Il Ponte
Roma
via di Monserrato, 23
06 68801351 FAX 06 68211084
WEB
Tre mostre
dal 4/2/2009 al 27/3/2009
Lun-Sab 12-20

Segnalato da

Il Ponte




 
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4/2/2009

Tre mostre

Il Ponte, Roma

Franco Silvestro presenta sculture in ceramica e porcellana, e un grande disegno proiettato; le opere di Christopher Deeton sono fatte di colature di colore liquido che vela il supporto; Giuseppe Capitano si interroga, invece, su problematiche relative alla temporalita' della rappresentazione.


comunicato stampa

L’artista che negli anni ci aveva abituati ai paesaggi delle periferie napoletane, ai fatti di cronaca, alla polvere da sparo, questa volta sembra presentarci una visione più pacata e interiore del suo lavoro, attraverso una materia fragile e resistente come la ceramica. L’artista è interessato, infatti, al recupero della porcellana di Capodimonte, tipica del ‘700, che ora sta lentamente scomparendo.
Il lavoro di Franco Silvestro si srotola nel tempo come un racconto filmico, ed anche se la realtà è descritta quasi sempre così com’ è, lascia sempre sottintesa una certa dose di ironia e di ambiguità poetica. E’ in questo suo teatro immaginario, assurdo e poetico, che si collocano le opere della mostra, i suoi frames scultorei, i suoi personaggi altro non sono che ennesime maschere del nostro tempo. L’artista presenta sculture in ceramica e porcellana, e un grande disegno proiettato: un Pulcinella alieno come teletrasportato dal futuro , e una maschera nera che emerge in tutto il suo significato non solo storico, artistico e culturale, ma soprattutto sociale, o meglio di denuncia sociale. Napoli stanca che si ribella ad un destino di abusi e umiliazioni .

Le opere dell'artista statunitense sono fatte di colature, di colore liquido che vela il supporto. Una pittura che in un certo senso si autodetermina, si autogenera parafrasando il liquido scorrere del tempo, della vita e di tutti quegli umori corporei ed atmosferici che danno vita alle combinazioni chimiche del nostro pianeta. Ecco quindi che per Christopher Deeton il quadro non è solo lo sfondo della propria opera ma il contenitore ermetico della propria vita: egli, infatti, riversa ogni più profonda e intima sensazione, liberandosi dei propri drammi esistenziali. I toni cupi descrivono la volontà di staccarsi, di togliere dal corpo e dalla mente il senso greve della quotidianità. La luminosità cromatica, invece, apre uno spiraglio alla positività, è un risorgere dale macerie di un controverso vivere, un barlume di luce in cui abbandonarsi, un possible oblio di benessere. L’opera è perciò un gesto imprevedibile, incalcolabile, ma insieme gratificante. Ogni aggressività e ogni tension, ed insieme anche il loro contrario vengono qui sublimate e mediate dal profondo lirismo insito all’arte.

Giovane scultore, artista romano, Giuseppe Capitano realizza opere che spaziano da un neo-primitivismo raffinatissimo : oggetti ritrovati da un nuovo mondo che deve ancora venire,, ha scelto la canapa come materiale privilegiato al quale associa/sostituisce il marmo, il ferro, il travertine, il legno, ma anche polistirolo, tessuto, spugna o plastica. L’artista si interroga inoltre su problematiche relative alla temporalita' della rappresentazione e al suo significato intrinseco. La sua è un ‘opera di forte impatto poetico, impasto di armonia ed erotismo, un progetto fatto di racconti in cui il processo creativo si mescola ad alchimie e simboli. La scultura si arricchisce, rispetto al percorso tradizionale, mediante una costruzione lineare accompagnata dal monocolore, dalle curve dolci e da un senso dello spazio di assoluta originalità.

Immagine: Christopher Deeton

Inaugurazione: Giovedì 5 Febbraio 2009 ore 18

Il Ponte Contemporanea
Via Monserrato, 23 Roma
Dal Lunedì al Sabato 12-20
ingresso libero

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Invito all'opera
dal 7/10/2010 al 29/11/2010

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