Davide Avogadro
Elena Ceci
Giovanni Cerri
Natale Galli
Emiliano Padovani
Carlo Rotolo
Giuseppe Sampaolo
Cinzia Bollino Bosi
Dacche' e' stata codificata, la scena di genere non ha mai cessato di esistere. Travestita talvolta sotto mentite spoglie imposte dalle avanguardie e dagli ismi del Novecento, può essere ridefinita oggi, che le ricerche sono quanto mai aperte e che la figurazione gode di una nuova indagine, di rinnovata attenzione. Mostra a cura di Cinzia Bollino Bosi.
Davide Avogadro
Elena Ceci
Giovanni Cerri
Natale Galli
Emiliano Padovani
Carlo Rotolo
Giuseppe Sampaolo
A cura di Cinzia Bollino Bosi
"D'ogni genere"
Dacché è stata codificata, la scena di genere non ha mai
cessato di esistere. Travestita talvolta sotto mentite spoglie imposte
dalle avanguardie e dagli ismi del Novecento, può essere ridefinita
oggi, che le ricerche sono quanto mai aperte e che la figurazione gode
di una nuova indagine, di rinnovata attenzione.
Così il pitocco diventa squatter, punk, e le prostitute sporche
e sudate sorprese a spulciarsi nella stanza prendono la voce roca e
multietnica delle puttane ritratte da Elena Ceci, volgari sirene per
marinai dispersi, mentre i poveri cenciosi e strappati si tramutano in
clochard di periferia tecnologiche, ornati di CD muti e ciechi, simboli
di un progresso che non unisce, non arricchisce, non democratizza,
semmai accentua ancor più la distanza tra chi conosce e chi no.
Relegati ai margini di una società che non condividono e da cui non
sono condivisi, alcuni di questi personaggi sfruttano il teatro della
storia, la ribalta della protesta. La pittura di storia può diventare
cronaca di un naufragio quotidiano tra molotov e sassi, tra i carruggi
genovesi come tra le strade di Seattle, palcoscenici di proteste spesso
tinte di violenza.
La storia siamo noi, protagonisti di un'attualitÃ
che rimbalza dall'istante della cronaca al tubo catodico, all'etere,
alle rotative della carta stampata e alle tele e alle carte di Giovanni
Cerri. Parliamo ancora d'uomini parlando dell'impossibilità del
ritratto: quelle che Davide Avogadro dipinge sono immagini rubate, pose
spiate, voyeuristiche trascrizioni pittoriche di pensieri anonimi, gesti
negati da inquadrature ritagliate contro pareti asfittiche e fredde di
cessi, metro, interni di case vuote.
Uomini in silenzi innaturali, come
innaturale è la natura, al punto da potere - o dovere - tentare una
definizione di natura morta del tutto nuova: morta sì, perché
putrida e marcescente, soffocata da scarichi industriali e da rifiuti,
come quella a cui pensa Giuseppe Sampaolo, nascosta da veleni ammorbanti
e polveri inquinanti. Oppure finta, perché tradotta in forme gommose e
transgeniche, cartellonistiche e pubblicitarie, fumettistiche ed
irreali, ludiche ed enormi. Non più la vanitas, il tempo che scorre e
corrompe, nelle opere di Natale Galli, ma una magia che colora di blu e
riveste di vetroresina.
Il paesaggio, infine, non può che tradursi in scenari spettrali
di un passato industriale, di profili diletti e sagome di vetrate
annerite e in frantumi, di ponteggi divelti e di territori abbandonati.
Carlo Rotolo cd Emiliano Padovani dipingono questi monumenti al sudore
di braccia e motori contro cieli tersi e assenti, nell'azzurro del
pomeriggio o nell'ora del tramonto, prima che la notte accenda sulla
città le sue luci rutilanti e sugli altri cadano sonni e silenzi.
Cinzia Bollino Bossi
Inaugurazione: lunedì 11 marzo alle ore 18.00
segue alle ore 19.00: Conversazione con Cinzia Bollino Bossi e gli
artisti
Apertura: tutti i giorni dalle ore 16.30 alle ore 20.00 _Chiuso:
venerdì, sabato e festivi
Nell'immagine un'opera di Giovanni Ceri
Circolo Culturale Bertolt Brecht
Via Padova, 61_20127 Milano
Tel/fax_02 26820454