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Ernesto Treccani
dal 4/2/2009 al 17/3/2009
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4/2/2009

Ernesto Treccani

Fondazione Corrente, Milano

Gli amati colori di Ernesto. Opere pittoriche inedite recenti nelle quali l'artista affronta le tematiche di sempre: la natura, il cielo, la melanconia e la gioia. A cura di Giorgio Seveso.


comunicato stampa

a cura di Giorgio Seveso

Opere inedite recenti e recentissime di Ernesto Treccani

Questa piccola ma scelta mostra di preziose opere inedite, recenti e recentissime, evoca il sentimento della sorpresa. È infatti del tutto straordinario e singolare quanto vigore appassionato, quanta febbre creativa, quanto trasporto lirico il nostro Ernesto riesca ancora a spremere dalle sue mani e dalla sua sensibilità, certo provate dall’età e dagli acciacchi della salute ma, a quanto pare, ancora fervide di espressività, vive di un intramontabile bisogno di comunicare, di dire ancora, oggi come ieri, una perdurante poesia del vivere e del sentire, i colori complessi di una realtà costantemente trasfigurata, essenzializzata, concentrata sul nucleo più intimo della sua verità.

I temi sono quelli di sempre, nel vigore e nell’impulso che dilatano l’immagine e il segno tirandoli verso le loro più estreme conseguenze emozionali: la natura, il cielo, la melanconia e la gioia, l’amore e il dolore dei fiori, dei luoghi, delle memorie.
Senza pennelli, ma con piccole spugne colorate, con pastelli lenti o guizzanti, Ernesto ritrova qui, anche oggi, luci sciabolanti di tinte, gradazioni e sfumature d’energia, arie cristalline, palpitazioni di allegria e di levità sentimentali. Ritrova quel suo certo modo di sentire la realtà e la natura nella continuità, nell’unità di uno sguardo pittorico di sorprendente freschezza, di segreta e favolosa coerenza d’espressione.

E in questi suoi amati colori, eguali eppure diversi, sempre vividi pur nella loro diluizione, nel loro sfarinamento, trova anche la capacità di reinventarsi una inedita modulazione del linguaggio, una scrittura figurale nuova, fresca, compiuta.

Questa sua immutata passione, questa sua intensità emozionata egli oggi la vive, beninteso, dal rifugio dolente della sua poltrona. Dunque non più “dal vivo” che gli era così caro, ma secondo un suo sogno interiore, secondo la memoria d’amore che rinasce sull’onda delle immagini, che riporta negli occhi e sulla pelle i toni, i colori, gli odori della natura, delle stagioni, del passato e del presente che si confondono e si compenetrano nel silenzio calmo della sua casa. E da qui, dunque, il glicine del Forte, i monti di Macugnaga, i fiori e le palme di Nizza, Parigi e – chissà – Melissa e le sue zolle disseccate, i suoi segreti giardini… ogni segno torna indietro, si dissolve e si ricostituisce in un lampo, in una macchia trepida, in un gesto di purissima pittura.

Come non amarla questa sua passione, questa pittura sorprendente di nuova forza. Come non amare questo poeta dalla sensibilità vibrante come una corda di violino, intento, ogni giorno, ad una pittura indomita, resistente all’assalto dell’età e della spossatezza…
Davvero il lirismo intinto nella realtà non ha stagioni.
Giorgio Seveso

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