Michel Tapie'
Jean Fautrier
Jean Dubuffet
Karel Appel
Alberto Burri
Giuseppe Capogrossi
Lucio Fontana
Sam Francis
Hans Hartung
Louise Nevelson
Francesco Somaini
Mark Tobey
Emilio Vedova
Wols
Il titolo della collettiva deriva da un importante libro di Michel Tapie' pubblicato nel 1960. La rassegna, dedicata all'illustre critico francese nel centenario della nascita, intende proporre per esempi significativi le opere di artisti che lo interessarono particolarmente a partire dagli anni Quaranta. Tra di essi: Appel, Burri, Capogrossi, Fontana, Sam Francis, Hartung, Imai, Nevelson...
“Morphologie autre”, titolo di un importante libro di Michel Tapié pubblicato nel 1960 per le Edizioni Pozzo a Torino, viene assunto come tema della mostra che la Galleria Blu di Milano propone nella sua sede dal 10 febbraio al 3 aprile prossimi. La rassegna, dedicata all’illustre critico francese nel centenario della nascita, intende proporre per esempi significativi le opere di artisti che interessarono particolarmente Tapié a partire dagli anni Quaranta e che egli propose più volte nella lunga e appassionata esperienza torinese dell’International Center of Aesthetic Research (ICAR), che fu - come egli lo definì - un “Museo-Manifesto”, “un centro cioè - come indicano i due termini contraddittori accostati - di elaborazione del nuovo e allo stesso tempo di costituzione di una tradizione del nuovo” (Anna Minola). Per questo oltre alle mostre vi vennero proposte audizioni di musica contemporanea, proiezione di diapositive, conferenze, eventi e pubblicazioni di libri, fra cui, appunto Morphologie autre.
L’aggettivo autre (altro, diverso) che connota l’arte di cui Tapié si interessa, viene per la prima volta usato nel 1952 nel volume “Un Art Autre – où il s’agit de nouveaux dévidages du Réel” per definire in modo più chiaro e circoscritto il senso di quell’arte che l’anno precedente aveva denominato informel in occasione di due mostre presentate all’Atelier Facchetti a Parigi, comprendenti opere di Fautrier, Dubuffet, Michaux, Mathieu, Riopelle e Serpan.
La definizione di informale - che ha poi accompagnato, in modo ampio, l’arte che prescinde da derivazioni dal mondo reale - sta certamente troppo larga aTapié che circoscrive i suoi interessi e la sua ricerca attorno appunto a questa art autre, l’arte “che - dice - non ha più niente a che vedere con i criteri di valore del classicismo”.
La mostra alla Galleria Blu raduna molti artisti di Tapié, a partire da Fautrier e Dubuffet cui egli assegnò la primogenitura nel campo dell’art autre riferendosi a due mostre tenute nel 1945 alla galleria Drouin (erano esposti dell’uno gli Otages e dell’altro le Hautes pâtes), per poi allineare opere di Appel, Bluhm, Bryen, Burri, Capogrossi, Domoto, Fontana, Sam Francis, Hartung, Imai, Nevelson, Riopelle, Schneider, Somaini, Tapies, Tobey, Vedova, Wols.
La mostra – tema affrontato ampiamente in passato nella mostra “Tapié. Un art autre” curata da Mirella Bandini nel 1997 e proposta alla GAM di Torino e a Toulouse – è un omaggio ad una delle figure più intriganti della critica d’arte della seconda metà del ‘900, ma anche una riflessione sulla storia della Galleria Blu che questi artisti ha proposto a più riprese nelle sue sedi, fin dagli inizi della sua attività. Non va dimenticato che già nel 1959 Tapié scrisse il testo introduttivo per la mostra che la galleria dedicò a Franco Garelli e che nel 1961, con Argan, introdusse la mostra del giapponese Toshimitsu Imai.
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Immagine: Sam Francis
inaugurazione: lunedì 9 febbraio 2009, ore 21
Galleria Blu
via Senato, 18 - Milano
Orari: da lunedì a venerdì 10-12,30 / 15.30-19.00, sabato 15.30-19.00 (chiusa domenica e festivi).
Ingresso libero