In mostra l'intenso percorso artistico dell'autore attraverso 30 opere della sua piu' recente stagione. Nei dipinti di Calvetti prevalgono atmosfere sospese, spazi vuoti e carichi di vibranti silenzi.
Atmosfere sospese, spazi vuoti, carichi di vibranti silenzi. Esponente della nuova Figurazione Italiana, Calvetti nelle sue opere rappresenta l’attesa, l’assenza. Spesso è protagonista una donna malinconica e sola, calata in interni di case e bar sospesi in una dimensione atemporale. In altri casi protagonista è l’ambiente, uno scorcio d’interno o di città notturna. Nelle sale Putti e Capitolo del Chiostro di Sant’Agostino, dal 21 febbraio al 15 marzo, l’Assessorato alla Cultura di Pietrasanta presenta “Dimmi chi sei”, un intenso percorso artistico attraverso trenta opere della più recente stagione creativa di Calvetti.
Calvetti predilige la notte, i suoi silenzi surreali che richiamano arcane verità. Luogo ideale di ansie e oscure inquietudini. Nelle disadorne stanze ritratte, la notte – afferma in una poesia Calvetti – “cancella dettagli/ e presenze inutili, / mettendo in scena solo l’inevitabile verità/ di un attimo, statico, accecante e silenzioso”. Il chiarore artificiale di lampade e neon rende ancora più forte l’isolamento fisico e del pensiero.
In un contesto quasi teatrale, le figure sembrano immerse nella loro più completa solitudine, come in ascolto di loro stesse. Un clima di sospensione che si oppone alla frenesia moderna, anche quando esce in esterno e si concentra su scorci metropolitani e periferie industriali.
“Calvetti – scrive il critico Giovanni Faccenda – assurge al gradino più alto della condizione esistenziale, in un percorso di vita costantemente accompagnato da mutevoli significati, che albeggiano e tramontano a seconda dei casi, delle ore, dei luoghi, dello stato di solitudine o compagnia nel quale, chi è protagonista, si viene di volta in volta a trovare. E ciò accade, con maggiore intensità emotiva, proprio la notte, quando il buio, catartico, dissolve bel gran pozzo delle tenebre pose, menzogne e bizzarre regole di una moltitudine che ha dissipato il patrimonio dell’amore e quello della bellezza, e sopravvive, oggi ancora più stordita e smarrita, in mezzo a ritualità pagane, all’ombra di miti fugaci e banali, persino evanescenti come le insegne di certi locali notturni sempre aperti alle prime luci del mattino”.
Vere e proprie visioni di anime inquiete, alla ricerca di risposte o anche di una mera illusione che possa interromperne quella febbrile veglia, quel senso di inadeguatezza, di vuoto che alberga nella mente dell’uomo alle prese con la vita moderna. La mostra è organizzata dal Comune di Pietrasanta in collaborazione con la galleria Spagnoli di Firenze. In occasione della mostra sarà presentato un catalogo dedicato al messaggio artistico di Calvetti con il contributo critico di Giovanni Faccenda. Il volume conterrà alcune poesie di Alda Merini ispirate alle opere dell’artista.
Fabio Calvetti nasce a Certaldo (Fi) nel 1956. Si diploma al Liceo Artistico e si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove segue la Scuola di Fernando Farulli che lo coinvolge in esperienze pittoriche extrascolastiche a contatto con le diverse realtà sociali. Diplomatosi nel 1978, di questo periodo porterà sempre le ragioni etiche del fare arte. Negli anni Ottanta inizia una fase di sperimentazione su tecniche, materiali e superfici che dura quasi dieci anni: abbandona la pittura a olio su tela, elimina il colore e riparte dal disegno e dalla grafite, per reintrodurre poi oli e acrilici e mettere a punto una tecnica complessa più vicina alle sue esigenze.
I temi sono sempre legati all’uomo, ma più indirizzati all’analisi interiore e alle difficoltà di comunicazione per il veloce modificarsi della società. I principali riferimenti artistici sono Hopper con la sua visione desolata e solitaria dell’uomo contemporaneo e Sironi con i suoi profondi silenzi. Le nuove opere vengono subito apprezzate e inizia un periodo di partecipazioni a rassegne d’arte. Nel 1987 al SIAC di Firenze il critico Tommaso Paloscia lo inserisce in “Onda verde”, una selezione di giovani artisti italiani.
Con gli anni Novanta iniziano le prime mostre personali, soprattutto all’estero, in Europa, negli Usa e in Giappone, sviluppando durature collaborazioni con la Shiraishi Gallery di Tokyo e la Schortgen Galerie di Lussemburgo. Nel 1995, in occasione di una personale sull’Isola della Réunion, tiene uno stage di pittura presso l’Ecole des Beaux Arts di Le Port. Partecipa alle fiere internazionali di Ginevra, Amsterdam, Strasburgo, Gand, Den Haag e Kortrijk.
Dopo questa esperienza internazionale le sue opere cominciano a trovare spazio anche in Italia e arrivano le importanti personali di Certaldo (Palazzo Pretorio) e di Genova (Galleria Guidi) nel 1997, di Ercolano (Villa Campolieto) nel 1999 e di Napoli (Casina Pompeiana) nel 2000. Il debutto a Milano è nel 2003 alla Galleria Artesanterasmo, presso la quale esporrà ancora nel 2006 e nel 2008. Mostre anche a Parigi, Lione e Sarasota, in Florida.
Inaugurazione 21 febbraio 2009, ore 18
Chiostro di Sant’Agostino
via San'Agostino Pietrasanta
Orario: 16-19, chiuso il lunedì
Ingresso libero