L'artista utilizza gli strumenti della performance e del video per analizzare situazioni di difficolta' e crea ambienti in cui pone se stessa di fronte ad un obiettivo da raggiungere. Per loro natura strutturale, questi ambienti fungono anche da ostacolo alla realizzazione dell'obiettivo prefissato. L'artista si ritrova cosi', quasi ingenuamente, a dover combattere contro una realta' solo all'apparenza semplice e lineare.
Kate Gilmore
È nata nel 1975 a Washington D.C. Vive e lavora a New York City.
Ha conseguito l’ MFA alla scuola di Arti Visive nel 2002 ed ha partecipato al premio dell’Accademia Americana di Roma nel 2007-08. I suoi lavori sono stati inclusi nella mostra GREATER NEW YORK 2005 al P.S.1/MoMA, New York. Attualmente i lavori della Gilmore sono esposti nelle seguenti sedi: Akademie Der Kunste, Berlin, Julia Stoschek Collection, Dusseldorf, RISD Museum of Art, Providence. Alcune mostre precedenti: Institute of Contemporary Art, Artpace San Antonio, Contemporary Art Center, Cincinnati, White Columns, New York, Pinchuk Art Center, Kiev, Istanbul Museum of Modern Art, American Academy in Rome, Rose Art Museum at Brandeis University, The Menil Collection, Houston, MAK Museum of Applied Arts Vienna, J. Paul Getty Museum, Los Angeles, Haifa Museum of Art, Brooklyn Museum of Art and the Bronx Museum of Art.
Kate Gilmore utilizza gli strumenti della performance e del video per analizzare situazioni di difficoltà. L’artista crea ambienti in cui pone se stessa di fronte ad un obiettivo da raggiungere. Per loro natura strutturale, questi ambienti fungono anche da ostacolo alla realizzazione dell’obiettivo prefissato. L’artista si ritrova così, quasi ingenuamente, a dover combattere contro una realtà solo all’apparenza semplice e lineare. Per lo sviluppo dell’azione la Gilmore utilizza il suo corpo come materiale di composizione artistica, esso è costretto in situazioni scomode, vagamente masochistiche. Situazioni assurde, ironicamente tragicomiche, in grado di suscitare nello spettatore contemporaneamente un’ironica ilarità e la sensazione amara dell’imprevedibilità della vita.
La mostra personale alla galleria Franco Soffiantino presenta un nuovo progetto inedito ed altri video recenti.
Untitled (2009 il lavoro sarà titolato solo a performance avvenuta). Un muro della galleria sarà scavalcato dall’artista con l’aiuto di una pila di balle di fieno. Servendosi di un’ascia creerà un varco attraverso il quale i visitatori potranno accedere all’altro lato della galleria.
Progress (2008 – 4’ 30”). In questo video l’artista dispone su di una mensola una serie di calchi in gesso di secchi in sequenza. Questi sono colorati con gradazioni dal bianco, al rosa, fino al rosso, colore ripreso dalla tinta dei guanti indossati dalla protagonista.
Wallflowers (2006-07- 16' 40"). La Gilmore sposta una catasta di mobili da un piano ad un altro attraverso un buco ricavato dal pavimento. Il pavimento si alza a 13 piedi da terra e i mobili sono lanciati verso il basso attraverso il buco per innalzare una pila che l’artista utilizzerà per scendere al piano inferiore.
Higher Horse (2008 -6’ 13”). L’artista è in cima ad un cumulo di mattoni di gesso. Mentre due uomini con martello distruggono gradatamente la pila, ad ogni colpo lei deve ritrovare l’equilibrio. Il video finisce con la pila quasi completamente distrutta ed i martelli che ormai sono arrivati all’altezza delle gambe della stessa Gilmore.
Down the House (2008 - 17’ 10”). Un cumulo di frammenti di mobili e mattoni sono ammassati e tenuti insieme da un improbabile nastro adesivo rosa shoking. L’insieme è ricoperto da un rosso strato di pittura fresca. L’artista è sulla sommità di tale ammasso e, armata di martello, provvede alla sua distruzione, cercando ad ogni colpo un nuovo equilibrio sia per non cadere che per preparare il nuovo colpo da infierire. Sul pavimento si spargono i frammenti distrutti che tinti di fresco imbrattano tutto.
Before Going Under La Gilmore è tenuta al lazzo da una corda elastica che, ad ogni suo tentativo di allontanamento, la tira indietro, sullo sfondo un brano di musica pop.
Blue Ribbon (2008 - 22’ 44’’). L’ artista accatasta delle balle di fieno e le impila una sull’altra arrampicandosi su di esse in un precario equilibrio. Con un nastro per capelli blu le fissa dando all’insieme l’effetto di una improbabile decorazione.
Inaugurazione Venerdì 6 Febbraio ore 19
Franco Soffiantino
via Rossini, 23 - Torino
Orari: da martedì a sabato, dalle 11 alle 19
Ingresso libero