Eelco Brand
Enrica Borghi
Sheba Chhachhi
Julie Monaco
Remy Marlot
Michael Najjar
Kirk Plamer
Michael Wolf
Timothy Tompkins
Luigi Meneghelli
Il soggetto dei dipinti di Timothy Tompkins e' ripreso dai media o da suoi stessi scatti che vengono riportati su alluminio in strati di vernici industriali. Il concetto che accomuna le opere degli artisti presentati nella collettiva 'Landscape as a Dream' e' l'impossibilita' di descrivere la bellezza della natura a causa della sua progressiva scomparsa o del suo mutamento.
TIMOTHY TOMPKINS
TEMPORAL ARCADIA - When the Past becomes Present
a cura di Luigi Meneghelli
Timothy Tompkins percepisce e affronta il reale (il qui e l’ora) con tutte le sue problematiche sociali, personali, culturali, appigliandosi cioè a quella forza che viene dalla tradizione delle immagini. Il soggetto dei suoi dipinti è ripreso dai media (riviste, internet ecc.) o da suoi stessi scatti che vengono, in un secondo momento, riportati su alluminio in strati di vernici industriali, mai mescolati ma sovrapposti in molteplici velature. Usando la fotografia come referente, gioca con i diversi livelli di significato attraverso i quali può essere letta un’immagine, rendendo progressivamente l’opera vacillante tra la vaghezza del dipinto e la concretezza della fotografia.
After Friedrich, After Corot, After Turner, After Latour, ecc., non costituiscono perciò un semplice inventario o una mera citazione di figure tratte dalla Storia dell’Arte, ma un ritrovare le radici stesse della pittura, le fonti intrinseche dell’operare.
“E’ come se Tompkins volesse realizzare davvero un’operazione di distanziamento nei confronti dell’incombere del mondo (mediatico): egli infatti non si ferma al primo sguardo, al lampo sfrontato della cronaca, ma cerca un’immagine in cui si agitino e in cui agiscano catene di gesti improntati di tempo, rivestiti di tracce memoriali.”
Il suo richiamo alla Storia dell’Arte non ha come obiettivo quello di riprendere e riprodurre il lavoro di un determinato autore, ma quello di inventarsi sempre un nuovo modo di vedere, di immergersi nelle questioni del linguaggio, di cercare inedite definizioni formali.
Si capisce allora come tutto il processo operativo di Tompkins sia debitore di una sorta di modello archeologico, o meglio come esso si sviluppi attraverso una questione di strati, ossia di profondità materiali.
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LANDSCAPE AS A DREAM
a cura di Luigi Meneghelli
“Paesaggio è una parola sporca. Paesaggio è là dove finisce la natura”
Ansel Adams
Il concetto che accomuna le opere degli artisti presentati nella collettiva Landscape as a Dream è l’impossibilità di descrivere la bellezza della natura a causa della sua progressiva scomparsa o del suo mutamento. L’arte può solo coglierne le trasformazioni, le metamorfosi, quelle zone di passaggio non più delimitabili, che sono diventati i veri luoghi del nostro tempo, la nostra stessa cifra epocale.
E gli artisti in mostra vanno proprio in cerca di nuove narrazioni e racconti, perché il problema non è più quello di riprodurre o di investigare gli estremi confini della nostra esperienza, ma quello più radicale di una sorta di loro rifondazione, della formazione di un nuovo alfabeto visivo, capace di unificare sguardo e visione, interno ed esterno, rivelazione e rilevazione dei luoghi. Essi partono dal noto per rappresentare il possibile.
Artisti in mostra: Eelco Brand, Enrica Borghi, Sheba Chhachhi, Julie Monaco, Rémy Marlot, Michael Najjar, Kirk Plamer Michael Wolf
Studio La Citta'
via Lungadige Galtarossa, 21 - Verona