spiriti liberi le regole se le fanno da soli e le disfano quando desiderano. Pensate se dovessimo giudicare gli artisti in base alle loro private abitudini, ai modi sessuali, al loro rapporto con il vizio e lo stravizio. La verità è una sola: Schifano divorava la vita e la risputava nella pittura in pura tensione cromatica, descrivendo con le pennellate la frenesia dei pensieri, l’immaginario indomabile, l’estasi del corpo, la gioia e il dolore, il coraggio di perdersi e ritrovarsi.

Mario Schifano, ovvero, l’energia onnivora del talento vitale

Veniamo adesso al presente, ai contributi che dal giusto omaggio si tramutano in un dialogo tra generazioni e storie lontane. Mario Vespasiani ha deciso di confrontarsi esplicitamente con Mario Schifano, usando sincero rispetto e tutta la consapevolezza che quel lascito sia una materia viva da utilizzare, un valore aggiunto con cui alimentare il decorso benefico della pittura figurativa. L'immaginario di Vespasiani inizia a fondersi con il fondale in una prospettiva rovesciata, la materia cromatica determina il sovraccarico energetico e l’entropia del colore narrante. Soggetti diversi sviluppano una pittura aggressiva eppure silenziosa, come una metropoli che d’improvviso scegliesse il mutismo ipnotico e raggelante.

Vespasiani dialoga con Schifano sul profilo sintetico del luminismo cromatico, lungo la dimensione spirituale che scorre sotto la traccia evidente del dipingere. Percepisci la densità del gesto e la calma del soggetto in campo, l’opera si trasforma nel conflitto risolto tra calma e voluttà. La scarica energetica dell’artista marchigiano conferma il valore di una memoria forte e la giustezza di un richiamo tematizzato. “Rubare” brandelli ispirativi diventa così il miglior “furto” possibile, un magnete morale che offre al passato il suo adeguato terreno dialettico.

Mario Vespasiani, ovvero, l’energia intelligente del contributo sensato

Per l'occasione è stato prodotto da Artsinergy un catalogo con i testi di Gianluca Marziani, Roberto Gramiccia, Loredana Finicelli completo di un dialogo tra Mara Bi e Mario Vespasiani.

Inaugurazione ore 17

Palazzo Bonomi Gera
Corso Vittorio Emanuele II, 32 - Ripatransone (AP)
Orario: tutti i giorni tranne il lunedi: 10,30 -12,30 e 16,30 - 19,30

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