3.66% of 3.66% Le opere occupano cinque piani dell'edificio frammentandone i volumi interni, e colpiscono lo spettatore per il loro impatto visivo. Il titolo della mostra si riferisce al valore percentuale espresso dall'area di una porzione di un grafico circolare a torta che corrisponde alla pianta trapezoidale degli spazi espositivi, nel tentativo da parte dell'artista di annullare la distanza tra una parte e il tutto.
L'artista messicano Gabriel Kuri, alla sua terza mostra personale presso la Galleria Franco Noero, pone al centro del progetto 3.66% of 3.66% l'opposizione dialettica tra spazio simbolico e spazio fisico occupato dalla 'Fetta di Polenta' nel contesto urbano.
Il titolo della mostra si riferisce al valore percentuale espresso dall’area di una porzione di un grafico circolare a torta che corrisponde alla pianta trapezoidale degli spazi espositivi, nel tentativo da parte dell’artista di annullare la distanza tra una parte e il tutto e tra l’esperienza del quotidiano e la sua resa in calcoli statistici.
Le opere occupano cinque piani dell’edificio frammentandone i volumi interni, e colpiscono lo spettatore per il loro impatto visivo immediato dato dai colori pieni, dai materiali ruvidi e dalle superfici levigate dalla pittura, stimolando un’analisi più profonda da parte dell’osservatore della relazione tra codici astratti, quali l’economia e il consumo, e gli elementi che regolano la vita di tutti i giorni di cui sono la rappresentazione.
Al pianterreno uno spicchio in cemento dipinto di giallo polenta riproduce in scala il volume dell’edificio e, ruotando su se stesso, si trasforma in una porta girevole riverberando la relazione dello stabile con i luoghi circostanti nell’esperienza del singolo visitatore.
I lavori che si sviluppano progressivamente ai piani superiori si riferiscono ancora all’idea delle diverse forme grafiche come rappresentazione delle codificazioni di un insieme di circostanze, di eventi, di fenomeni. L’uso di oggetti e materiali comuni – cestini gettacarta, un ombrello, cemento, acciaio, pittura di diverse qualità e colore - pongono l’accento sull’esperienza del quotidiano come esperienza della realtà.
Tema centrale dell’opera di Kuri è la relazione tra il tempo e gli oggetti che ne conservano i segni, e ritorna nelle opere esposte nella project room di Piazza Santa Giulia 0/F, dove una serie di nuovi collages - realizzati spesso con pagine di quotidiani economici che diventano il fondo su cui far affiorare ulteriori tracce grafiche del quotidiano – è affiancata a sculture composte con lastre di marmo contrapposte per colore e qualità di pietra, appoggiate alle pareti in maniera apparentemente precaria come ‘coltelli’ e, per contrappunto di qualità di materiale e peso, ‘imprigionando’ in esse scontrini o biglietti di carta di diverso colore.
Gabriel Kuri (Città del Messico, 1970) vive e lavora tra Città del Messico e Bruxelles. Tra le sue mostre collettive più importanti presso istituzioni pubbliche: ‘When things cast no shadows’, V Biennale di Berlino (2008); ‘Unmonumental’, New Museum, New York; ‘Brave New World’, Walker Art Center, Minneapolis; ‘Expats and Clandestines’, Wiels Center for Contemporary Art, Brussels (2007); ‘Beating about the bush’, South London Gallery, Londra (2004), ‘Interludes’ 50° La Biennale di Venezia, Venezia (2003). Tra le sue mostre personali ricordiamo quelle presso le galleria Sadie Coles HQ, Londra (2008); Ester Schipper, Berlino e Kurimanzutto, Città del Messico (2007).
Galleria Franco Noero (Fetta di Polenta)
via Giulia di Barolo, 16D - Torino
Dal Giovedì al Sabato, alle 15.00 alle 18.00, solo su prenotazione