La retrospettiva presenta il nucleo centrale del lavoro pittorico dell'artista con riferimenti agli ultimi temi toccati. Dalla realta' contadina della pianura padana al mondo rurale ritrovato durante i suoi numerosi viaggi all'estero.
Venerdì 16 gennaio, alle ore 19.00, Project Room Galleria Dellearti e Fondazione Dominato Leonense, in collaborazione con Cassa Padana Bcc e Corsorzio di Tutela Vini Doc Garda Classico, presentano alla città di Cremona IL MONDO DI GIACOMO BERGOMI.
Un’occasione per avvicinarsi alle splendide opere del pittore bresciano grazie alla presentazione di Maurizio Bernardelli Curuz – critico d’arte e direttore della rivista Stile Arte. La serata proseguirà con la degustazione dei "Grandi Vini Rossi della Valtènesi" del Consorzio di Tutela Vini Doc Garda Classico.
Giacomo Bergomi - nato nel 1923 a Barco di Orzinuovi (Bs) e scomparso a Brescia nel 2003 – compare tra i protagonisti più significativi e originali della pittura bresciana del secolo scorso. La genialità pittorica di Bergomi poggia su solide basi ancorate alla formazione accademica e all’osservazione attenta e meticolosa dell’arte occidentale. In lui si reperiscono le ascendenze di Mantegna, di Savoldo, del Pitocchetto, di Gauguin, di Van Gogh, fino al Novecento italiano e soprattutto a Carrà.
Nelle opere di Bergomi si coglie la lezione del linguaggio ricevuto da Carrà, conosciuto alla fine degli anni ’50 a Milano – con una straordinaria attenzione ai volumi – e la liberazione dalla rude materialità degli inizi. Carrà sprona il giovane pittore a dipingere quello che ha intorno a sé con grande libertà di spirito e spontaneità. Si avverte un risalto alla solidità compositiva. La sua pittura inizia ad assorbire luminosità e a diventare sobria, densa di tono, caratterizzata da venature espressionistiche, da tratto potente e da rigore nel disegno.
Dagli anni ’60 Bergomi perfeziona la propria tecnica, imbocca la strada di un realismo intenso che si trasforma in un “espressionismo in poesia”. La critica inizia a parlare di lui come di un espressionista molto particolare, che non attinge a scuole, ma ad un modo personale di vedere la realtà, sia essa costituita da piazze, gente, paesaggi rurali o marini. È questa, in sostanza, la materia pittorica di Bergomi, in cui l’artista dà il meglio di sé, con intensa forza espressiva.
Le opere esposte presso la Project Room, presentano il nucleo centrale della realtà di Bergomi con riferimenti agli ultimi temi toccati dal Maestro. Dalla realtà contadina della nostra Pianura - che dagli anni ’50 pare sgretolarsi sotto l’influsso e il fascino delle grandi città e dell’industrializzazione - rappresentata con un’immediatezza che arriva direttamente al cuore, il percorso prosegue verso quel mondo rurale, in via di estinzione, ritrovato dall’artista durante i suoi numerosi viaggi all’estero. Sono ad esempio gli indios e i campesinos incontrati in Sud America, nei tipici abiti dai colori accesi, i visi bruciati dal sole, genuini e semplici.
Il percorso disegnato da Giacomo Bergomi prosegue fino al 29 Marzo presso Villa Badia di Leno (Bs), dove è allestita la mostra “C’era una volta in cascina. Il mondo contadino di Giacomo Bergomi”. Curata da Maurizio Bernardelli Curuz, l’esposizione ripercorrere ambienti, situazioni e modalità di vita del mondo contadino lombardo del Novecento, prima dello spopolamento delle campagne.
BIOGRAFIA
Giacomo Bergomi, classe 1923, nasce a Barco di Orzinuovi (Bs) da una famiglia di fittavoli bergamaschi. Fin da bambino manifesta la passione per il disegno, imprimendo il mondo che lo circonda sui muri delle cascine con pezzi di carbone.
Nel 1945 comincia l’apprendistato presso la scuola di disegno e pittura del noto pittore Emilio Pasini. Nel 1949 parte per Milano, dove tra lavori saltuari si mantiene riuscendo a vendere qualche quadro. Frequenta l’Accademia Cimabue e poi l’Accademia di Brera. Suoi maestri furono Salvadori, Franchi, Carpi, Cantatore. Conosce Carlo Carrà con il quale intrattiene un importante rapporto di amicizia.
Alla morte del padre, nel 1957, torna a vivere a Lograto (Bs). Tiene la prima personale a Brescia, seguita nel tempo da una cinquantina di rassegne in varie città italiane e straniere, a cominciare da Parigi nel 1959. Consegue un crescente successo di critica, contrassegnato da premi di importanza nazionale, tra cui quello per l’arte sacra vinto nel 1958. Le sue opere si ammirano in vari musei (Roma, Arezzo, Bari, Modena, Quito, ecc…) e gallerie private.
Compie lunghi viaggi in Francia, Bulgaria, Grecia, Jugoslavia, Romania, Spagna, Equador e Venezuela, esponendo in varie capitali. Ritorna spesso in Sud America, riscoprendo nelle popolazioni andine e negli Indios i lineamenti dei contadini della Bassa, di un mondo in via di estinzione. Ed è a questo mondo a cui resta sempre fedele e che caratterizza il nucleo centrale della sua produzione pittorica sin dagli esordi.
Il suo amore per il mondo contadino è testimoniato anche dalle vaste raccolte etnografiche, ora esposte presso il museo a lui intitolato a Montichiari (Bs).
Inaugurazione: Venerdì 16 gennaio 2009 ore 19, con degustazione di "Grandi Vini Rossi della Valtènesi" del Consorzio di Tutela Vini Doc Garda Classico
Project Room Galleria Dellearti
c/o Dellearti Hotel
via Bonomelli, 8 - Cremona
Ingresso libero