La rassegna, curata da Carlo Occhipinti, presenta 250 capolavori (dal 1450 al 1750) rappresentativi di 104 tra i piu' grandi Maestri incisori europei, esposti in un ideale itinerario estetico che attraversa circa quattro secoli di Storia dell'Arte, dal Rinascimento al Barocco.
a cura di Carlo Occhipinti
In occasione dei dieci anni di attività della Fondazione Art Museo, sabato 26 dicembre 2008, nella prestigiosa dimora settecentesca di Villa Ponti ad Arona, sarà aperta al pubblico una grande Mostra dal titolo: “dall'Arte di Raffaello a Rembrandt e Goya”. La rassegna, curata da Carlo Occhipinti, presenta 250 capolavori (dal 1450 al 1750) rappresentativi di 104 tra i più grandi Maestri incisori europei, esposti in un ideale itinerario estetico che attraversa circa quattro secoli di Storia dell'Arte, dal Rinascimento al Barocco.
La Mostra è organizzata con la collaborazione di Giuseppe Simoni, studioso ed appassionato collezionista di grafica antica, che ha catalogato tutte le opere esposte con schede descrittive pubblicate su un prestigioso volume di 244 pagine.
Nella presentazione critica della Mostra Manuela Boscolo scrive:
“Inizialmente sono i maestri incisori a replicare i dipinti, incidendo la lastra di rame col bulino, ma questa tecnica (calcografia) si meriterà un posto d’onore al tavolo delle belle arti, sviluppando un filone artistico cui aderiranno artisti di tutti i tempi. Causa: difficoltà massima e abilità senza pari.
Creare un’opera d’arte, senza ausilio di garzoni di bottega e senza poter sbagliare, è già difficile. Renderla anche unica, affidandole il proprio stile in versione “bianco e nero”, è impresa in cui pochi riuscirono. Dürer (1471-1528), celebrato da Erasmo da Rotterdam, è tra i primi ad usare la xilografia e a far risaltare la propria potenza creativa attraverso di essa. Raffaello usò moltissimo questo sistema per far riprodurre le sue opere, come tanti suoi contemporanei. Harmenszoon Van Rijn Rembrandt (1606 / 1669) addirittura si appropriò di questa tecnica per farne un personale virtuosismo, innamorandosi della perfezione e della suggestione che la carta incisa operava sulle forme, scegliendo però l’acquaforte, che gli consentiva un lavoro più sciolto.
Ricopriva di cera la lastra e con un ago vi disegnava sopra, asportando la cera e mettendo a nudo il rame. Ma attenzione.
Rembrandt è un “caso” artistico a parte, sul quale mi soffermo perché estremamente particolare.
Lontano dai giri dei grandi maestri, operò in solitaria, alla “Caravaggio”, ma con uno spessore psicologico tale da rendere sublime e al contempo naturale ogni ritratto, ogni rappresentazione sacra. Nelle sue opere non vi è bellezza né bruttezza.
C’è soltanto lo sguardo semplice e quasi commovente della gente, che vive la propria esistenza come viene e penetra la vita e si espone ad essa nel bene e nel male. Solo un genio poteva avere questa intuizione. Solo un genio poteva essere in grado di rappresentarla.
Ogni opera, ogni ritratto è un piccolo capolavoro di maestria e di umanità, che ancor oggi è contemplato dal silenzio che lo circonda. Inconsapevolmente gli artisti del Seicento, per primi i maestri olandesi, ci conducono lontano dal soggetto, avvicinandosi sempre più a godere della pura bellezza del mondo visibile. Vince la grande pittura, e si dimostra che l’emozione può celarsi anche solamente attraverso il colore, la materia, la luce, la composizione. L’arte interpreta, decora.
Pitture e sculture, ormai scisse dagli antichi rigori, respirano vita propria, riempiono con la loro presenza il massimo splendore del Barocco, alle soglie del Settecento. Non è più importante ciò che si rappresenta, bensì come lo si rappresenta. Uno dei più acclamati artisti italiani dell’epoca è senza dubbio Giovanni Battista Tiepolo (1696 / 1770). Dopo le scenografie fastose e lo sfarzo lussureggiante della ricchezza di colori e contenuti delle sue opere, l’Italia inizia il suo lento declino.
Anche l’Arte in generale tende a ridimensionare i suoi eccessi. E muta.
La psicologia entra a far parte della cultura e la cultura artistica entra a compenetrare la vita quotidiana. Si popolarizza e soprattutto si politicizza il suo uso in società. Da pittoresca si trasforma in patriottica. Da meditativa a propagandistica.
Goya (1746 / 1828) ne iniziò l’uso alla satira, lasciandoci numerose incisioni nelle quali dava vita alle distorsioni inquietanti che popolavano il suo immenso immaginario, onirico e quasi surreale...
