CACT Centro d'Arte Contemporanea Ticino
Una poetica del maschile. Bellezza e magia. L'artista da sempre opera con il mezzo video sull'uomo, le sue alterita', le sue molteplici identita'. "Mai come ora la sua opera trova riscontro nel decorrere storico contemporaneo, inserendo nel concetto di identita' maschile quella graffiante militanza e visione poetica del corpo estetico e spirituale."
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Il CACT Centro d’Arte Contemporanea Ticino apre la stagione 2009 con la mostra dedicata a PAOLO RAVALICO SCERRI (Trieste, 1965). L’artista italiano da sempre opera con il mezzo video attorno all’uomo, alle sue alterità, alle sue molteplici identità. Mai come ora la sua opera trova riscontro nel decorre storico contemporaneo, inserendo nel concetto di identità maschile quella graffiante militanza e visione poetica del corpo estetico e spirituale. Nulla si arresta di fronte alla forma o ai formalismi stilistici, ma penetra con candido intimismo e disarmante sensualità entro il suo mondo interiore, amplificandolo verso l’umanità.
Vi è nel suo linguaggio artistico, nella sua sensuale maniera di usare il mezzo video, nell’abitudine di sfiorare i corpi nudi, un aspetto magico e catartico. Paolo Ravalico Scerri riesce a liberare la dimensione umana e spirituale troppo spesso recluse nel corpo; rivela quella bellezza e magia interiori frequentemente nascoste entro le perniciose devianze frequentemente espresse dagli artisti contemporanei con le loro opere. Ravalico Scerri riesce nell’essere poetico, sublime, ragionato ed emozionale, bello e delicato. La mostra si apre e si chiude in maniera circolare con due opere meno recenti (sala 1 e 5), ma altamente indicative del suo percorso poetico-visivo: SONO UOMO (2002) e PERSONAL LOVE (2001). Una sorta di grido d’identità cantato è il primo video. Una riflessione concettuale sull’essere Io e Sé, la conquista di una libertà corporale intima, un gesto liberatorio dall’involucro carnale è rappresentato dalla seconda opera.
All’interno, l’esposizione si sviluppa nelle altre tre sale con tre opere recenti e mature; sia per quanto riguarda l’impianto narrativo a più canali, sia per una notevole pienezza e sintesi nell’espressione e nell’espressività. Il polittico a 6 canali ESCAPE (2006) è un’architettura filmica di un personaggio, prima uomo, della la sua bellezza fisica attorno alla quale Ravalico Scerri costruisce una narrazione per segmenti visivi. Il décalage temporale è essenziale e ogni segmento va a costruire il rapporto che si instaura tra l’autore ed il suo modello attraverso momenti visivi che rimandano/appartengono talvolta all’uno, talvolta all’universo dell’altro. Le due realtà si sovrappongono e si correlano sensualmente all’interno di momenti vissuti o sognati, desideri reali, quindi, o immaginari, tra dettagli, rimandi al sé e vedute d’insieme. La bellezza estetica dell’opera, delle sue immagini, ci restituisce, attraverso l’occhio intimista dell’artista, quell’ideale epicureo tanto caro all’autore; e quel desiderio del ritorno, quasi fosse egli inequivocabilmente legato alla felicità e al rispetto per la vita.
Durante un viaggio e una residenza in Irlanda nel 2003/4, Paolo Ravalico Scerri raccoglierle materiale, realizzando un video montato qualche anno dopo.... BOHÉME (2007) è un trittico, proiettato a un canale per questa mostra. Un autoritratto girato a Dublino, una sorta di diario nuovamente intimista dell’artista girato all’interno di un’abitazione (lo studio in stile georgiano dell'artista Fergus Martin), una traccia lasciata da un viaggiatore del pensiero e dei sensi qual è l’artista, in generale, che ama restituirci per immagini il suo pensiero mnemonico. L’opera video a due canali titolata L’ISOLA (2008) è, invece, realizzata all’esterno: nella campagna e sulla costa dell’isola di Wight, nel bel mezzo della natura lussureggiante inglese. Una passeggiata nella natura che si transforma in un poema video. Queste tre opere centrali, grazie a un rigore asimmetrico nella maniera di allestirle e a un supporto sonoro altrettanto ben costruito, costituiscono e sottolineano un momento di svolta e di maturità lungo il percorso creativo e professionale di Paolo Ravalico Scerri.
