The Prada Cycle. L'artista ha realizzato una serie di 17 dipinti iconografici di eccentriche creature allucinate. Le immagini rappresentate da Kirsten sembrano emergere da un mondo psichedelico di drogati ispirati da una catatonica demenza. Ogni base pittorica indossa felici intenzioni hippy, in una realta' futuristica in cui cio' che conta e' la superficie.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye mighty, and despair!"
Nothing beside remains: round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away.
P.B. Shelley, Ozymandias of Egypt, 1818
Per la sua prima mostra personale in Italia, Robin Kirsten ha realizzato una serie di 17 dipinti iconografici di eccentriche creature allucinate. Le immagini rappresentate dall’artista sembrano emergere da un mondo psichedelico di drogati ispirati da una catatonica demenza. Ogni base pittorica “indossa” felici intenzioni hippy, in una realtà futuristica in cui tutto ciò che conta è la superficie.
I modelli di questi dipinti sono ritratti, radicalmente stilizzati, di consumatori psicotropi, che sembrano inchiodare loro stessi in una specie di circo interstellare di zombi, provenendo da un mondo patinato sinonimo alla realtà vuota dalla falsa coscienza. Trasformati in oggetti di lusso, generati fuori dai sogni aspirati e dal coma ritualistico della loro produzione, queste creature posano e spiccano fuori dal loro mondo super laccato, offrendo soltanto uno sguardo seducente della loro pelle avida, desiderosi di scambiare se stessi per il Love Money Honey dello spettatore.
Fucked up e mai a casa, questi personaggi finti, come Ozyman (341 a.c.) re egiziano megalomane al quale l’artista si è ispirato, sembrano congelare tutto ciò che è en vogue e, sottratti dal loro contesto, risultano vuoti ed appariscenti. Ciò che rappresentano non è altro che un commento ironico sulla natura fugace del potere e la perseveranza dell’egotismo umano.
L’artista, per l’occasione, ha scelto di trasformare la solita white cube in una sorta di show room iper-minimale grazie ad un sistema di illuminazione molto suggestiva creando un’atmosfera insolita. In questo modo lo spazio di KLERKX diventa una piattaforma dove il feticcio del culto dell’immagine e la devozione tribale dei seguaci dello stile, trovano riparo: in una boutique utopica che non sente di niente e dove si spara nel buio…
Tutti i dipinti hanno lo stesso formato 50cm x 42cm e sono realizzati grazie ad un programma digitale in 3D. Le immagini ottenute sono successivamente trasposte su una tela lucida ed elaborate attraverso l’uso dell’aerografo e pittura ad olio. Questa tecnica applicata dall’artista, gli permette di raggiungere un risultato di transizione di sfumature raffinatissime, una ripresa in chiave contemporanea della maniera dei Maestri del Rinascimento.
Inaugurazione mercoledì 28 gennaio 2009 alle ore 19
Galleria Klerkx
via Massimiano, 25 - Milano
Orari: ma-sab 1-7pm
Ingresso libero