La connotazione del ferro. Gli ambienti della galleria ospitano una decina di sculture da parete e da terra di medie e piccole dimensioni tutte rigorosamente in ferro. Un materiale 'usato', gia' formato per uno specifico scopo e sottratto dalla scelta dell'artista alla catena del riciclo che inesorabilmente riconduce in fonderia tutto cio' che giace inutilizzato.
a cura di Anna Comino
Cos’è La connotazione del ferro? In che modo agisce sulla costruzione plastica?
Valerio Anceschi prova a spiegarlo attraverso le sue sculture: più che con le parole cerca di darne dimostrazione con le forme, gli spazi, le saldature, le immagini, le suggestioni.
Gli ambienti della Galleria Spaziotemporaneo ospitano una decina di sculture da parete e da terra di medie e piccole dimensioni.
Tutte rigorosamente in ferro. Un ferro con una sua connotazione appunto, “usato”, già formato per uno specifico scopo e sottratto dalla scelta dell’artista alla catena del riciclo che inesorabilmente riconduce in fonderia tutto ciò che giace inutilizzato.
Una scelta stilistica non priva di ripercussioni, che tende ad evidenziare anziché nascondere la “pelle” del ferro: sbavature nel taglio, ruggine, imperfezioni restano a vista. Ed è con queste particolari note di seduzione che il ferro cerca di attrarre l’attenzione dello scultore. Intesa che si concretizza con un intervento ponderato di piegature ed assemblaggi, fatto di attese e ripensamenti.
Come sostiene lo stesso artista “è il ferro che diventa opera”, e questo avviene nel momento in cui la scultura stessa, trovato il suo equilibrio, esige la sospensione degli interventi e decreta la parola “fine”.
Inaugurazione Mercoledì 4 febbraio 2009 alle ore 18.30
Spaziotemporaneo
Via Solferino, 56 Milano
Orari: dal martedì al sabato 16-19,30
ingresso libero