Antonio Colombo Arte Contemporanea
Il titolo, Love me tender, cita naturalmente la famosa canzone del mitico Elvis del 1956 ed e'anche il titolo di uno dei lavori principali della mostra: un ingrandimento delle quattro foto formato tessera dello stesso Lorenzo Scotto in posa disperata.
personale Lorenzo Scotto di Luzio
a cura di Raffaele Gavarro
La galleria di Antonio Colombo presenta Love me tender, la prima
personale milanese di Lorenzo Scotto di Luzio.
Il titolo, Love me tender, cita naturalmente la famosa canzone del
mitico Elvis del 1956 ed è anche il titolo di uno dei lavori
principali della mostra: un ingrandimento delle quattro foto formato
tessera dello stesso Lorenzo Scotto in posa disperata.
Vera e propria introduzione alla mostra è Tutto il tempo che ho
sprecato, installazione che occupa tutto il piano superiore della
galleria, in cui ventole al soffitto mulinano e agitano inutilmente
l'aria sopra la testa dei visitatori (sponsor Vortice).
La mostra prosegue con una serie di microeventi che si intrecciano
senza soluzione di continuità , e che vanno dal video I will survive,
in cui Scotto canta la canzone di Gloria Gaynor mentre tenta
assurdamente di incastrarsi nel volto degli oggetti, fino alla macchina
che lancia mozziconi di sigarette, Smoking and drinking, beffarda
parodia meccanica del più classico gesto dell'eroe cinematografico
americano.
Nato a Pozzuoli nel 1972, dove vive, Scotto è tra gli artisti
più interessanti della new wave napoletana arrivata sulla scena alla
fine degli anni novanta.
Il suo lavoro è regolato dalla necessità di una continua
mobilità tra i linguaggi che lo inducono a passare senza problemi dal
disegno al video, dall'installazione alla fotografia.
Ma sono le sue macchine, i suoi meccanismi costruiti con mezzi di
fortuna e dalle funzioni paradossali ad avere colpito maggiormente
l'immaginario del pubblico.
Da No Espectations, la macchina lanciacarte da gioco, fino a Big
Mama, la vetrina piena di ninnoli agitata da motori di lavatrice celati
al suo interno, Scotto mette in scena delle situazioni paradigmatiche,
forzando il reale a piegarsi ai paradossi della dimensione immaginativa.
L'ironia che leggera condisce ogni sua immagine e meccanismo ha
infatti, e di contro, un fondamento pesante in quel senso di incertezza
che presiede, appena sotto la superficie delle apparenze, al nostro
quotidiano rapporto con al realtà .
La mostra è accompagnata da un catalogo con un testo del
curatore Raffaele Gavarro e una conversazione tra l'artista e Gigiotto
Del Vecchio.
La mostra inaugurerà giovedì 21 marzo 2002 alle 18.30
e rimarrà aperta fino al 7 maggio 2002 dal martedì al sabato, dalle 16.00 alle 19.30
Biografia:
Lorenzo Scotto di Luzio è nato nel 1972 a Pozzuoli (NA), dove
vive e lavora.
Tra le principali mostre personali ricordiamo, nel 2001 "Cool
Memories", Galleria T293 a Napoli, nel 2000 "Understatement", Galleria
ES di Torino e "Istanteternanee", Jangva Gallery di Helsinki, nel 1999
"Op-LÃ ", Galleria De Crescenzo e Viesti a Roma, nel 1997 "Cheese",
Magazzino d'Arte Moderna a Roma, e nel 1996 "Senza Titolo" alla Galleria
Vera Vita Gioia di Napoli.
Tra le collettive segnaliamo nel 2002 "Prototipi", Fondazione
Adriano Olivetti a Roma, nel 2001 "Untitled" a Castel San Pietro Terme,
"Cosa arcana e stupenda" a Sermoneta, "Enola Play", Antonio Colombo Arte
Contemporanea di Milano, "L'attesa", Stazione Marittima di Napoli,
"Emporio", Viafarini a Milano; nel 2000 ricordiamo "Futurama", Centro
per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci a Prato, "Castelli in aria" a
Castel Sant'Elmo di Napoli, "Nato", Gale Gates et-al a Brooklyn, New
York, e "Periplo Italiano", Salara di Bologna. Nel 1998 ricordiamo
"Lepisma Saccherina" al Magazzino d'Arte Moderna di Roma e nel 1997
"Aperto 97" al Trevi Flash Art Museum di Trevi.
Antonio Colombo Arte Contemporanea
Via Solferino 44
20121 Milano