Time and space in the long now. Eno mostra criticamente il futuro del futurismo in un'istallazione di suoni e di visioni, che esprime tutta la radicalita' di una forma di pensiero. Incrociando e scomponendo fasci di luce si riferisce all'esperienza globale dell'uomo, di cui la musica e' sempre stata un prezioso prisma epocale. Presentism appare come compimento delle profezie futuriste e quindi come l'altro volto delle Avanguardie.
Artache presenta Brian Eno per Roma futurista "Presentism time and space in the long now"
Se i futuristi volevano creare un ambiente emotivo, evitando il baratro dell’astrazione cui era giunta la musica accademica, Eno è stato il primo a concepire musica per spazi non convenzionali “immergendo” l’ascoltatore dentro uno specifico ambiente e mantenendo in stretta relazione la mente, il corpo e gli strumenti offerti dalla tecnica. Del futurismo in musica oggi non resta quasi nulla ma la sua energia è viva e operante. Da allora quella carica magnetica ha attratto tutta la musica.
Il gesto di Luigi Russolo ha infatti infranto gli argini che separavano il suono dal rumore, mutando il rapporto con la realtà musicale e immergendoci in sostanza in quel Long Now di cui è fatto il nostro oggi. Da allora i materiali della musica vengono costantemente trattati come “oggetti” da ricomporre in unità, come testimonianze della natura e della cultura ricavate dalla tradizione ma anche dalla potenza delle tecnologie digitali. E la con-fusione tra uomo e macchina, profetizzata dai futuristi, ha portato alla con-fusione tra tradizione e tecnologia digitale.
La simultaneità, il movimento e la velocità – concetti cari ai futuristi – oggi rappresentano obiettivi in parte raggiunti. Ma non per questo hanno cessato di mostrare le loro ambiguità: che cosa è passato e che cosa invece è atteso che accada nel futuro? Quale oggetto si muove e quale invece sta fermo? E soprattutto rispetto a che cosa?
Con Presentism Eno mostra criticamente il futuro del futurismo, chiamando in causa le categorie della conoscenza: della storia e della scienza. Mostra la relatività dello spazio e del tempo nell’universo sonoro che ci avvolge, formulando una domanda sul senso del presente, tra spazio e tempo.
Presentism non appare dunque soltanto come un’istallazione di suoni e di visioni, ma mostra tutta la radicalità di una forma del pensiero. Incrociando e scomponendo i fasci di luce che attraversano l’esperienza globale dell’uomo, di cui la musica è sempre stata un prezioso prisma epocale, Presentism appare come compimento delle profezie futuriste. E quindi come l’altro volto delle Avanguardie.
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