Spalletti è l'artista più sottile e complesso fra quelli che sono succeduti alle esperienze di arte povera, minimal art e concettualismo. Notissime sono le pitture e le sculture monocrome esibite dal '74, variamente intagliate nel quadrato o nel tondo, quali polittici, vasi, dischi, fondi d'oro divaricati dalle pareti come pelli. squamate, dai contorni spesso rigonfi o tronchi o rastremati
Un'importante mostra di Ettore Spalletti inaugurata nella Galleria Borromini di Ozzano Monferrato (Al). Dopo aver
esposto in gennaio ad Artefiera 2000 a Bologna un suo polittico di 2,50 x
5,00 metri la Galleria presenta una serie di lavori fra i significativi e
recenti del maestro di Cappelle sul Tavo. Tale mostra in Piemonte
accompagna per tre mesi l'ampia mostra antologica che la Caixa di Madrid
gli dedica nello stesso tempo.
Attivo dagli inizi del decennio 1970, Spalletti è l'artista più sottile e
complesso fra quelli che sono succeduti alle esperienze di arte povera,
minimal art e concettualismo. Notissime sono le pitture e le sculture
monocrome esibite dal '74, variamente intagliate nel quadrato o nel tondo,
quali polittici, vasi, dischi, fondi d'oro divaricati dalle pareti come pelli
squamate, dai contorni spesso rigonfi o tronchi o rastremati; volumetrie di
sommesse luci tonali che sono spazi pulviscolari, respiri ondulatori, sempre
materlate da polveri di colore, ma delicate nel tessuto sabbiato, vulnerabile
al minimo tocco. Ecco le sue superfici profonde senza confini.
"Lungi dall'insistere nella smaterializzazione dell'arte, la sua opera ne
rimaterializza l'energia. Spalletti va considerato - scrive Tommaso Trini in
catalogo - uno dei massimi esponenti dell'attuale riformulazione degli
statuti sia dell'oggetto d'arte sia delle nostre percezioni dopo la fine
delle avanguardie moderniste. Il più raffinato dei nuovi costruttori di un
arte dell'essere e non solo del sapere ci pone entro l'architettura
immateriale delle visioni che si incarnano".
Particolarmente innovative sono risultate alcune sue mostre di
collaborazione. Ecco un arte di visione estrema che - pur gelosa dell'etica e
rigorosa nel trascolorare - è tutt'altro che solitaria. Nel suo iter ormai
trentennale, più volte Spalletti ha fatto interagire i suoi propri delicati
artefatti con opere le più diverse di altri artisti, consolidando ogni volta
la fermezza dei suoi intenti attraverso gli effetti cangianti delle
relazioni. Così nella mostra Osmosi dove condivise la scena con Haim
Steinbach al Guggenheim Museum di New York nel '92; e così pure alla Biennale
di Venezia nel '95, quando Germano Celant lo invitò nuovamente a farsi
connessione, unitamente al critico e assieme alle opere di Enzo Cucchi e
Maurizio Cattelan.
"Questa tensione simbiotica accentuata dall'inedito sfumato tattile e da
respiri pulviscolari, è molto interessante; prefigura un paradigma forse più
diffuso. L'arte di Spalletti ci offre, non più il cancellarsi delle figure di
superficie e l'evaporarsi dei mezzi di rappresentazione, bensì l'esatto
contrario - propone Trini nel suo testo - ossia l'avvento di un visibile
ulteriore nel configurarsi di affreschi sempre più carnali: nella pura veritÃ
di un'esperienza luminosa".
Indirizzo: Galleria Borromini, Ozzano Monferrato (Al)
Titolo: Nel puro vero
Inaugurazione: sabato 10 giugno 2000, ore 18.00
Catalogo a cura di Tommaso Trini
Orario: 10.00 - 13.00 e 16.00 - 19.00, chiuso giorni festivi
Per informazioni Galleria Borromini: tel. fax 0142 487033