Mario Casanova
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The CACT – Centre of Contemporary Art in Canton Ticino – opens the 2009 season with an exhibition dedicated to PAOLO RAVALICO SCERRI (Trieste, 1965), the Italian artist who has always worked in the medium of video, focusing it on man, his otherness and his multiple identities. Never so much as now has his work been echoed by the unfolding of contemporary events, inserting a grating militancy and poetic vision of the aesthetic and spiritual body into his concept of the male identity. Nothing stops at form and stylistic formalisms: everything penetrates into his internal world with candid intimacy and disarming sensuality, amplifying it towards humanity.
There is something magical and cathartic in his artistic language, in the sensual way he has of using the medium of video, in his habit of brushing up against nude bodies. Paolo Ravalico Scerri manages to free the human and spiritual dimension that is too often sealed up inside the body; he reveals the internal beauty and magic that are frequently concealed between the pernicious deviances often expressed by contemporary artists with their works. Ravalico Scerri manages to be poetic, sublime, rational and emotional, beautiful and delicate.
The exhibition opens and closes in something of a circular manner, with two works of his (in rooms 1 and 5) that are less recent, but highly indicative of his poetic and visual path: SONO UOMO (I AM A MAN) (2002) and PERSONAL LOVE (2001). The first video is a sort of shout of identity set to music and sung. Meanwhile, the second video represents a conceptual observation about being both ego and id, the conquest of an intimate bodily freedom, a gesture that sets us free of our corporal substance.
Between the two videos, the exhibition evolves in another three rooms, featuring three works that are more recent and mature, in terms both of the multi-channel narrative approach adopted in them and of a notable fullness and synthesis of their expression and expressiveness.
The six-channel polyptych ESCAPE (2006) is a film architecture of a character, first man, of his physical beauty, around which Ravalico Scerri has constructed a narrative in visual segments. The time-lag is essential, as every segment contributes to constructing the relationship that is established between the artist and his model in a sequence of visual moments that refer back/belong now to the one, now to the universe of the other. The two levels of reality overlap and relate sensually within moments that are experienced or dreamed, so real or imaginary desires, amid details, hints at the id and all-embracing views. Seen through the artist’s intimistic eye, the aesthetic beauty of the work, of its images, offers us the epicurean ideal that is so dear to the author… as well as a desire to return, almost as though it were irrevocably bound to happiness and respect of life.
Paolo Ravalico Scerri collected material during a trip to Ireland and a stay there in 2003-4, creating a video that he edited a few years later.... BOHÈME (2007) is a triptych projected in one channel for this exhibition. A self-portrait shot in Dublin, a sort of artist’s diary – once again intimistic – shot inside a home (the artist Fergus Martin’s Georgian style studio), a trace left by the traveller in thought and senses that is a fair description of the artist, in general, who likes to use images to tell us about his mnemonic thinking.
The two-channel video work entitled L’ISOLA (THE ISLAND) (2008), meanwhile, was shot outdoors: in the countryside and on the coast of the Isle of Wight, surrounded by luxuriant English vegetation. The result is a nature walk that undergoes transformation into a video poem.
As they benefit from an asymmetric rigour in the approach adopted to installing them and an equally well constructed sound support, these three central works constitute and underscore a moment when Paolo Ravalico Scerri’s creative and professional career displays maturity as he embarks on a new season.
Mario Casanova
[Translation Pete Kercher]
Centro d'Arte Contemporanea Ticino - CACT
Via Tamaro 3 - Bellinzona