... ma siamo oramai alle soglie dell’arte moderna”
Elenco degli artisti presentati (104 Maestri incisori europei, dal 1450 c. al 1750 c.):
Alberti Cherubino, Aquila Pietro, Baldini Baccio, Bartoli Pietro Santi, Bartolozzi Francesco, Baudet Etienne, Beatrizet Nicolas, Beck Leonard, Bega Cornelis Pietersz, Berchem Nicolaes, Biscaino Bartolomeo, Bonavera Domenico Maria, Both Jan Dirksz, Bruegel Pieter, Burgkmair Hans, Cantarini Simone, Canuti Domenico Maria, Callot Jacques, Caraglio Giacomo, Carlevarijs Luca, Carracci Agostino, Carracci Annibale, Castiglione Giovanni Benedetto, Collaert Adriaen II, Cort Cornelis, Dalton Richard, Danckerts Dancker, De Jode Pieter II, De Musi Agostino, De Poilly François, Della Bella Stefano, Dente Marco, Dürer Albrecht, Eimmart Georg Cristoph, Falda Giovanni Battista, Faldoni Giovanni Antonio, Farinati Orazio, Fialetti Odoardo, Franco Giacomo, Franco Giovanni Battista, Galestruzzi Giovanni Battista, Ghisi Giorgio, Goltzius Hendrick, Goya y Lucientes Francisco, Grimaldi Giovanni Francesco, Hollar Wenzeslaus, Hopfer Daniel, Maestro Anonimo, Maestro Anonimo da Agostino Carracci, Maestro Anonimo da Andrea Mantegna, Maglioli Giovanni Andrea, Marieschi Michele, Matham Jacob, Mitelli Giuseppe Maria, Negretti Jacopo, Novelli Francesco, Oddi Mauro, Picart Bernard, Piranesi Francesco, Piranesi Giovanni Battista, Podestà Giovanni Andrea, Raimondi Marcantonio, Rembrandt Harmenszoon Van Rijn, Reni Guido, Rosa Salvator, Sadeler Aegidius, Sadeler Justus, Saenredam Jan Pietersz, Salimbeni Ventura, Scaramuccia Luigi, Schiaminossi Raffaello, Schut Cornelis, Scultori Adamo, Scuola di Raimondi, Scuola di Albrecht Dürer, Scuola di Guido Reni, Scuola di Hendrick Goltzius, Scuola di Martin Schongauer, Specchi Alessandro, Stoop Dirk, Tempesta Antonio, Testa Giovanni Cesare, Testa Pietro, Tiepolo Giandomenico, Tiepolo Giovanni Battista, Valesio Francesco, Valesio Giovanni Luigi, Van de Passe Crispijn, Van Dyck Antonie, Van Huchtenburg Jan, Van Laer Pieter, Van Leyden Lucas, Van Ostade Adriaen, Van Star Dirk J., Van Swanevelt Hermann, Van Uytenbroeck Mozes, Vico Enea, Visentini Antonio, Visscher Cornelis II, Vosterman Lucas, Waterloo Anthonie, Weirotter Franz Edmund, Wille Iohan Georg, Wohlgemut Michael.
La Sede della Mostra: Villa Ponti
É una splendida dimora settecentesca situata nel centro storico di Arona, nota per le sue bellezze stilistiche ed ornamentali.
L’edificio è stato costruito sui bastioni della “Rocca” alla fine del Settecento da Bartolomeo Pertossi, ricco mercante di origine fiamminga, sostenitore di Napoleone I, quest’ultimo ospite nella Villa dopo la fine della “Campagna d’Egitto”.
La struttura, edificata su tre piani, è stata più volte modificata.
Nel corso del ’900, alla fine degli anni Venti, l’Arch. A. T. Rocca ha stravolto quasi completamente l’aspetto esterno, sul fronte stradale, arricchendolo di molteplici decori architettonici.
I locali ed i saloni della Villa, arricchiti da pregevoli pavimenti e decorazioni, hanno mantenuto intatta la loro originaria bellezza.
Nella Villa ha vissuto l’illustre aronese Gian Giacomo Ponti (Aro-na, 27 dicembre 1878 - 22 novembre 1939) docente di elettronica al Politecnico di Torino, industriale e promotore, nel primo dopoguerra, della S.I.P. (Società Idroelettrica Piemontese).
Nel 1925 fonda e presiede la S.T.I.P.E.L. (Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda) e dà l’avvio alla moderna telefonia italiana.
Su una targa posta all’esterno di Villa Ponti si legge: «La S.T.I.P.E.L. raggiunto il milione di abbonati ricorda che da questa sua casa Gian Giacomo Ponti con fede nell’avvenire della telefonia italiana ne iniziava l’attività il 1° luglio 1925».
Dal 1999 Villa Ponti ospita le manifestazioni del Programma “Arona Arte – Grandi Mostre per Arona”, promosso dalla Fondazione Art Museo e realizzato con il sostegno della Regione Piemonte.
Dedicate ai più importanti protagonisti dell’arte internazionale, le esposizioni di Villa Ponti hanno totalizzato ad oggi oltre 200.000 Visitatori, inserendo Arona nel circuito delle grandi città d’arte europee.
Dal 1999 Villa Ponti ospita le iniziative del Programma “Grandi Mostre sul Lago Maggiore”, rassegne culturali (monografiche o tematiche) che hanno il pregio di presentare capolavori ed opere scelte, di grandi protagonisti dell’arte internazionale, tutte appartenenti a prestigiose collezioni private italiane.
Le esposizioni di Villa Ponti (organizzate dalla “Fondazione Art Museo”) in circa 10 anni hanno attirato sul Lago Maggiore oltre 300.000 Visitatori; un successo di pubblico che ha contribuito alla maggiore diffusione della conoscenza artistica sul Territorio.
Mostra e catalogo a cura di: Carlo Occhipinti
Introduzione e schede opere: Giuseppe Simoni
Presentazione critica: Manuela Boscolo
Inaugurazione 26 dicembre 2008
Villa Ponti
via San Carlo, 63 - Arona (NO)
Orario di apertura: la Mostra é aperta 7 giorni su 7 con il seguente orario: da lunedì a venerdì 10,00-12,00 / 14,30-18,30;sabato, domenica e festivi 10,-12,30 / 14,00-19,00.
Ingresso: Intero: euro 6,00 - Ridotto: euro 5,00
Bambini (6 - 12 anni) e Gruppi Scolastici: euro 1,50
Prenotazione visite guidate: tel. 0322 44629