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Diego Tonus
dal 10/2/2009 al 24/2/2009

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approfondimenti

Diego Tonus
Andrea Bruciati



 
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10/2/2009

Diego Tonus

neon>fdv, Milano

L'artista muove verso una ricerca materialistica dell'infinito, come un novello Giordano Bruno: le opere sono una sorta di rivelazione del reale, che si irradia mediante una metodologia di accertamento. La sua ricerca volge a disvelare le potenzialita' simboliche insite nelle cose, come se ricercasse un alfabeto per ataviche scritture. A cura di Andrea Bruciati.


comunicato stampa

a cura di Andrea Bruciati

Abbi cara ogni cosa
Poiché non pesa nulla,
anche il sognatore più massiccio
può volare senz'ali.
(Wystan Hugh Auden)

L’arte è uno stato di necessità, un problema di gerarchie e di urgenze. Un artista fa l’‘artista’ per proteggere una posizione, per indicare un modo di osservare l’arte, cercando di aggiungere nuovi assiomi estetici. L’arte è il risultato di una urgenza; l’urgenza di una società che non pensa più a lungo termine, ma che risolve i problemi di volta in volta: l’opera è un momento introspettivo, necessariamente romantico. Alla fine resta l’immagine, sottile e lirica, eterna attrazione: desiderio senza orgasmo.

Diego Tonus muove verso una ricerca materialistica dell’infinito, come un novello Giordano Bruno: le opere sono una sorta di rivelazione del reale, che si irradia mediante una metodologia di accertamento. La sua ricerca volge a disvelare le potenzialità simboliche insite nelle cose, come se ricercasse un alfabeto per ataviche scritture. D’altronde come in una dimensione primeva, la rivelazione profetica e creativa si attua nel solo dominio dell’immaginazione, concepita come capacità di riprodurre o anche di produrre rappresentazioni ed interpretazioni di cose esterne considerate come presenti.

Come per il filosofo, si avverte una fondamentale unità fra gli elementi, una stringa di energia sottesa che l’artista mira ad evidenziare per conferire nuova sostanza ad elementi del quotidiano. Non si tratta di solo detournement surreale ma, impiegando strategie operative dove forte è la componente fattiva e fattuale dell’artista, si crea quasi una ‘attrazione allegorica’ nell’opera, creando improvvise interruzioni temporali e spaziali. Con queste modalità vi è una sorta di diniego, una forma di resistenza da parte di Tonus delle tecnologie mediatiche e della produzione dei beni di consumo, nonché un recupero delle proprietà più propriamente fisiche, degli elementi base oserei dire. Le opere sono intimamente legate alla loro realizzazione, l’oggetto che viene dato risulta di per sé incongruo e rimanda ad una dimensione avulsa dal tempo.

Diego ribadisce: “Non mi interessa e non voglio dire altro che quello che si vede. La narrazione agisce nella non narrazione. Non sta a me raccontare. Il titolo e il lavoro vivono insieme e allo stesso tempo su due piani paralleli. Nei miei interventi più che parlare di personaggi o altro mi piace immaginare delle presenze. Sono presenze che creo io e che trovano una posizione determinata nello spazio in cui sono installate... trovano un loro posto... e si attivano nel momento in cui poggiano su quel dato punto, quella precisa collocazione: si viene così a creare una tensione, che è parte integrante del lavoro.” (Andrea Bruciati)

Inaugurazione mercoledì 11 febbraio 2009 ore 19

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via Procaccini 4, Milano
ingresso libero

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