Neon, Mirror and Gold. Terza mostra personale dell'artista presso la galleria, in questo caso focalizzata sul recupero dei materiali. Per Bismuth, l'arte e' un mezzo per indagare la nostra percezione della realta' e il rapporto con la cultura e le sue espressioni. Nelle sue opere la messa in crisi di codici prestabiliti induce lo spettatore all'analisi critica del senso comune e lo porta a perdersi in rimandi e slittamenti infiniti in cui l'oggeto non viene mai fissato e il significato mai colto.
La mostra “Neon, Mirror and Gold”, terza personale di Pierre Bismuth presso la Galleria Sonia Rosso, sarà focalizzata sul recupero, la reinvenzione e il riciclo di materiali diversi.
Sempre attento all’indagine della nostra cultura e delle sue espressioni, per Bismuth il recupero diventa un’ulteriore esca per esplorare la realtà attraverso materiali con cui veniamo quotidianamente a contatto, ma che non sono quelli canonici del “riciclo”, ovvero la plastica, il vetro o la carta, ma altri decisamente più “nobili” come gli specchi, i neon e l’oro.
Per l’occasione, sono stati assemblati una serie di neon multicolori composti da frammenti di vecchi neon. Secondo un procedimento tipico dell’arte concettuale in cui la realizzazione dell’opera viene demandata a terzi, l’artigiano, in questo caso il neonista, ha utilizzato avanzi e scarti di neon di vari diametri, dimensione e colore secondo una modalità aleatoria, dettata più dal caso che non da precise scelte stilistiche o da precise indicazioni dell’artista.
Invece, lo specchio, vecchio di quasi cento anni, viene traforato scavandovi sagome circolari, riprendendo una delle sue serie più famose intitolata Something less, Something More (2002-2006). Lo specchio originale viene così de-materializzato, mentre i frammenti vengono recuperati ed esposti accanto alla matrice.
Il tentativo di ri-utilizzare oro, neon e specchi può essere altresì letto come riferimento ad un altro elemento della contemporaneità, ovvero la crisi economica. Il riciclo dell’oro, in particolare, diventa simbolico tentativo di riappropriazione, o se non altro esplicitazione di quello che viene percepito – material-mente – come “mancante” da parte di diversi strati della società.
Non privo di umorismo, il lavoro di Bismuth cerca di destabilizzare quei codici di lettura che sono soggiacenti alla nostra cultura e al nostro sistema simbolico. Le sue procedure artistiche costituiscono un sabotaggio della logica interna degli oggetti e del nostro modo di percepirli: questo porta l’osservatore dapprima ad un senso di spaesamento, ma successivamente allo sviluppo di una rinnovata coscienza critica.
Pierre Bismuth è nato il 1963 a Parigi. Vive e lavora a Bruxelles. I suoi lavori sono stati esposti in vari musei tra cui Villa Arson, Nice; Queensland Art Gallery; Santa Monica Museum of Modern Art; Kunstmuseum Thun; CAC, Vilnius; Sprengel Museum, Hannover; Kunsthalle Basel etc.. Pierre Bismuth lavora con le seguenti gallerie: Jan Mot (Bruxelles), Cosmic (Paris), Team gallery (New York), galerie Christine Konig (Wien).
Inaugurazione 3 marzo
Galleria Sonia Rosso
via Giulia di Barolo 11/h - Torino
Orario da Martedì a Sabato, h 14 – 19:30
Ingresso libero